Cruel Experience - Seasons, rock ‘n roll per scorribande notturne

I Cruel Experience probabilmente diverranno uno dei nomi da ascoltare all’estero perché il loro sound non è certamente di marca italiana. Nessuna smanceria sonora, brani relax da mettere nelle playlist giusto per cercare di passare su Virgin Radio. Nessuna commercialata. Questo però non impedisce loro di essere ascoltabili, potenti e veloci.

Ad un primo giro colpisce la carica musicale della band, fatto di riferimenti al blues, chitarre assai presenti e una voglia di vivere a svariate centinaia di chilometri orari. La loro è una scrittura adatta a fuggire via da un’esistenza piatta, un contesto stanco e annoiato da sé stesso contro il quale si può solo anteporre una fuga in auto senza tante domande, lasciandosi in blocco il passato alle spalle.

Potrebbe essere un disco adatto a fare da colonna sonora a diverse scene di un road movie, e qui non citare Vanishing Point come pellicola sarebbe un grave errore. La musica di Seasons pare un diario per moderni viaggiatori erranti, fatta di luci, chiaroscuri e ombre, tutto raccolto dal proprio sentire fisico e mentale; diretto, schietto, senza fronzoli. I riferimenti ad altre band vi sono sicuramente, la storia del rock è vasta, ma così su due piedi, mi viene da citare la produzione discografica dei Black Rebel Motorcycle Club, lungo la linea delle vene blues psichedeliche.

La sola canzone leggermente più scarna, quasi a voler significare la fine del viaggio dell’album, è Alleys of the Night, che senza chiedere niente a nessuno riassume la corsa, come a dire che ogni macchina, anche quella musicale, ha bisogno di arrivare ad un punto sulla mappa. Allora tanto vale ripartire con qualche altro play perché pure la lunghezza è scelta nei giusti tempi e non stanca mai. Nessuna traccia filler.

Seasons è un ottimo lavoro da supportare e condividere in auto con gli amici, mentre si scorribanda la sera verso chissà dove!