Belau - "Colourwave": la recensione del secondo album del duo elettronico ungherese

La carriera dei vincitori del Grammy Ungherese prosegue con l'album autoprodotto e pubblicato nel maggio 2020

6 Luglio 2020

«Ispirati dagli elementi fondamentali della natura, soprattutto il mare infinito, che è di noi il simbolo principale»

Immaginate di essere in orario tramonto magari in riva al mare. State sorseggiando un drink ed una brezza marina vi accarezza il viso. Probabilmente ancora non lo sapete, ma sarebbe un ottimo frangente per ascoltare il nuovissimo album dei Belau!

Il sound è elettronico ed il mood caraibico, vi è un’exploit di colori miscelati ad una giusta dose di nostalgia amarognola, utile per le riflessioni che si infrangono tra le piegature delle onde.

Per chi non li conoscesse, i Belau sono un duo elettronico ungherese, hanno suonato in oltre 23 Paesi e nella line-up di importanti festival quali Eurosonic, Primavera Sound, Sziget, SXSW ed il loro precedente nonchè debut-album (The Odyssey - 2016) ha vinto il Grammy Award in Ungheria. Quest’estate sono ritornati sulla piazza con un album definito equality concept dal titolo Colourwave.

L’album si presenta notevolmente ispirato con una tracklist di dodici pezzi no-stop ed altrettanti featuring. Un viaggio musicale a 360°, in cui si lascia ampio spazio alle diverse voci delle molteplici artiste donne ungheresi (Sophie Barker, Amahla, Belle Doron, Yasaquarius, Kirstine Stubbe, Sophie Lindinger, Bobe, Saya Noe, Ayah Marar) o, alternativamente, in cui lasciarsi cullare dall’only strumentale del duo, tra sinfonie electro-pop moderne, e rivoli di bassi in echoes brillanti.

Un’occasione per lasciarsi andare tra le onde sonore vibranti dal sapore prettamente underground.

Ascoltare per credere!

 
 
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