Mother Island - Motel Rooms, viaggi lisergici dentro di sé

La band veneta scrive la sua personalissima guida rock ‘n roll

24 Giugno 2020

Recensire il nuovo album dei Mother Island non è stato facile perché è una chiara evoluzione di un percorso che ha preso sempre a piene mani dal rock classico americano, ma che in questa nuova avventura lo celebra assieme all’immaginario californiano delle autostrade senza fine e devi andare a fondo per farlo tuo.

Secondo chi vi scrive questo viaggio è sia fisico che mentale, è una ricerca degli spazi di sé attraverso spazi fisici, lo si evince delle tematiche delle canzoni ma anche dagli stili adottati, ora più veloci ora più lenti, come stessero a significare un botta e risposta col proprio io.

Le storie del rock sono costellate da personaggi e persone ai limiti, anti eroi o semplicemente dannati in cerca di pace per un passato abbietto e un futuro ancora nebuloso. Vivono della dualità di figure come Joplin, Morrison, e i protagonisti dei racconti di Pynchon e R. Lansdale; sono - in un concetto - l’evoluzione sonora e umana del blues delle origini verso tragitti di cui non si conosce ancora forma - colore - sensazione.

Qualche domenica fa tornado giù da Asiago e ascoltando Hotel California degli Eagles nella cosiddetta Golden Hour (il tempo del tramonto dorato) mi è accorso il flash di come quella canzone sia una buona descrizione di questo Motel Rooms (uscito per Go Down Records), grazie a quella dose di storytelling incentrata sul viaggiare in mezzo alle insidie. Credo, suppongo e non lo dico per verità certa (ci mancherebbe) che questo nuovo Lp sia un grande Hotel California a nome Mother Island, dove trovano ospitalità buone e brutte esperienze e sensazioni.

Il disco va assimilato nel tempo al di là dell’ottimo “come suona” chiaro sin dai primi due ascolti complessivi. È vivamente consigliato a chi è nella fase di ricerca di sé, di chi ama fare km la notte o semplicemente di chi non ha modo di farlo per mancanze varie e viaggia con la mente e una buona birra. Un IPA californiana magari.

Sarebbe una figata girare sulla radio e sentire partire una delle canzoni che lo compongono, ma per questo basta mettere su Sherwood.it/streaming dal telefono e potrebbe accadere!

 
 

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