Di come quella volta che i penultimi si sono resi conto che la festa del lavoro è un po' come Dio: un sacco di gente dice che esiste, ma nessuno l'ha mai vista. Ed allora occorre riportare un po' di memoria, quella giusta, nelle testone a perdere dei retromani reazionari, insegnando loro che il 'lavoro' non è quello di Confindustria ma, semmai, quello duro e prezioso narrato nei Sillabari di Goffredo Parise. Occorre celebrare la centralità del lavoro e negare il lavoro stesso così come oggi viene concepito: distruggerne l'essenza a colpi di ukulele e autostrade poetiche. Viva la libertà, compagn*.
In copertina, un meeting dei penultimi con l'advisory board di Italia Viva.
Qui sotto i brani, di lato il podcast:
Robert Wyatt - L'Internationale (da Recommended Records Sampler, 1982)
Marianne Faithfull - Working Class Hero (da Broken English, 1979)
Nicolas Jaar - No (da Sirens, 2016)
RUBRICA: MASSIMO RISERBO ("La tempolinea del dottor Caligari")
Queens Of The Stone Age - The Sky Is Fallin' (da Songs For The Deaf, 2002)
volcano! - Long Gone (da Piñata, 2012)
Melingo - El Blues Rebétiko De 7 Vidas (da Oasis, 2020)
Einstürzende Neubauten - The Garden (da Ende Neu, 1996)
RUBRICA: LA SOLITUDINE DEL SATIRO
Greg Fox - Catching An L (da The Gradual Progression, 2017)
RUBRICA: AUTOSTRADA POETICA
BADBADNOTGOOD feat. Sam Herring - Time Moves Slow (da IV, 2016)
Golden Silvers - True Romance (True No. 9 Blues) (da True Romance, 2009)
DISCO DI SOTTOFONDO: Tony Allen & Jeff Mills - Tomorrow Comes The Harvest (Blue Note/Decca, 2018)