Peter Murphy Live Report

New Age, Roncade (TV), 6 Ottobre 2011

8 Ottobre 2011

Giovedì 6 ottobre 2011, l’ultimo giorno di questa lunga estate calda, il giorno che qualcuno aspettava da tempo e altri speravano non venisse mai. Io me lo ricorderò oltre che per aver tolto dall’armadio il mio cappottino anche per il Live di Peter Murphy, leader dei Bauhaus con all’attivo anche una lunga carriera solista.

E’ giovedì, giorno infausto ma comunque qualche sacrificio la serata la merita, cala la temperatura e finalmente si godono i concerti indoor senza diventare una massa di carta moschicida o lasciare dietro a se lunghe scie a mo’ di lumache. Il New Age di Roncade, piccola isola felice che continua ad andare avanti da anni in controtendenza alla media dei locali che pian piano stanno gettando la spugna, ospita la serata e devo dire che per essere giovedì e per essere un concertino un po’ di nicchia c’è discretamente gente, non il pienone ma c’è movimento…e soprattutto per una volta non mi sento il più vecchio!

Per me è la prima volta che vedo Peter Murphy e me lo son perso pure con i Bauhaus complice una serie di coincidenze un po’ infami e quindi non parto prevenuto, è chiaro che non mi aspetto di vedere un gruppo cover Bauhaus, specie con il suo ultimo e recente lavoro in rotation sulle radio “alternative” anche qui in italia.

Veniamo al concerto,  complice il fatto che da gita in solitaria questo concerto si è alla fine trasformata in una gita a tappe a raccogliere un paio di cari amici per la strada arrivo quando il gruppo spalla ha finito, non me ne vogliano, le mie intenzioni erano solennemente buone! Son pronto a giurarlo su una pila di bibbie!

L’inizio è con un pezzo estratto dall’ultimo album Ninth dal titolo Velocity Bird il brano strizza l’occhio un po’ a sonorità più convenzionali rispetto al passato, comunque il pubblico ben risponde, magari qualche fanatico del passato storce il labbro. Il tempo passa, per tutti e direi che almeno Peter la sua presenza scenica e il suo charme li ha mantenuti, a differenza di qualche nostro compaesano che a 50 e rotti farebbe meglio appendere tutto al chiodo…e magari appendere anche se stesso a quel chiodo…

Sin da subito ahimè però si vede o meglio si sente una nota dolente, l’acustica è un po’ scarsetta e Peter continua a fare gesti con la mano al fonico, indicando numeri seguiti da gesti che a vederlo sembra un ricevitore di baseball da quanto gesticola. Seguono Peace to Each e Memory Goes sempre dall’ultimo lavoro, inizio all’insegna del moderno, poi ad un tratto Peter si ferma e inizia a parlare con il pubblico; non per vantarmi ma l’inglese riesco a capirlo ma questa volta complice il rimbombo o lui s’era sgolato un po’ di grappa ma non ho capito una beneamata mazza tranne un’allusione al fatto che se lui era là era grazie a noi e comunque si è rivolto anche al fonico…il suo “amico” della serata!

Chiamando a turni un lancio basso e una palla alta al “battitore” dietro il mixer arriva anche il momento nostalgia, anche se lui è lì come solista ci ricorda come i Bauhaus sono anche lui, in che percentuale lascio giudicare a voi, e quindi luci in sala arriva Silent Edges e con questa contenta anche i più scettici. La musica continua e dopo un po’ arriva anche The Prince and Old Lady Shade il singolo di apertura del nuovo album, una bella canzone un po’ troppo rockettara rispetto al passato ma comunque molto godibile.

Finito il pezzo c’è un po’ di confusione nel palco, che tutto non andasse bene lo si era capito, dato che Peter si agitava come un ossesso per comunicare indicazioni al mixerista, ma ad un certo punto ad andarsene è il bassista! Non ho capito un gran che di cosa è successo, ma le voci di corridoio che mi arrivano sono disparate : chi mi racconta di una lite tra il bassista e il mixerista con questo sostituito dal primo, chi mi dice che l’ampli del basso si è fuso, chi mi dice che l’ha chiamato la mamma per sapere come stava e se faceva freddo in italia…insomma morale della favola non c’è più il bassista! The show must go on, senza basso!!!!! Si sa alla fine il basso ha sempre contato poco, specie nei Bauhaus (è pura ironia chiarifico, per me i Bauhaus son la perfetta sintesi tra post punk e dub, sentitevi “She’s in Parties” tanto per citare)

Peter tenta di indossare la sua migliore faccia da stage e da bravo englishman sorvola, e continua lo show… segue un pezzo frutto della collaborazione con un altro personaggione di prima categoria, il buon vecchio Trent Reznor, la canzone si intitola Hurt, Peter imbraccia l’acustica per limitare i danni.

Intanto in sala si accettano scommesse su quale canzone dei Bauhaus chiuderà il concerto…i più sono per Bela Lugosi, io azzardo una Ziggy Stardust…cosi almeno non deve fare una cover dei Bauhaus…sarei tentato a scommettere una bevuta, ma il mio grillo parlante e il mio fegato implorano di no… è giovedì ricordatelo! Avrei vinto in pieno perché dopo un po’ il buon Peter si stanca di strimpellare e inizia con “uhhhh yeahhhh” e Ziggy Stardust sia! Inutile sottolineare quanto il pubblico gradisca e apprezzi.

Tirando le somme stasera ho visto un ottimo cantante e un ottimo frontman, che è riuscito a non rimanere legato solo al fatto di “essere il cantante di” ma anche di essere Peter Murphy e basta. Concerto un po’ cortino, complice la data infrasettimanale e i problemi tecnici (ancora non si sa perché…comunque ad oggi l’ipotesi più plausibile è la telefonata di mamma) ma comunque molto godibile. Vale la pena solo per vedere come Peter si muove e impone la sua presenza nel palco, mi auguro di vedermelo al più presto e stavolta con la vecchia band! Eh lo so… ma non è colpa mia se son un inguaribile nostalgico!!!

 
 

Link utili:
www.petermurphy.com

 

 
 
loading... loading...