Piani di resistenza

Bear Make Noise - “Enclose” (Secret Lovers Records)

9 Aprile 2020

Un tempo, tanti anni fa, avevamo poco più di vent’anni ed eravamo una banda. Una banda di sole tre persone, ma con molti piani in testa. Tutti progetti in divenire, da immaginare, difficilmente da realizzare, però intanto confabulavamo per lenire il “mal vivere” che nella provincia del nord-est era la normalità: lavoro, bar, alcool, lavoro, bar, alcool...
Ritrovarsi, parlare con altri che si ritrovano, organizzarsi, immaginare soluzioni strampalate, darsi appuntamento nel cuore della notte in una stanza piena di dischi, proporre un progetto per poi realizzarne un altro. Alla fine il mal di vivere, che a volte ci assaliva, non se n’era andato, ma stavamo pensando ad altro e al mal di vivere non ci pensavamo più, almeno per un po’. Perché una banda come questa non si fa, ma ti fa, o meglio non è interessante il piano che hai in mente in sé, se verrà realizzato o meno, ma quel che ti capita pensandolo, è quello l’atto che cambia la tua vita. I nostri piani erano piuttosto semplici, ma contemporaneamente audaci: ascoltare e proporre la musica che amavamo, fare radio, organizzare serate, andare a concerti e a comprare dischi. Non era scontato, anzi sembrava quasi impossibile, nella profonda provincia del basso Piave. Viaggiare, spostarsi era obbligatorio per realizzare i nostri piani: chilometri macinati in auto, voli aerei, trasferimenti ferroviari, per andare ai live, ai rave, nei negozi specializzati.
Non è durata molto la banda, mesi, forse qualche anno, ma è stata esperienza molto intensa. Perché ha compreso innamoramenti e delusioni, viaggi e ritorni, risate ed inquietudini. Ci sentivamo una banda di partigiani che abbozzavano tecniche di resistenza ad un sistema che ci offriva solo penuria.
Poi siamo cresciuti e abbiamo preso direzioni diverse. Strade che talvolta tornano ad incrociarsi. Perché in fondo non siamo cambiati molto, e continuiamo ad essere dei resistenti.
Due della banda sono diventati una famiglia, l’altro è andato a vivere oltre oceano, nella grande mela, e qui vorrei raccontare l’ultimo piano che ha escogitato.
Si intitola “Enclose”, ed è l’album di debutto di un progetto chiamato Bear Make Noise. Contiene sei tracce che sono un mix di dark-ambient, techno, drum & bass e musica sperimentale. Marco Dianese aka Bear Make Noise qui collabora la cantante Elena Camerin Young. L'EP è stato registrato a New York ed è uscito il 31 marzo 2020 su Secret Lovers Records.

 I primi due brani “Partigiano” e “Rossa Primavera” sono resistenza allo stato puro: reinterpretazione di “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”, canzoni dei resistenti per eccellenza. Queste versioni immergono l’ascoltatore in inedite ed oscure sonorità ambientali.

La terza traccia “La Mia Nazione” presenta una poesia di Pier Paolo Pasolini, recitata da Carlo Pisanu e accompagnata dai vocalizzi di Elena Camerin Young.
"Move out" ti riporta all'atmosfera energica dell'elettronica degli anni '90 e dei ritmi drum&bass. La traccia presenta dei campionamenti delle proteste del Primo Maggio 2017 a Portland. La manifestazione a sostegno dei diritti degli immigrati finì con degli scontri con la polizia che provocarono diversi arresti. La polizia è stata successivamente accusata di aver usato armi non convenzionali nella repressione della protesta.
"1945 The Time Has Come" usa il campionamento del discorso tenuto l'8 settembre 1943 dal presidente Roosevelt in cui fu annunciata la resa dell'Italia agli alleati e che diede inizio alla resistenza armata dei partigiani contro i nazifascisti. Anche in questo brano è presente la voce di Elena Camerin Young. Il lavoro termina con un brano cantato da Marco, "Black and White Dream", un pezzo particolarmente ipnotico.

In definitiva vi ho raccontato tutto questo per comunicarvi che Bear Make Noise ha appena escogitato proprio un bel piano. Di resistenza, non solo sonora.

 
 

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