«Sul terreno, antiche gettate di cemento, schegge di pavimenti piastrellati e tracce di muri divisori testimoniavano che un tempo lì sorgevano costruzioni, gabinetti, spogliatoi, depositi. Poco più in là un affastellarsi di tubi multicolore corrosi all'esterno dalle intemperie e all'interno dai veleni rimasti intrappolati per anni nelle condutture, che ad aprirle si rischiava la vita... 
Chiunque sapeva cos'era accaduto al Petrolchimico, ma tutti cercavano di dimenticare. Aldani, al contrario, tentava di ricordare. Aveva seguito ogni fase del processo iniziato nel '98 e all'epoca si era letto gli atti e le sentenze. Il suo interesse era ai limiti del morboso. Ricordava molti dettagli, pur non essendo mai stato in quei luoghi di cui tante volte aveva letto, e trovarsi lì gli causava una specie di vertigine.» [Michele Catozzi, Marea tossica]

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Michele Catozzi: Marea tossica (2)

12 Marzo 2020

«Sul terreno, antiche gettate di cemento, schegge di pavimenti piastrellati e tracce di muri divisori testimoniavano che un tempo lì sorgevano costruzioni, gabinetti, spogliatoi, depositi.
Poco più in là un affastellarsi di tubi multicolore corrosi all'esterno dalle intemperie e all'interno dai veleni rimasti intrappolati per anni nelle condutture, che ad aprirle si rischiava la vita...
Chiunque sapeva cos'era accaduto al Petrolchimico, ma tutti cercavano di dimenticare. Aldani, al contrario, tentava di ricordare. Aveva seguito ogni fase del processo iniziato nel '98 e all'epoca si era letto gli atti e le sentenze. Il suo interesse era ai limiti del morboso. Ricordava molti dettagli, pur non essendo mai stato in quei luoghi di cui tante volte aveva letto, e trovarsi lì gli causava una specie di vertigine.» [Michele Catozzi, Marea tossica]


ReadBabyRead #481 del 12 marzo 2020


Michele Catozzi
Marea tossica

Brani (prime 116 pagine)

(2a parte)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
iTunes podcast


voce: Francesco Ventimiglia


Venezia, 8 novembre 2012

“Il crepuscolo stendeva una luce incerta sulla laguna nord, ammantando di grigio rosato le acque, le barene, gli isolotti. Gli ultimi brandelli infuocati si stavano spegnendo dietro le montagne all'orizzonte e bagliori arancioni accarezzavano il profilo di Venezia.
Lungo il canale di San Secondo, che affianca il ponte della Libertà dal lato della ferrovia, l'isola delle Pantegane, con la sua bassa e inestricabile vegetazione spontanea, si stemperava nella penombra a poche centinaia di metri dalla terraferma della penisola di San Giuliano. Una quarantina di anni prima era una lunga spiaggetta sabbiosa ambita dai ragazzi di Mestre che la raggiungevano in barca per farsi una nuotata, ora rimaneva soltanto un relitto oblungo alla deriva nella laguna, con la sabbia mangiata via dal moto ondoso e sostituita da una distesa di fanghiglia puzzolente coperta di rifiuti di plastica multicolore. Quanto a fare il bagno, se uno ci teneva alla salute, era meglio lasciar perdere.”


Marea tossica

Esiste la marea tossica e non riguarda solo l’inquinamento ambientale.

Un lancione granturismo, del tipo che portano i turisti nella romantica Venezia, sperona lungo il canale di San Secondo un ex-taxi acqueo rimesso a nuovo, tutto questo alla luce incerta del crepuscolo nel novembre del 2012. Il 2 gennaio 2013, invece, la mano di un cadavere misterioso sbucava da un terreno intriso di scorie, su di un’area da bonificare di quello che era il grande Petrolchimico di Porto Marghera.

Il commissario Nicola Aldani, coadiuvato dall’ispettore capo Manin, si trova fra le mani un caso veramente strano in un luogo iconico per la storia veneziana e industriale italiana. Il cadavere è una persona anziana di oltre settant’anni che pare nessuno riconosca. “Un morto senza nome è un fallimento… ancor prima di un morto senza colpevole”.

Un romanzo poliziesco, un giallo. Sì, ma non di quelli classici in stile supereroe della giustizia, infatti non siamo nella New York noire dominata da gang o sulle strade della California sopra auto potenti all’inseguimento scontato di criminali. Siamo nella Venezia odierna, pervasi del nostro stile all’italiana, con il contorno di mostri industriali che hanno deturpato, non solo dal punto di vista paesaggistico, un’area costiera preziosa.


La marea tossica del Petrolchimico:

Un romanzo che oltre a essere l’esposizione di un’indagine avvincente e precisa, è anche un’immersione seria nella storia industriale e della chimica italiana. Montedison, Enichem, Enimont: tutti nomi che hanno segnato, nel bene e nel male, vicende importanti della nostra Italia, dai grandi fallimenti a tangentopoli, dai problemi ambientali al rischio di disastri simili a Bhopal in India ed evitati per miracolo. Da segnalare tutta la precisa e curata descrizione dell’intera area industriale, dedita anche alla produzione di polimeri per la creazione di materie plastiche.

Michele Catozzi è quello che si dice uno scrittore dalla penna intrigante, anche se oggi la stilografica non la usa più nessuno. “Marea tossica” è il terzo romanzo della serie, edita dalla TEA, del commissario Aldani. Un commissario che sta ricevendo buoni risultati fra i lettori fin dal suo esordio nel 2015 con il primo romanzo ufficiale. Sì, perché Michele Catozzi non è più uno scrittore esordiente ma ha guadagnato, con pieno merito, una posizione stabile nel panorama letterario nazionale. Non lo troverete nei talk show nazionali come altri scrittori molto più noti, però possiamo affermare che oramai ha fatto il salto definitivo nell’area più nobile del mondo degli scrittori.

Michele Catozzi è un veneto nato a Mestre. Dai suoi romanzi si vede fin troppo bene che ha Venezia nel cuore e non solo, mostrando passione e amore per un’intera area, compresa quella più triste del noto Petrolchimico, che si palesa nei tanti dettagli inerenti luoghi o situazioni locali, quasi fossero tutti fatti personali (e per certi versi lo sono).

Il commissario Aldani, come in tutti quei casi in cui un l’autore crea un personaggio molto ben definito e interessante, che replica in più romanzi, è sicuramente lo specchio del suo creatore. Non così caratteristico e debordante come il più noto Montalbano perché a Venezia non c’è la stessa aria della Sicilia, ma un commissario che sentiamo caratterialmente vicino e che potrebbe guadagnare il titolo di una miniserie ambientata fra le gondole di una città unica al mondo.

Venezia d’inverno era comunque splendida. Nonostante tutto”.
Per fortuna, aggiungo io.


Massimo Fusai, 3 marzo 2020
massimofusai.altervista.org


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser


Joy Division, No Love Lost [Joy Division]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Approach / Dream [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Memory [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, The Black Dog and the Scottish Play [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Degradation [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Over the Band [Hilmar Örn Hilmarsson]
FKA twigs, Home wit you [FKA twigs, Ethan P. Flynn]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Shave [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, On the Road [Hilmar Örn Hilmarsson]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Another Memory [Hilmar Örn Hilmarsson]
Nine Inch Nails, Eraser [Trent Reznor]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Bium Bium Bambalo [Hilmar Örn Hilmarsson]
FKA twigs, Fallen Alien [FKA twigs, Ethan P. Flynn, CY AN, Nicholas Jaar]
Hilmar Örn Hilmarsson & Sigur Rós, Journey to the Underworld [Hilmar Örn Hilmarsson]
Sigur Rós, Ba Ba [Sigur Rós]
How To Destroy Angels, The Space In Between [How To Destroy Angels]
Tribalism3 (Yann Joussein, Olivia Scemama, Luca Ventimiglia), 5543 [Yann Joussein]


 
 

Copertina:
La cosiddetta "isola delle pantegane" (in realtà isola di San Secondo) a Venezia, lungo il Canale di San Secondo che da Punta San Giuliano porta a Venezia. Se ne parla nelle prime pagine di "Marea tossica" di Michele Catozzi. L'isola è stata simbolicamente occupata, nel maggio 2011, da operai cassaintegrati della Vinyls di Porto Marghera, che vi hanno piantato delle tende, come simbolo del naufragio del proprio lavoro, sempre più a rischio. Questo fermo immagine è tratto da un video di Selina Zampedri, grande esperta dell'acqua di Venezia e dei vari tipi di voga lagunare, fotografa naturalistica, insegnante di kayak: «... Da quando ho iniziato a frequentare la laguna e racconto agli amici del piacere di scivolare sull’acqua in questo paradiso, sempre più persone mi chiedono di accompagnarli e questo mi rincuora».

 
 

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