Il suono ai tempi del covid-19

di Mirco Salvadori

2 Marzo 2020

Le giornate scorrono avvolte in una sospensione irreale, nel regno di Covid-19. Ciò a cui non eravamo più abituati si è rivelato essere l'elemento fondamentale per il nostro immaginario benessere: il vuoto, l'assenza improvvisa di ansia costantemente causata dalla mancanza di spazio nel quale muoversi a proprio agio. Sentirsi liberi di camminare, correre, andare contromano o semplicemente fermarsi per assaporare una visione dal sapore antico, resa ahimé distopica da un retrogusto che continua a nutrire di paura il nostro respiro. Basta la scia del suono di una sirena per riportarci prepotentemente alla realtà, ai piedi di quel re che non mostra pietà per i più deboli e si insinua nei pensieri come la marea montante di un mare che non placa la sua furia e tutto sommerge.

A tenerci compagnia in queste lunghe ore di alienata e intima euforia da vuoto, il suono che sembra riesca a veicolarsi con ancor più chiarezza del solito. Lo strano silenzio che domina incontrastato, lo sorregge e amplifica rendendolo percepibile al pari del battito che emana. Verrebbe naturale pensare che le note ascoltate appartengano a qualche partitura dedicata al cerimoniale ambient, summa della sacralità emanata dal silenzioso sovrapporsi delle ore ma così non è. Ciò che giunge al nostro apparato uditivo è materia diversa pur se appartenente alla stessa matrice. E' musica che possiede registri di varia natura e provenienza, altamente cinematica. E' il suono che si irradia nei laboratori di ricerca biologica. Troppo e da sempre concentrati sulla Music For Airports, non avevamo intuito che potesse esistere anche un genere simile, nato e sviluppato per i laboratori di ricerca.

Orlando Lostumbo in arte Spheric è colui che dispensa nell'aria, forse satura di invisibili e mortali batteri giunti dall'ignoto, questi suoni. Il suo è un percorso particolare che si è sviluppato condividendo la passione per la musica con il lavoro svolto nella biblioteca dell'Istituto Superiore di Sanità. Il contatto costante con la ricerca scientifica e i suoi attori, lo ha portato a ideare e produrre questo disco dedicato alla musica da laboratorio, un suono che non è solo accompagnamento, carpet sul quale lavorare, ricercare indisturbati. E' un chiaro rimando alla disciplina ambient prodotta da chi ha una matrice di provenienza diversa da quella elettronica tout court e non lo nasconde.

Contrabassista e compositore, un percorso multidisciplinare che lo ha portato a suonare in svariate formazioni e orchestre anche classiche, spaziando dal rock al suono etnico, al jazz e all'elettronica. Questi ultimi sono i due elementi che maggiormente appaiono durante l'ascolto, nascosti tra gli accordi di un pianoforte che decisamente affascina e la voce dei synth che dona un tocco vintage (mi si permetta il termine inflazionato) al lavoro tutto. Come si accennava prima, questa è musica con alto potenziale cinematico che si discosta dal genere ambient per la sua innata e complessa propensione al racconto, una narrazione scientifica colma di immagini, effetti, trattamenti curati in sede di mastering da Giuseppe Verticchio, conosciuto dagli appassionati con il moniker Nimh, prolifica figura dell'universo di ricerca italiano.

Un lavoro multiforme, un disco che va sapientemente ascoltato e usato come vaccino contro le numerosi infezioni batteriologiche che affliggono la musica dei nostri tempi.

**************

SPHERICMusic For Laboratoriespublished by St.An.Da. in a limited 200 copies CD in January 2020

www.store.silentes.it

 
 

Diserzioni logo

 
 

    foto

  • Il suono ai tempi del covid-19
    Caricamento galleria...
loading... loading...