"Dopo mezzanotte" di Irmgard Keun - Recensione

La nuova edizione italiana a cura de L'Orma editore del testo del 1937

29 Gennaio 2020

È il 1937 quando Irmgard Keun compone Dopo mezzanotte e per nostra fortuna, pochi mesi fa, ci ha pensato L'Orma editore a redere questo imperdibile testo di nuovo fruibile ai lettori in lingua italiana.

Quando avrete occasione di prenderlo in mano, vi troverete con un libro di nemmeno duecento pagine, confezionato, quasi abbracciato, in una copertina dalla carta a grana grossa dall'intenso e indefinibile rosa.

Non vi aspettereste proprio di leggervi la storia che è all'interno.
In queste pagine, infatti, la Keun scrisse in presa diretta l'ascesa del nazionalsocialismo in Germania, decidendo di ambientare il racconto tra la buona e giovane borghesia di Francoforte in due giornate del 1936, salvo alcuni flashback ambientati nei mesi precedenti a Colonia.

È proprio in una delle due giorante narrate che si attende il discorso del Führer. Ma questo momento è quasi di sottofondo, un evento che scorre durante le vite dei personaggi impegnati in altro.
Questa serie di personaggi nemmeno trentenni che si muovono tra i capitoli del libro sono totalmente presi dalla loro vita, dalle infatuazioni, dalle feste, dai boccali di birra e quasi sembrano sbattere con la propria quotidianità un po' frivola da classi agiate con la crescente violenza che gli pulsa intorno. Sembrano quasi perdrsi in un labirinto mostruoso di cui non sembrano sempre cogliere il meccanismo.

Troviamo allora la bella del gruppo che rischia grosso, facendo scontrare al pub un conoscente delle SS invaghito di lei con le SA, e che inoltre, ora, diversamente da prima, sta scoprendo quanto possa essere rischioso amare quel bel ragazzo ebreo. E poi Gerti, diciannovenne voce narrante, che ha un amore a distanza, amiche civettuole, un desiderio di normalità incompatibile con i tempi e un fratello prima grande scrittore e ora a richio di diventare una voce piegata alla propaganda di partito ,che non sa darsi pace sulla soluziona da trovare.

Tra queste vite e in un dedalo di strade di città, Keun ci racconta via via le politiche del nazismo.
Non solo le leggi, le imposizioni e le figure dei capi partito. Sono soprattutto le interpretazioni e le ricezioni di queste all'interno della comunità cittadina, il taglio che ha deciso di narrare. Le invidie tra vicinato finite con accuse false alla polizia, tanto che «si direbbe che quella squalida stanzetta grigia della Gestapo sia diventata il punto di ritrovo di tutta Colonia», mariti ebrei o mogli con parenti ebrei, tanto amati gli anni prima quanto ora diventati motivo di vergogna, al punto che «tre settimane più tardi, però, voleva chiedere il divorzio», intellettuali ridotti a Cassandre dalla voce sempre più insicura aiutano a comporre un quadro di personaggi variegati affacciati tutti sull'orlo dell'abisso storico.

Saranno le scelte personali e non sistemiche a concludere questo racconto di vite. E non poteva essere altrimenti in questa geniale e intensa cronaca dei tempi. Con leggiadria di prosa e una lungimiranza strepitosa, Keun ha regalato ad ogni lettore uno spaccato per nulla frivolo ma decisamente poco narrato di cosa possa volere dire trovarsi soprafatti e impigliati dai tempi.


Irmgard Keun (1905-1982), scrittrice tedesca, di cui trovate in italiano anche Gilgi. Una di noi e La ragazza di seta artificiale.

Eleonara Tomassini è la tradutrice di questa edizione di Dopo Mezzanotte.

L'Orma editore è una casa editrice attiva dal 2012.

 
 
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