Brusco al Cso Pedro - Live Report

Una serata densa di groove

19 Novembre 2019

É un sabato sera davvero piovoso quello del 16 novembre, siamo nel pieno dell’autunno e questo tempo solletica, assieme alle feste imminenti, l’immaginario invernale. Ma per alcuni, invece, i pensieri sono ancora rivolti all’estate, alle good vibes, a quelle nottate senza fine dove stare assieme agli amici, godendosi il caldo che rallenta tutto fino a fare sembrare il tempo infinito.

Brusco sarà live tra poco al Cso Pedro e mentre entriamo nel posto le gocce bagnano il viso offuscando la vista, l’umidità assale le ossa e la famosa canzone di Gianni Morandi risulta una verità inattaccabile. Il ricordo della bella stagione passata si fa costante nella fantasia, e già la Padova detestata per l’afa appare meno brutta.

Ma, la vita è sempre un Ma. Le cose migliori a volte accadono senza che te l’aspetti. Entriamo al Pedro e siamo travolti dal sound system dei Bomchilom, giustamente Brusco è l’ospite per festeggiare i primi 15 anni della loro storia, e la sala non è ancora piena. La gente è in coda, o appoggiata al bancone del bar, gira qualche sigaretta al piano di sopra e noi ordiniamo delle birre belga per riscaldarci.

Il set dei Bomchilom non sta già sulle vette dancehall, per ora c’è del reggae molto soul che corrobora l’ambiente e lascia piacevolmente sospesi. Lo vedi nei visi rilassati, nelle espressioni contente. È come se il tempo si fermasse, come in quelle sere d’estate. La pioggia e scazzi annessi sembrano solo un ricordo lontano, di qualche viaggio nordeuropeo di mesi prima, frammenti confusi dalla dissolutezza.

Così trascorre la prima ora e mezza, fra una parola a una risata, un ballo lento, dinoccolato, sciolto nel mare di birra e vociare, nemmeno fossimo distesi sulla superfice del mare, durante un bagno la notte. Sappiamo che arriverà Brusco, sappiamo che la gente, sempre più, si sta affacciando sottopalco.

Se ti chiedono perché il Pedro è un mondo a sé, bello, un qualcosa di alieno, positivo, Istanbul (alla Litfiba) rispetto al resto del clima padovano, citagli pure queste “buone vibrazioni”. Lasciagli questa scia di informazioni, condividigli lo Shazam di Romain Virgo Need You che campare sullo schermo del mio telefono.

Brusco esce, sale sul palco, finalmente! Infiamma la folla e abbatte le ultime barriere prima del lasciarsi andare totale. È una grande onda che il pubblico segue e canta, dalle hit pop alle nuove gemme citando cultura, rispetto, origini per un sound e determinate filosofie di vita. Non gli si può dare torto quando dice, riassumendo: “alle persone normali che gliene frega dei tiraggi di certi artisti?”.

Se ci sono dei concetti che le figure di Bomchilom e di Brusco possono trasmettere, comunicare, più che insegnare, sono un’attitudine, un’esperienza diverse nel modo di vivere la musica, le quali hanno una loro profondità e un loro senso, distanti dal vuoto di sentimenti, intenzioni e volontà che spesso caratterizzano le produzioni odierne. Quella di Brusco è musica impegnata, impegnata rispetto a ciò che ci rende umani sociali.

Una volta finito il live, la nottata prosegue profonda con altre danze, e qui i Bomchilom scaldano e danno misura del groove generando una dancehall “polleggiata” ed energica, distesa e positiva. Questi sono sabati da ricordare (e che ci ricorderemo).

 
 
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