Il tempo accaduto nella vita degli altri - Carmine Vitale

intervista di Mirco Salvadori

31 Luglio 2019

Ho conosciuto Carmine Vitale in un luogo per me alieno, un importante jazz club torinese più volte frequentato. Quel cubo in centro a Torino mi ha sempre creato ansia e leggero malessere. Il cerimoniale jazz non mi appartiene, mi sento a disagio come un intruso che penetra in un luogo perché spinto a forza dall'esterno. Eppure quella sera, seduto ad un piccolo tavolino in compagnia di chi ancora non conoscevo se non come artista, poeta e scrittore, ho perso la cognizione del tempo. Mi sono completamente sdraiato sulle parole che mi giungevano, sugli incredibili racconti che udivo e quella scomoda sedia, il tavolino, quel cubo alieno si sono trasformati nel più accogliente dei salotti. Stavo interagendo con chi in seguito, attraverso le pagine del suo libro, avrebbe sussurrato al mio pensiero che dobbiamo essere grati al nostro cuore per quello che decide di non dimenticare.

Nota del redattore

Ho iniziato a leggere l'intervista correggendo o accorciando gli spazi tra le virgole o i punti ma più proseguivo più mi rendevo conto che stavo commettendo un errore. La scrittura di Carmine Vitale viaggia su un binario diverso, ha bisogno di pause e ampi respiri, strettoie e veloci scorciatoie per trasformarsi subitaneamente da prosa in poesia, lo fa in continuazione. Ecco perché da un certo punto in poi la lettura diverrà un esercizio di volo, un magnifico volo tra la punteggiatura danzante, nella purezza del sentimento.

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Ricordo quando ti ho conosciuto. Eravamo a Torino lì riuniti dal sempre lungimirante Francesco Forlani. Mentre alle nostre spalle si riproduceva su video l'ennesima vita di Chet Baker tu iniziasti a raccontare. Ricordo in maniera ancora molto nitida la mia reazione, pari a quella di un bambino che ascolta storie incredibilmente affascinanti, che mai vorrebbe finissero. Carmine Vitale, cos'è per te il racconto.

È il mio modo di pensare il mondo , di fondere la poesia verso le parole non dette, chiudere gli occhi e guardarsi scivolare dietro proprio quel momento esatto , il colore di quel giorno, un amore acerbo,  rivedere tutto al rallentatore, sentire quel momento proprio come era  quel momento. Rigenerarsi.

Una domanda non a caso posta in apertura, quasi un'introduzione all'argomento principe di questa chiacchierata: "Litoranea" uscito questa primavera per i tipi della XY Editore. Una raccolta di racconti che trovo assolutamente riduttivo definire tali. Un intersecarsi continuo di prosa e poesia, cruda realtà e sogno, ricordo. Amerei ne parlassi senza porti domande specifiche, quelle giungeranno dopo.

Mi ricordo le scritte sui muri, l’aria di un mattino, un'interurbana, una mappa immaginaria, i dettagli e il loro piccolo indisturbato regno, i draghi di un romanzo di formazione, un sogno dimenticato, i poeti che ho amato più d’ogni cosa, l’imparare a leggerli, tutto quello che non so, le persone che anche per un giorno hanno contato nella mia vita. Cosi come una canzone di cui e per mesi non potevi poi farne a meno.

La domanda che tutti i lettori si porranno dopo esser entrati nel tuo mondo sarà: "ma Carmine Vitale si trova realmente tra quelle pagine, ha vissuto in prima persona quegli accadimenti o il suo è 'semplice' racconto letterario?"

Parlando con l’editor al telefono a Parigi un giorno mi disse di non aggiungere “queste sono tutte storie vere”, anzi. La mia sensazione rimane forte e chiara: questo tuo è un testo bello, verissimo, vibrante. Aggiungo e confermo: sono storie proprio cosi.
Anche in queste risposte ci sono molteplici citazioni, pezzi di un discorso interrotto, frasi mandate a memoria, paure che mi hanno aiutato a ricostruire il ricordo, la salvezza.

Molti sono i componenti che vanno a comporre il tuo scrivere ma il ricordo forse è quello che ha maggior rilievo, specialmente tra le pagine di questo libro. Quale importanza riveste la memoria per Carmine Vitale.

Cosa saremmo senza memoria? Il ricordo è quello che di getto ritorna allo stato puro, come una montagna incantata, il confondersi degli atomi con lo spazio, la stella Sadabchia, un caffè, lo spirito delle leggi, le scadenze, i ritorni, le parole che sono tutto ciò che possediamo e tutto quello che ho tenuto dentro di me sedimentandolo come in fondo ad un grande depuratore e poi è tornato lentamente in superficie trasparente e incontenibile. Il ricordo di tutte le piccole occasioni una nota dimenticata, il sorriso dei miei bimbi, le persone che non ci sono più. Sistemare tutto in uno spazio nel mio tempo. Posso dire che in fondo il ricordo per me è veramente tutto.

"Litoranea" è un libro che ti deflagra tra le mani, incontenibile e al tempo stesso colmo di materiale onirico. Terribilmente presente nella descrizione del reale, quanto capace di estraniarsi nella dolce penombra della poesia, la sanguinella della poesia come tu scrivi. Una scelta stilistica non facile ma di sicuro impatto. Come riesci a piegare la prosa trasformandola, sulla stessa pagina, in poesia. Esiste per te un confine tra le due essenze letterarie?

Ho scritto tenendo in mente il credo poetico di Czeslaw Milosz, aspirando a una forma più capace che non fosse né troppo poesia, né troppo prosa e permettesse di comprendersi senza esporre nessuno né l’autore, né il lettore a sofferenze insigni. E mi ricordo :
Ricomincio continuamente da capo/perché ciò che dispongo in racconto si rivela una finzione/comprensibile per gli altri/non per me, e il desiderio di verità mi rende disonesto. Allora penso ai precetti dello stile alto e alle persone che non sono mai state necessarie. Come pure al fatto che da una vita intera mi inganna la speranza.

Un altro elemento che, al pari del libro tutto, esplode durante la lettura è l'appartenenza ad un Sud che sembra essere un mondo altro, scomparso e al tempo stesso comunque ancora vivo. Cosa è il Sud, la Campania, Napoli, che significa sentire di farne parte.

È come vivere in un mondo a parte. qui nulla è scontato. da piccolo mi sembrava bellissimo poi tutto è mutato. Cosi da un giorno all’altro senza poterne fissare un momento preciso . qualcuno ha suonato .e non so dirti se forse sarebbe stato più bello restare per sempre dietro quella porta chiusa. Ho provato poi ad andare a vivere fuori e molte volte ma credo e di essere e resto profondamente uno di qui .di questo sud .

Molti gli ultimi che si incrociano lungo la Litoranea nel tragitto di andata e ritorno da te descritto: tossici, malavitosi, camorristi, prostitute, truffatori, serial killer, ex pugili, spacciatori. Tutti comunque immersi in una luce che li fa apparire altro da quello che in realtà sono o diventeranno. Parlacene.

E’ una cosa che neanche sapevo di aver dentro, ma in quei lunghi chilometri della litoranea giorno per giorno mi tornavano in mente in momenti diversi della loro vita .intendo diversi da quello che poi sarebbero diventati. proprio come se fosse saltata fuori una tigre e si fosse fermata al sole, sferzando la coda. amici con cui ho giocato a pallone e che poi ho pianto in silenzio, persone che non conoscevo e a cui avrei voluto un gran bene e persone a cui ho voluto un gran bene ma che hanno dimenticato.ma questo deve fare per me  un racconto . solo ricordare.

Un altro magico elemento che va a comporre la tua scrittura è l'ironia. La pagina nella quale si descrivono personaggi come Pepp o'Rapp, Salvatore Antiproiettile, Rafele Vietnam, Capalisca o Gennaro Baffone mentre, assunti come comparse, letteralmente rovinano le riprese di un remake de "Le Ultime Giornate di Pompei" è qualcosa di sublime. Dolore e gioia fanno parte dello stesso copione?

Sono incatenate in maniera perfetta. sono i grani di un rosario che ogni giorno ti espone a incanto e disperazione . e noi siamo comparse. di questo lungo film. Una grande primavera.

Carmine Vitale perdutamente romantico. Come rispondi?

Che è vero. Mi sento fragile davanti a quel che accade nel nostro tempo o a ciò che è stato, ma ho questo dono almeno credo di poter mettere su carta i pensieri che ha sicuramente dentro la componente di cui tu parli .senza questa voglia di crederci di perdersi nelle cose che danno sapore alla mia esistenza, non saprei piangere, né raccontarne poi .

Le pagine sulle quali si svolge questa chiacchierata, solitamente si occupano di musica, un elemento che appare nel tuo viaggio sulla Litoranea. Le radio libere, le cassette, i primi concerti di Pino Daniele nelle piazze dove "pure le mamme i carrozzini la gente si chiede ma chi cazz'è chist?". Qual'è il suono che contraddistingue Carmine Vitale.

Spesso di notte faccio pensieri sulle note di una canzone torno indietro nel tempo a quella radio ai primi dischi che conservo come doni celesti , a quei concerti a cui ho avuto la fortuna di assistere e sono davvero tanti e penso a come sarebbe stata la vita se in quel momento non avessi avuto la fortuna di ascoltare e capire . è un lungo elenco .
Ma dobbiamo essere grati al nostro cuore per quello che ha deciso di non dimenticare.

E per questo ho canzoni che hanno segnato la mia esistenza come un percorso a tappe.
La cosa che posso dirti è che se un giorno da tutto questo ne verrà fuori un film (potrebbe essere un indizio) quelle canzoni ci saranno tutte.

Vorrei terminare questo incontro con un pensiero dedicato a chi continua a visitare con la sua estrema e tragica dolcezza i miei pensieri dopo la lettura del tuo libro: Natalia.

L’universo è grande , il tempo è sorprendente .Quel biglietto è ancora li. testimonia il ricordo.
Ancora una volta come fosse uno sguardo vivo, piccolo ma vivo, presente da far brillare in un tempo accaduto nella vita degli altri.

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Carmine Vitale - Litoranea - XY.it Editorerecensione di Francesco Forlani

Ci sono opere che sfuggono ad ogni possibile cartografia che non prenda in conto l'idea di scarto, terrain vague, fossi ma soprattutto le correnti carsiche che ne attraversano il suolo facendolo, talvolta esplodere, liberando tutte quelle energie del sottosuolo troppo spesso costipate in nome di una regola, di un ordine costituito. La scrittura di Carmine Vitale è una poetica essenzialmente tellurica che procede per strappi, lacerazioni, momenti di straordinaria calma a cui seguono fasi di eruzione, lapilli e lava. La frase va a capo senza che ve ne sia bisogno, i nomi propri si accordano con la minuscola realtà delle cose e la punteggiatura sconvolge ogni canonica regola grammaticale per seguire il respiro del lettore. I racconti di Litoranea sono un catalogo di destini, un inventario di leggende personali, un archivio di memoria poetica che sola potrà far sopravvivere la lingua di una comunità che via via estinguendosi recita l'ultima parola possibile di un umano mai troppo umano.

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Carmine Vitale, è nato a Salerno nel 1965. È poeta e narratore.
Nel 1999 ha vinto il premio internazionale Emily Dickinson. Alcune sue poesie sono state pubblicate su riviste a Parigi e samizdat a Praga.

Ha pubblicato: Un giorno strano, Premio Internazionale Emily Dickinson (2010); Quello che possediamo,– a cura di studio Oblique, (maggio 2010); Alcune Cose (e una lettera di Francesco Forlani), L’Arcolaio Editore, (agosto 2010); Parigi strade e sogni di una città, Historica editore, (maggio 2011- n.e. novembre 2016); Il Leviatano di Melville, L’Arcolaio Editore (2012); Di cosa stiamo parlando, Carteggi Letterari, Le Edizioni, (maggio 2016).

Sue poesie e alcuni racconti sono stati pubblicati da diversi siti di poesia e letteratura, tra i quali: LPELS, Nazione Indiana, Microcenturie.

Ha scritto e scrive per riviste internazionali quali Il Reportage, Sud – (rivista europea), Romboid, π pi greco -, Montparnasse (Revue).

Gestisce Indypendentemente - http://www.indypendentemente.com

È stato tra i redattori di LPELS e corrispondente del quotidiano il Mattino di Napoli.

La sua poesia è attualmente in corso di traduzione in greco e in francese.

Una volta ha incontrato Hrabal alla Tigre d’Oro a Praga.
E dopo vent’anni d’inseguimento Wislawa Szymborska a Bologna.

Vive con la sua famiglia in una casa sul mare.

 
 

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