Quinta edizione della Sotterranei Night, quinta serata del festival. Sherwood 2019 apre la sua seconda settimana musicale con una serie di live in second stage organizzati assieme al collettivo underground. I giovani dal 2013 hanno contribuito a smuovere le acque della scena padovana e da anni propongono al festival una coppia di artisti: uno esterno e uno che fa parte del roaster della loro etichetta: Dischi Sotterranei.
La serata di martedì 11 giugno si presenta con un clima rilassato e positivo. Sulle 21,10 parte Roncea, artista uscito di recente con l’album Presente, che ammalia il pubblico con un rock cantautorale di pregiata fattura. Sa cucire con abilità sartoriale melodie e suoni alle parole. I massimi punti della sua esibizione si raggiungono nelle canzoni Fuggir via da qui e Muro, due brani che raccontano il viaggio e al contempo la difficoltà del movimento, dello spostarsi.
Dal vivo la voce ha il giusto timbro per portare il pubblico dentro ai suoi mondi in maniera gentile e per nulla forzata: non è un artista “hard” che spacca la scena, irrompendo furiosamente. Invita ad entrare parale dopo parola, nota dopo nota, e questo modus operandi forse permette meglio all’ascoltatore di immergersi nel clima del concerto, ancor più disteso e divertente. Il sentire di chi torna a casa dopo molto.
Sulle 23 invece, dopo un cambio palco, dovrebbe iniziare a suonare Bartolini, ma i classici imprevisti di scena si palesano, il basso non vuole portare il segnale al mixer, e l’artista attacca una cover di Marmellata #25 di Cremonini, solo voce e chitarra elettrica. Il pubblico apprezza e canta a squarciagola un brano oramai grande classico del repertorio della musica pop italiana.
Finalmente le cose si sistemano e il concerto vero e proprio s’accende: Bartolini genera un rock dal sapore pop che rimane bello spinto in ogni sua fase ascendente. Parte piano e poi esplode: una forma canzone collaudata con la quale riesce a esprimersi al meglio. Live dà la giusta sottolineatura alla melodia e all’emotività nelle parti iniziali delle canzoni, per poi contribuire al fuoco e all’energia degli strumenti, in particolare la batteria guida le vibrazioni fisiche e dell’umore. Quest’ultimo è lo strumento destinato a gestire i cambi di tensione e spinge le persone a ballare fino a pogare sotto palco. Penelope (dal primo full lenght BRT vol.1) è la performance più riuscita, sentita, condivisa fra musicisti e pubblico, e fra il pubblico stesso. Il cantante smolla a terra la chitarra qualche volta, dimostrando tutta la scarica di potenza percepita dentro un flusso in comune con la folla.
La Sotterranei Night si conclude con un bis finale e un saluto al pubblico, le cui birre iniziano a farsi vuote e i volti un po’ sudati. In generale quello che rimarrà negli anni a venire, e che cresce, anzi, di edizione in edizione, è di come il team up musicale fra Sherwood Festival e Sotterranei riesce a farti sentire a casa, artisticamente parlando, consapevole che nella Città del Santo la musica vive, pulsa ed è sempre di passaggio! Senza confini.