Gli Yosh Whale – dalla periferia alla ribalta della musica cantautoriale italiana

Indagine sui vincitori dell’ultima edizione del premio Fred Buscaglione

16 Febbraio 2019

 

Come redazione di Sherwood, siamo notevolmente impegnati nella ricerca, quasi ossessiva, di nuova musica, soprattutto indipendente ed emergente, e dunque, perché non parlare di quanti con sforzo notevole si affacciano nel panorama musicale italiano, con maestria e disinvoltura?

Quasi un anno fa ormai, si spegnevano le luci della quinta edizione del Premio Fred Buscaglione, uno dei concorsi più importanti in tema di musica emergente cantautoriale, intitolato a Buscaglione poiché scava nei meandri più profondi della musica italiana. Il progetto Sotto il Cielo di Fred, si tiene a cadenza biennale a Torino dal 2010, con l’intento complesso di scoprire la Next Big Thing ovvero sia la band del futuro, che ha visto premiare negli anni tra gli altri: Lo Stato Sociale (primo premio 2012), gli Eugenio in Via di Gioia (premio della critica 2014), i Blindur (primo premio 2016) e, infine, gli Yosh Whale (primo premio 2018). 

Venendo a quest’ultimi, per un’indagine più approfondita, viene sul serio da pensare per quanto siano qualitativamente oltre la media della produzione musicale odierna.
Gli Yosh Whale, sono nel pieno della generazione ninietis, età mediana 23 anni e provengono da una cittadina della provincia di Salerno, Fisciano, che accoglie il gigantesco campus universitario.
Il progetto è nato nel 2016 da un’idea di Vincenzo Liguori e Andrea Secondulfo, successivamente si sono aggregati al duo Ludovico Marino e Sam De Rosa. Il gruppo miscela sapientemente sonorità R&B, elettroniche e soul, creando un sound da un portato emozionale di rara bellezza. Il loro esordio avveniva con l’EP autoprodotto YAWN e ad oggi, dopo aver calcato numerosi palchi nazionali, la band sta ultimando i lavori per il primo disco.
L’espressività totale, attraversando melodie sintetiche, dispiega le ali attraverso l’uso disinibito di liriche in italiano, l’elettronica ne è protagonista ma mai in maniera invadente, il synth si sposa alla perfezione con bassi, ritmiche chitarrose e beat di grancassa e rullanti. La voce, appoggiata agli echi, è una peculiarità limpida ed incisiva, narrante di scenari mentali e inconsci fino all’imaginifico.
Nei live i quattro riescono a ricostruire in maniera pressoché identica gli sforzi delle versioni studio, con eleganza e spessore, senza deludere alcuna aspettativa.

C’è da aspettarsi grandi cose da una band con tali skills, in un viaggio musicale da vivere con trasporto, riponendo una sconfinata fiducia nel prossimo album, in uscita nei prossimi mesi.
“Per svegliarci domani nell’ultimo ieri”

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  • Yosh Whale - "Amai, perdo" (live session)
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