Il radicalismo metafisico di Monsieur Jeunot

di Mirco Salvadori

19 Dicembre 2018

Nel Sogno Sognato | 16 Ottobre 2010

Prendere coscienza che la realtà è vita assurdamente  respirata durante momenti di inconsapevole lontananza dalla stessa, attimi o forse lunghe sequenze di accadimenti diluiti nell'ovattato mondo dell'indefinito, sospensioni temporanee nelle quali gli occhi si chiudono per meglio scrutare il silenzioso pulsare del sentimento. E' un perdersi che abbandona con violenta estasi sonica la mano stretta romanticamente per tuffarsi in un voluttuoso dirompente delirio dronico nel quale convivono, al pari di un sogno, i demoni spietati e crudeli della fine inseguiti da visioni armoniche che avvolgono di assordante magnificenza anche le più oscure tentazioni della mente.
E' opera umana questa, eseguita battito dopo battito, direttamente nel centro di un cuore che vive e pulsa dentro una macchina irrorata con il sangue e le lacrime e l'amore che solo l'uomo sa creare e donare.
Le macchine sentimentalmente ricettive approdano in Laverna ed è con estremo orgoglio che quest'ultima allunga il suo indice virtuale verso quel tasto che serve ad accenderle, che serve a dar voce ad Attilio Novellino, Gianfranco Candeliere e Saverio Rosi per un progetto che vede la partecipazione in reading di Emanuele Tonon con brani tratti da 'Il Nemico', suo romanzo edito da Isbn Edizioni e Pippo Galipò con la sua 'Madonna con Bambino' che regala l'immagine alla release. Le Macchine che muovono i Sentimenti sono entrate in azione, lasciatele agire, lasciate che i vostri sogni sognati nutrano il loro lento vibrare.

"...io e la mia sposa muta facciamo l'amore soltanto nel sonno, sogniamo insieme di fare l'amore e quando siamo nella veglia ci ricordiamo dell'amore fatto nel sonno..."

Emanuele Tonon - "Il Nemico" - Isbn Edizioni

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Sentimental Machines - The Silent Bride - (Laverna NetLabel) http://www.laverna.net/releases/Lav37.html

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Questo il modo nel quale ho conosciuto Attilio Novellino otto anni or sono in compagnia di Saverio Rosi e Gianfranco Candeliere, ad irrorare di fremito digitale gli ingranaggi delle loro macchine sentimentali, le sole capaci di vivide percezioni. Di cose ne sono successe molte in questi anni, quel già denso e sotterraneo viaggio si é modificato via via che il pensiero si tramutava in suono trascritto sul supporto fisico. Molte le produzioni fatte uscire dal sound artist di Catanzaro, sia collaborazioni che lavori solisti. Ultimamente lo si può trovare con il nome di Luton, in compagnia di Roberto P. Siguera o assieme all'americano Collin McKelvey ad elaborare la concretezza del suono. Ma é nei suoi lavori solisti, a mio parere, che la potenza della sua concettualità esplode nel limpido fragore di una descrizione mai asettica. Un racconto permeato di suoni che non fanno sconti e richiedono severa lettura e un piccolo angolo nascosto nel quale rinchiuderli per riuscire a distinguerli e successivamente amarli.

Entriamo quindi in questo intimo angolo di suono e andiamo ad ascoltare le ultime due produzioni firmate dal sound artist calabrese.

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Attilio Novellino & Collin McKelvey - Métaphysiques cannibales (Kohlhaas - Weird Ear)

 

Il primo impatto é visivo. E' la dirompente immagine di copertina, una creatura che fluttua nascondendo le sue sembianze sotto un enorme copricapo capace di trasformarla in una intoccabile icona religiosa. Solo il flessuoso movimento del corpo e le cinghie che le stringono il petto e le spalle la riconducono in un contesto più vicino alla concretezza del possibile. Un gran lavoro di collage ad opera di Matteo Castro che giustamente é stato segnalato dall'autorevole A Closer Listen come autore di una delle più belle album covers di quest'anno. Continuiamo a scrutare quell'immagine mentre il suono inizia a fluire, con lentezza cominciamo ad immaginare il viso di quella sconosciuta così come percepiamo l'insieme di suoni che si dimenano sotto quel copricapo virtuale, quel non voluto ma perfetto contenitore nel quale si agitano i pensieri e le vibrazioni che essi producono. Non esiste un percorso lineare che segni la rotta d'ascolto, il suono nasce, rimbalza, si mescola, si distende, prende forma e poi si frantuma in cento rivoli dai quali fuoriescono possibili racconti compiuti scritti su pagine fragili da girare, colme di appunti e note a margine. Il suono si agita, schiuma, ricade indietro coprendo con violenta concretezza contemporanea l'instabile equilibrio raggiunto, quasi si auto alimentasse della sua stessa essenza. Un universo in contino cambiamento, instabile e voracemente proiettato verso la dimensione metafisica, un luogo nel quale giungiamo avvolti nel raggiunto silenzio della modulazione che procede, lenta e inesorabile verso il vasto intrico di onde magnetiche cariche di voci e ricordi distorti destinati ad essere nuovamente ingoiati nella bellezza di una bufera elettrica che lascia dietro sé le ultime scariche sintetizzate e raccolte attraverso la manipolazione di un processo granulare capace di creare ciò che aveva distrutto. Cannibalizzare sè stessi, e rinascere altro da ciò che si era, mantenendo la memoria di un delicato arpeggio che procede in loop dentro l'eco commovente del suo stesso ricordo.

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Attilio Novellino - A Conscious Effort (Midira Records)

 

Si fatica ad uscire dal campo del metafisico. L'ultimo lavoro di Attilio Novellino sembra contenga intatte le premesse del viaggio appena terminato ma le tessiture di purezza ambient ricoperta di finissima polvere noise, ci riportano al centro del nostro stesso essere. Ripiegati su noi stessi ascoltiamo, ci ascoltiamo mentre il suono sgorga con l'innata violenta eleganza del pensiero che lo sostiene. La cerimonia inizia sotto la spinta della coscienza decisa ad analizzare e comprendere quanto accade nel corso del processo creativo che porta alla nascita del pensiero indissolubilmente legato allo stato d'animo. Attilio Novellino dimostra la sua estrema bravura e capacità interpretativa agendo sull'impalpabile materia elettronica al pari di uno scrittore alle prese con la furia del sentimento. Il suo scrivere ci inchioda alla lettura, ci trasporta nei luoghi lontani dove sgorga la potenza del suo racconto, ci stordisce di noise e rabbia elettrica, ci rapisce con la sua minimale e seminale parabola interpretativa colma di irrefrenabile enfasi classica contaminata con dosi massicce di post-modernismo erroneamente scambiato come pensiero ermetico. Ci travolge con l'onda crescente di suono che dilaga alla ricerca di spazi sempre più ampi nei quali amplificare il suo denso e inconfondibile segnale.

Merci Monsieur Jeunot, il suo radicalismo profuma di irrefrenabile e mai vinta voglia di rivoluzione.

 
 

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