Live report a cura di Mirco Salvadori

Alessandra Novaga "Il Salotto Improvvisato"

Hôtel Londra Palace - Venezia 02.05.2018

3 Maggio 2018

Foto in b/n di Mauro Sambo

Il classico studioso di musica la definirebbe “la discesa agli inferi della chitarrista classica”, l’abbandono dell’incantato e impegnativo pentagramma per la desolata landa del suono senza regole. Noi, che viviamo sulla sponda opposta dell’ampio fiume da sempre confine tra le due appartenenze, non possiamo che gioire ascoltando l’impervio fluire delle note suonate da Alessandra Novaga lungo gli spazi severi ed eleganti dell’Hotel Londra Palace, unico rappresentante veneziano della catena Relais & Châteaux che ospita l’ultimo appuntamento del “Salotto Improvvisato”, una serie di incontri musicali ideati da Elena Ferrarese e curati da Enrico Bettinello e Veniero Rizzardi.

Tra le migliori esponenti del suono innovativo, fortemente legato alla disciplina teatrale e d’avanguardia, la Novaga si è svelata nel corso di una simpatica ed interessante chiaccherata con Veniero Rizzardi - che ricordiamo essere, tra le varie cose, uno dei fondatori dell’Archivio Luigi Nono di Venezia - sospesa tra racconto personale e musicale, quest’ultimo esposto in tre brevi episodi di diversa natura, tutti riconducibili al suo percorso di ricerca nel campo dell’espressione sonora legata all’uso della chitarra elettrica.

ATTO PRIMO: John Zorn ovvero Book of Heads.

Una ‘vecchia conoscenza’ questa, per la Novaga. I “35 Etudes” del sassofonista e compositore americano fanno parte del suo repertorio live e la ‘folle’ e lucida interpretazione di uno di essi ha fatto subito comprendere di che pasta sia fatta questa musicista che sapientemente riesce a rileggere ed interpretare spartiti di difficile decifratura per chi non disponga di una reale e seria preparazione accademica e apertura mentale. Come accennavamo prima, la musicista milanese di adozione, volontariamente si è allontanata dal mondo classico. La sua scelta dettata dall’iterazione costante di moduli musicali ‘prevedibili’ l’ha portata verso il campo del possibile sonoro, lì dove si possono ‘inventare’ interpretazioni e sconfinamenti impensabili per il codice classico comunque legato allo spartito originale. Questo certo non comporta l’abiura di una carriera classica degna di assoluto rispetto, un’esperienza che comunque mantiene il suo valore costante e aiuta ad affrontare difficili percorsi espressivi quali quelli composti verso la fine degli anni ‘70 dall’imprevedibile e giovane John Zorn. Una piccola e fulminante rappresentazione di valore sonoro e teatrale, con la musicista che deve controllare lo strumento esprimendosi anche con una serie di altri oggetti, in questo caso dei palloncini che vengono violentemente schiacciati o usati come plettri gonfiati con elio pronto a deflagrare nell’inebriante scoppio artistico.

ATTO SECONDO: Fassbinder Wunderkammer

Nel Gennaio del 2017 esce per Setola di Maiale il terzo lavoro su vinile della chitarrista, un disco interamente dedicato al cinema del regista Rainer Werner Fassbinder. Un disco che riesce ad esplorare il lato oscuro di una filmografia tanto essenziale, a volte grezza, quanto carica di sentimento, violenza e triste dolcezza. A Venezia la Novaga ha eseguito l’ultimo brano del disco, quel ‘Each Man Kills The Thing He Loves’ a suo tempo interpretato anche da Jeanne Moreau e contenuto nella colonna sonora di ‘Querelle di Brest’, romanzo di Genet portato sullo schermo da Fassbinder nel 1982.
A sorprendere da subito è la dolce melodia della sei corde elettrica sulla quale si inserisce il lento cantato che sovrapponendosi in loop permette alla voce di iniziare un deragliante viaggio dentro il malessere, il dolore e la nostalgia. Una vera e propria esperienza teatrale dalla quale si esce decisamente colpiti e commossi.

ATTO TERZO: un inedito omaggio a Iosif Brodskij

Il premio Nobel per la letteratura, Iosif Brodskij, soggiornò nell’Hotel che questa sera ospita i suoni di Alessandra Novaga. Il riverbero della sua voce ancora alberga in queste stanze, la si sente recitare ‘Natura Morta’, la famosa poesia, mentre il respiro elettrico l’accompagna instancabile. Due suoni che si incontrano e sovrappongono, il passato e il presente uniti nella creazione di un linguaggio destinato a percorrere le strade delle sonorità future.

«Data la natura solipsistica di ogni ricerca umana, questa sarebbe una reazione onesta come qualsiasi altra alla nozione di creatività. Vista dall’esterno, la creatività è oggetto di fascino o di invidia; vista dall’interno, è un esercizio continuo di incertezza e una scuola terribile di insicurezza. In entrambi i casi, un miagolio o qualche altro suono incoerente è la risposta più adeguata ogniqualvolta si invochi la nozione di creatività».

Iosif Brodskij, Il miagolio di un gatto - Adelphi 2003

 
 

Diserzioni logo

 
 
loading... loading...