Punti di luce che vibrano nella distanza

di Mirco Salvadori

21 Marzo 2018


MEANWHILE.IN.TEXAS - ROOMS DELAYEDGolden RuinsLimited Edition Cassete+Postcard Sonorus Records - 2018

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Ho guardato in basso, e di colpo c’era la città, come un immenso lago nero pieno di plancton luminoso, esteso fino ai margini dell’orizzonte. Ho guardato i punti di luce che vibravano nella distanza. Quelli che formavano un’armatura sottile di paesaggio, fragile, tremante, quelli in movimento lungo percorsi ondulati, lungo traiettorie semicircolari, lungo linee intersecate. C’erano punti che lascivano tracce filanti, bave di luce liquida; punti che si aggregavano in concentrazioni intense, fino a disegnare i contorni di un frammento di città e poi scomporli di nuovo, per separarsi e allontanarsi e perdersi sempre più nel buio. Li guardavo solcare spazi del tutto neri che colmavano inerti il vuoto, in attesa di assorbire qualche riflesso nella notte umida (Andrea De Carlo – Treno di Panna – Einaudi 1981)

Assorbito dall’ascolto rileggo il finale del primo romanzo scritto da De Carlo nei primi anni 80. Inconsciamente ho mirato a queste a pagine seguendo il suggerimento di un suono che ha sospinto la mia debole memoria al margine di quell’universo così perfettamente descritto dall’autore milanese. Immagini indistinte, filamenti di visioni, frammenti di città, scie di vita che illuminano il cielo fino a perdersi sempre più nel buio. Se il racconto di un viaggio con a fianco la gioventù era quello descritto in Treno di Panna, viaggio è anche questo racchiuso lungo il nastro magnetico di una preziosa audiocassetta nera. Un percorso che prevede sette cambi così come li prevede il nostro respiro fintanto che ci è dato di usarlo: Ascension, Fetus, Faith, Hope, Decay, Bleankness e Descension. Questo il cammino della nostra vita secondo due formidabili interpreti e traduttori di immagini in suoni: meanwhile.in.texas ovvero Angelo Guido e Vincenzo Nazzaro in arte Rooms Delayed autori di Golden Ruins, una superba release per l’etichetta barese Sonorus Records.
Un racconto che, al pari di quanto scritto nella lettura iniziale, crea luminose scie elettriche che permettono la visione indistinta di un percorso dai forti contrasti, scatti in bianco e nero che hanno la facoltà di trasformarsi in vividi ricordi difficili da abbandonare.
Due chitarre, effetti e pedaliere usate come non ci fosse un domani per descrivere l’attimo presente. Ondate consecutive di suono allo stato puro che filtra attraverso le cuffie e lentamente trasporta l’ascoltatore dallo stato di conscia percezione all’assenza di coordinate, sospeso nella caduta verso l’alto o nella discesa infinita che non ci è dato conoscere… punti di luce che vibrano nella distanza.

 

 
 

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