L'Italia da Gramsci al gossip

L'egemonia sottoculturale - Massimiliano Panarari

Einaudi Editore, 2011

4 Aprile 2011

La televisione, odiata o amata che sia, non ha comunque mai lasciato indifferenti anche se è stata in grado di renderci tali di fronte alla realtà di ogni giorno. Eppure già dalla sua prima apparizione nel gennaio del 1954 sino alla fine degli anni ’70, il suo compito, attraverso programmi come Non è mai troppo tardi del pedagogo Alberto Manzi o gli sceneggiati delle grandi opere letterarie a cura di Giorgio Albertazzi, è stato quello di educare la popolazione italiana. Popolo che ancora risentiva di una forte frammentazione culturale e che, proprio attraverso programmazioni televisive di questo genere, incominciava a familiarizzarsi con una cultura nazionale e con il concetto stesso di nazione.
Questo modo di fare televisione cambia radicalmente con l’inizio dei “favolosi” anni ’80, grazie soprattutto alla diffusione delle prime reti televisive private.

Ne L’egemonia sottoculturale, edito da Einaudi, si delinea l’acuta e tagliente analisi di Massimiliano Panarari, per il quale proprio questi anni rappresentano uno spartiacque cruciale. Se fino ad allora un progetto di egemonia culturale era stato pensato solo a sinistra e più propriamente all’interno dei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci, con l’avvento del neoliberismo di stampo reaganiano anche i più conservatori entrano all’interno di quest’ottica, ribaltandone radicalmente le finalità.
Infatti la società dentro alla quale si sviluppa la riflessione gramsciana era quella dominata dall’efficienza produttivistica del fordismo, sempre e comunque fondata sullo sfruttamento del proletariato. Ed era proprio quest’ultimo, secondo il pensatore sardo, che doveva spezzare il giogo culturale borghese per imporre una propria ideologia che determinasse in senso positivo una rinascita della cultura italiana. Negli anni ’80 invece la parola d’ordine che viene a imporsi è quella di “immagine”, legata spesso (ma non solo) al prodotto da cui proviene.
Proprio intorno a quest’ultimo termine ruota la successiva riflessione di Panarari, che si incentra sulla trasformazione della società civile in società dello spettacolo, riprendendo temi e intuizioni del testo situazionista La società dello spettacolo di Guy Debord. Oggetto di questa riflessione diventano così i primi programmi di intrattenimento che hanno in Drive in di Antonio Ricci e di Lorenzo Beccati la più rappresentativa e perciò anche più imitata forma(t) di fare televisione. Ed è proprio con il primo dei due autori televisivi che si ribalta il già accennato concetto di egemonia culturale: non più un disegno volto in positivo a migliorare la formazione del singolo telespettatore, ma un indirizzo teso a circoscrivere l’attenzione di quest’ultimo entro limiti ben precisi (per lo più in quelli di prosperose vallette).
L’esperienza televisiva non è la sola però a contribuire a questo nuovo clima, ma anche la carta stampata ha il suo ruolo, “degnamente” rappresentato da Alfonso Signorini diventato ormai “ministro della Propaganda” di Silvio Berlusconi: è proprio nelle pagine di Chi e Tv Sorrisi e Canzoni che si realizza al meglio il nuovo modo di “fare sottocultura”. Una nuova pratica che va a braccetto con la politica e che mira a smussarne gli angoli bui per restituirne al grande pubblico un immagine fittizia volta a evitare qualsivoglia giudizio che destabilizzi l’ordine deciso.

Panarari tratteggia così un clima culturale decisamente non confortante e tuttavia riesce a non scadere nella retorica dei bei tempi andati. Anzi è proprio lo stile diretto e chiaro, che lascia poco spazio alle incertezze, a metterci di fronte ad una scelta: continuare a rimanere nel vicolo cieco dell’indifferenza o reagire con la nostra intelligenza critica.
Una piccola menzione a parte va fatta per la bibliografia che, ricca e precisa, ci introduce ad un panorama letterario che è sempre passato in sordina e che invece sarebbe un utile strumento per indagare il nostro tempo.

 
 

LINK UTILI:

La società dello spettacolo (il testo di riferimento del situazionismo online senza copyright)

 

TITOLO: L'egemonia sottoculturale

AUTORE: Massimiliano Panarari

EDITORE: Einaudi

COLLANA: Passaggi Einaudi

ANNO: 2010

PAGINE: 148

PREZZO: 16,50€

 
 
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