Racconto ispirato dal brano dei "Pearls Before Swine" nella versione dei "This Mortal Coil"

The Jeweller (This Mortal Coil)

Estratto dal libro "Canzoni per solitudini insonni" (Youcanprint)

14 Febbraio 2018

“Cenere sei e cenere ritornerai” ripeteva il prete nel giorno che seguiva il carnevale. Non ho mai amato particolarmente la festa delle maschere e della goliardia, così nel giorno che seguiva questo periodo tiravo un sospiro di sollievo. Finalmente libero da questa pagliacciata!

Ma ogni giorno ha la sua pena, ed essendo cresciuto in una famiglia religiosa e praticante, in quel giorno dovevo recarmi in chiesa, ricevere le ceneri in testa e ricordare che devo morire.

Sembra una banalità ma spesso viviamo dimenticando che la morte è l'unica certezza che abbiamo. Ho sempre visto questo “Cenere sei e cenere ritornerai” come un invito a fare caso a quando siamo felici, a godersi il momento, perché niente è per sempre.
Niente è infinito nemmeno il gioiello della pubblicità, quella che perentoriamente ci dichiara “un diamante è per sempre”. Me lo ha confermato il vecchio gioielliere del paese nel racconto di quando era giovane e lucidava i gioielli che il tempo graffiava e rovinava. Usava la cenere, la stessa che il prete ogni anno andava a prendersi per poi spargerla sulle nostre teste. Ma nonostante l’olio di gomito al massimo poteva coprire quelle piccole ferite, non certo curarle. Comunque si premurava di rassicurare i clienti con una piccola bugia: “eccolo è come nuovo” sapendo benissimo che la vecchiaia non si cancella nemmeno in un gioiello.
La sua saggezza mi ha insegnato che i gioielli nella vita sono preziosi, ma sono diversi da quelli che tratta lui e sono fatti brillare solo dal desiderio.
I miei gioielli erano soprattutto sonori ed erano fatti di un materiale chiamato vinile oppure nascosti dentro il nastro di una cassetta. Mi accompagnavano ovunque anche nei posti più impensabili. Ad esempio quando seguivo gli amici in discoteca portavo con me, nel walkman, le mie canzoni e snobbando felicemente le proposte del dj ascoltavo la mia musica seduto in disparte. Per sembrare ancora più dark e malinconico mi ritrovavo sui divanetti a flirtare con il mio suono e con i libri di qualche poeta maledetto.

“L’adorata era nuda, e, conoscendo il mio cuore,
Non aveva conservato che i suoi gioielli sonori.”

Così leggevo dai “Fiori del male” di Baudelaire quella notte in una discoteca di Jesolo. Un locale di quelli esclusivi, di tendenza, dove non si poteva mancare. Nonostante le grandi attese dei miei amici stavo, al solito, totalmente spaesato in quel luogo da ballo/sballo e di inutili 4/4 sparati da potenti subwoofer. Mentre vagavo cuffie in testa e libro in mano nel buio reso accecante dalle luci stroboscopiche lei si avvicinò e mi baciò. Un lungo bacio sulla bocca, di quelli che lasciano il segno, di quelli che fermano il tempo.
Ricorderò per sempre quel momento, il bacio, la poesia, la canzone che l'hanno accompagnato.
Un gioiello!

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