Snatura Rock del 28 gennaio 2018

Intervista ai Dollaro D'onore, ai Malmo, ai Lebowski e a Naomi Berrill

1 Febbraio 2018

h14.50 Intervista ai Dollaro D'onore
"Il Lungo Addio" è l'esordio dei Dollaro D'onore, band dalla chiara passione per le colonne sonore western e il loro grande interesse è ben elucubrato, tanto che alle musiche aggiungono anche i testi di Luca Capponi che racconta i personaggi del west con le sue storie a corredo dei brani sul cd. Le musiche sono coinvolgenti e con i classici colpi di scena che la musica sa gestire con gli strumenti a fiato per le emozioni, gli strumenti a corda per i momenti di tensione o di pathos e le percussioni per gli spostamenti. Ne parliamo con Lorenzo Pinto: tastiere, pianoforte, moog, fisarmonica e seaboard.

h15.30 Intervista ai Malmo
I Malmo hanno esordito per Manita Dischi alla fine dell'anno scorso con "Manifesto della chimica romantica". Un disco post rock con principi saldi e positivi, fondamentalmente romantici. Spinte emozionali raccolte dagli intrecci delle chitarre, il planare quasi come un bisogno primario per essere felice e guardare cosa accade da un'altra prospettiva. Ne parliamo con Daniele, cantante e chitarrista.

h16.00 Intervista ai Lebowski
A due anni da "Disadottati" tornano i Lebowski con il loro quarto album "Cura violenta". Un disco ispirato con tempi strumentali importanti che raccontano più delle parole. Un approccio punk che incontra testi sulla presa di coscienza, sul punto d'incontro con sé stessi scegliendo di volta in volta se trovare un amico o un nemico. Grande impatto. Grandi canzoni. Ne parliamo con Nicola Amici, sassofonista e chitarrista.

16.30 Intervista a Naomi Berrill
Dopo l'album di cover del 2015 "From the Ground" alla fine dell'anno scorso esce "To the sky", il primo album di inediti della violoncellista e cantante Naomi Berrill, irlandese di nascita ma da qualche anno di stanza a Firenze. Un disco in cui l'acqua torna come elemento d'ispirazione. Canzoni che raccolgono la malinconia che fanno trasparire serenità più che la più tradizionale tristezza.

Francesca Ognibene

 
 

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