ReadBabyRead #38 del 15 settembre 2011

Adonis: “Tomba per New York”

15 Settembre 2011

Adonis

Tomba per New York


per info su Franco Ventimiglia e Claudio Tesser:

www.letturaealtricrimini.it


Legge: Franco Ventimiglia


Nato in Kassabeen, in Siria, nel 1930, Ali Ahamd Said adotta lo pseudonimo di Adonis all’età di diciassette anni. Nel 1959, per ragioni politiche, si è trasferito a Beirut, dove studia filosofia alla St. Joseph University e ottiene il dottorato nel 1973. Dopo che nel 1955 viene imprigionato per sei mesi per la sua attività politica come membro del Partito Socialista siriano, si trasferisce in Libano, acquisendo la cittadinanza libanese. Nel 1960 riceve una borsa di studio a Parigi e dal 1970 al 1985 è professore di Letteratura Araba presso l’Università Libanese. Nel 1976 insegna alla Damascus University e nel 1980 insegna arabo alla Sorbona. Ha in seguito insegnato e tenuto corsi presso molte università occidentali ed è tornato definitivamente a Parigi nel 1985, qui è stato nominato delegato permanente aggiunto della Lega Araba presso l’ U.N.E.S.C.O. Poeta e studioso di poetica è considerato il caposcuola dei nuovi poeti arabi. Nel 1957 ha fondato Sh’ir poetry magazine e nel 1968 il giornale di politica e cultura Mawaqif, la cui pubblicazione ha luogo a Londra. La sua poesia, di tono fortemente sociale e politico, è amata soprattutto dai giovani ed è stata definita una poesia dei luoghi poiché luoghi quali Marrakech, Fez e Cairo diventano simboli dei sentimenti provati dal poeta. Poeta del paradosso e dell’estremo, Adonis ama affermare che la scrittura è l’opposto della poesia, poiché un testo poetico incorpora una molteplicità di livelli, linguaggi, forme espressive e ritmi. Profondo conoscitore della poesia araba ma anche di quella europea e occidentale in generale (è noto un suo saggio sul surrealismo e sul simbolismo), Adonis, pur meditando sulle forme antiche del linguaggio, si libera nei suoi lavori dalle forme tradizionali della scrittura classica araba per ricercare il valore assoluto della parola, espresso dal verso libero. Poeta della tensione mistica e della ricerca continua sui più grandi misteri dell'esistenza, Adonis si pone come cantore dell'esilio e dell'ininterrotto dialogo tra passato e presente.
L'opera di Adonis, più volte candidato al Nobel per la letteratura, comprende diverse raccolte di poesie tradotte in molte lingue. Tra le più significative: Qālat al-Ard (1952; Disse la terra), Aghānī Mihyār ad-Dīmashqi, (1961; I canti di Mihyār ad-Dīmashqi), Qabr min Ağl New York (1971; Una tomba per New York), Kitāb al-Hisār (1986; Il libro dell'assedio), Introduzione alla poetica araba (1992), Poesie (1993), Siggil (2000), Mussiqa al-hut al-azraq (2005; La musica della balena azzurra). In Italia gli è stato assegnato nel 1999 il Premio Nonino per la poesia. Ha scritto inoltre Desiderio che avanza nelle mappe della materia. Testo arabo a fronte, San Marco dei Giustiniani, 1997; Memoria del vento, Guanda, 1998; Nella pietra e nel vento, Mesogea, 1999; SIGGIL, Interlinea, 2000; La preghiera e la spada, Guanda, 2002; Cento poesie d'amore, Guanda, 2003; Libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte, Mondadori, 2004; Oro, incenso e Siria , Mondadori, 2005; La musica della balena azzurra. La cultura araba, l'Islam, l'Occidente , Guanda, 2005; Memoria del vento , Guanda, 2005; In onore del chiaro e dello scuro, Archivi del '900, 2005, Oceano nero, Guanda, 2006.Di lui dice il poeta Giuseppe Conte, figura fondamentale del rinnovamento della poesia italiana, che lo ha fatto conoscere al nostro pubblico: “È un maestro della poesia mondiale e lo considero uno dei miei fari spirituali. È straordinaria la sua capacità di mettere insieme la cultura araba, da cui nasce, e quella occidentale, verso cui muove. Ma è anche un poeta d’amore, che sa raccontare e far emergere dell’amore ogni angolo, brivido e mistero”.
In “Tomba per New York”, tratta dalla raccolta “Memoria del vento”, Adonis, utilizzando sovente e con sapienza la figura retorica della metafora, dialoga con la cultura occidentale, si misura con le sue idee. E vi è una profonda critica alla civiltà occidentale. A New York sembrano rinnovarsi eternamente, infatti, nelle immagini del poema, violenza e oppressione.


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Adonis legge una sua opera, Parigi, 2006
Pierre Fournier, Suite n. 1 per violoncello solo (Johann Sebastian Bach)

 
 

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Una foto di Adonis

 
 

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