ReadBabyRead #36 dell’1 settembre 2011

Gregory Corso: “Bomba”

1 Settembre 2011

Gregory Corso

Bomba

per info su Franco Ventimiglia e Claudio Tesser:

www.letturaealtricrimini.it

Legge: Franco Ventimiglia


"Questa poesia, scritta in forma di fungo atomico, è uno dei manifesti della beat generation, accanto a Urlo dell’amico Allen Ginsberg, e fu ispirata a Gregory Corso da una dimostrazione contro la bomba atomica alla quale il poeta assisté in Inghilterra nel 1958. Di quella dimostrazione non lo impressionò tanto lo scopo quanto la carica di odio, di violenza, di rabbia. Un odio simile, una violenza simile gli parvero almeno altrettanto mostruosi che la bomba e gli parve che la mostruosità distruggitrice della bomba non fosse diversa dalla mostruosità distruggitrice di uomini che tentavano di annientare una cosa nel momento stesso che l'avevano creata.(...) Così Gregory Corso scrisse una lettera d'amore alla bomba atomica; e non capì perché tutti inorridissero. Perché tutti provavano orrore per la bomba atomica e non ne provavano invece nel vedere «i bambini abbandonati nei parchi» o «gli uomini che muoiono sulle sedie elettriche»? Perché tutti odiavano la bomba atomica e non odiavano invece il flagello e l'ascia, la catapulta di Leonardo da Vinci e i tomahawk indiani, la spada di San Michele e la lancia di San Giorgio, la pistola che uccise Verlaine e le armi dei gangsters? Perché tutti avevano paura di morire per la bomba atomica e non avevano paura di morire annegati o fulminati, morire di cancro o, peggio di tutto, di vecchiaia?".

[Fernanda Pivano]

Gregory Corso nasce Il 26 marzo 1930 a New York da genitori italiani; una famiglia instabile che lo mette di fronte a situazioni come l’orfanotrofio, fughe e riformatorio. A diciassette anni progetta una rapina per cui poi viene arrestato; in carcere conosce la letteratura del grande Ottocento e scrive poesie già verso la fine degli anni Quaranta. Nel ’50 conosce Ginsberg per caso al Greenwich Village. La prima raccolta di poesie è The Vestal Lady on Brattle a cui segue un periodo di connessione culturale europea. Sempre negli stessi anni stabilisce anche rapporti con i maggiori esponenti della Beat Generation. Nel ’62 pubblica Long Live Man e nel ‘70 Elegiac Feelings American, collaborando sporadicamente nel cinema e nel teatro. Dopodiché si è orientato sempre più verso le filosofie orientali e nel ’74 ha pubblicato The Japanese Book, in cui trova sbocco artistico la propria esperienza religiosa. The Vestal Lady on Brattle (1955) rappresenta l’esordio letterario del poeta e anche il primo insuccesso editoriale, dove vistoso risulta l’influsso di Whitman e Shelley; il tutto si svolge attorno ad intricate vicende interiori espresse il più della volte con grande indecisione ed instabilità data dalle varie intenzioni e dai vari modi di esprimersi che si sovrappongono e che confondono. I temi, personali, e gli stili, "allucinati", sono accompagnati della realtà urbana vista nella sua routine quotidiana; in un certo senso ci si trova di fronte ad una sorta di "bestiario", una serie cioè di caricature distorte delle personalità, più o meno spersonalizzate, che si incontrano nel mondo occidentale. Nel ’58 viene separatamente pubblicata “Bomb”, altrettanto famosa che “Howl” e importante manifesto della Beat Generation. Il tono generale di questa raccolta è più cupo della precedente e difatti si viene proiettati in un incubo metropolitano, la metafora del decadimento e della disgregazione: l’ombra della bomba atomica.La sua poesia è decisamente beat per i suoi aspetti bizzarri, provocatori e caricaturali, ma il poeta è più diretto verso un idealismo che gli fa dire che cerca "an America to sing hopefully for". Il suo cammino è estremamente contorto, segnato da ripensamenti e marce indietro e proprio a questa sua incertezza va ricondotto il suo sperimentalismo, fatto di versi che si rincorrono l’uno con l’altro senza alcuna sorta di interpunzione.



Le Musiche, scelte da Claudio Tesser



Robert Altken, Itinerant (Toru Takemitsu)
Robert Altken, Air (Toru Takemitsu)

 
 

Logo di articolo:

Gregory Corso in una foto di Hank O’Neil

 
 

    audio

loading... loading...