Malinconia deep di un'esperienza collettiva vissuta singolarmente

Paul Kalkbrenner live report

Spiaggia del Faro, Jesolo (Ve) - 31 Luglio 2011

3 Agosto 2011

Il lido di Jesolo è un lembo di terra lungo circa 10 chilometri, incastonato fra la pineta di Cortellazzo (con annesso allevamento di zanzare nella “Laguna del mort”) e i bungalow/campeggi di Cavallino, su cui hanno costruito di tutto. Gli alberghi arrivano ad un passo dal mare e se potessero metterebbero gli ombrelloni anche in acqua. Così un bagnante poco avvezzo al nolo di ombrellone e lettino è spinto ai margini dove resistono non molti metri quadri di spiaggia “libera”.

Una di queste è la spiaggia del Faro che storicamente ha una conformazione molto giovanile grazie alla movida proposta dai chioschi piantati sulla sabbia e ad alcuni rinomati e frequentatissimi locali come il Terrazzamare.

È Domenica 31 Luglio, il cielo è velato, l'acqua fa un po' schifo anche se Jesolo ha vinto la bandiera blu e ci stiamo ancora chiedendo perché.

Ancor prima di raggiungere il Faro, lo scenario che vediamo è post-atomico. Le auto parcheggiate anche dove non ci stanno, frotte di giovani che assaltano supermarket per carburare, bottiglie sparse ovunque, fattori che ci fanno presagire che sarà una serata di quelle memorabili.

Sono un bel po' di anni che al Faro passano fra le più note star della consolle e ormai lo “Jesolo Beach Dj Superstar” è uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati della club culture internazionale. Su quella sabbia ci sono passati più o meno tutti: Fatboy Slim, Chemical Brothers, Tiesto, Bob Sinclair, Moby, Sven Väth, ecc...

Quest'anno gli organizzatori hanno scelto Paul Kalkbrenner, una stella in repentina ascesa che ha visto un'impennata della sua fama dopo la sua partecipazione nel film Berling Calling (per tanti un cult) come protagonista e realizzatore della colonna sonora. A tutti gli effetti una dichiarazione d'amore per la sua città.

8 mila prevendite e 12 mila spettatori previsti che avranno sorriso, come abbiamo fatto noi, alla lettura del biglietto d'ingresso che recitava “concerto di musica leggera”.

Entriamo e ci vengono i brividi.

Il sole sta tramontando dietro al palco. La spiaggia è occupata da corpi sudati e danzanti, nelle retrovie c'è già qualche mostro e qualche morto.

Via le scarpe, i piedi sulla calda sabbia, le orecchie investite prima da Giuliano Veronese, poi da Albertino. Compito difficile il loro. Tutti stanno attendendo Paul Kalkbrenner e la pausa di 15 minuti per preparargli il palco sembra un secolo.

Un attimo di silenzio irreale. Poi un suono di sirena di una nave che viene da lontano. Un vascello che porta il tripudio fra il pubblico. Le ragazze salgono sulle spalle dei ragazzi e la skyline si rivoluziona.

Comincia. La musica cambia. Decisamente.

Paul Kalkbrenner apre le danze e spiragli di cosmo con il singolo Jestruepp che ha lanciato il suo ultimo album Icke Wieder, un esempio perfetto dell'eleganza della techno berlinese.

La sua musica è geometrica come le immagini proiettate dal visual show dalle tinte violacee.

Quando torna a Berlin Calling con Aaron e Azure si sfiora il cielo e il pubblico esplode. Letteralmente.

Siamo allibiti dalla purezza del suono, d'altra parte ormai le nostre orecchie sono rovinate dal decennio low fi, e rimaniamo esterrefatti quando incomprensibilmente scompare per qualche secondo. Un calo di tensione elettrica, e un boost di rabbia per Kalkbrenner. Si vede che è incazzato come una jena. Allora arriva Altes Kamuffel che forse sarà la punta più alta di tutta la serata. Malinconia deep di un'esperienza collettiva vissuta singolarmente. Mai come ora, in questo evento estivo “fatto di quel sudore-misto-lacrime del sogno disco”, capiamo il senso della vita. Solo che poi ce lo dimentichiamo.

Sullo schermo dietro Kalkbrenner compare il simbolo di Berlino: la torre di Alexanderplatz. Qualcuno giura di aver visto piangere d'invidia il Faro di Jesolo.

Da qui in poi è tutta discesa. Ci allontaniamo per guardare da lontano il corpo unico che si muove a spasmi. Arriva pure un remix di Praise You di Fatboy Slim. Urla.

Ce ne andiamo con alle spalle il rimbombo di una festa che non è ancora finita mentre meditiamo sulla “magia/tragedia insita nella pratica di vivere per il weekend e poi pagarne le conseguenze negli altri giorni della settimana”. Una risposta non è riuscita a darla nemmeno Simon Reynolds. Noi non ci proviamo neanche, ma di una cosa siamo certi: domani verranno prese d'assalto le farmacie, come adesso vengono presi d'assalto i bar.

Ibuprofene come se piovesse. Per tutti.

 
 

    foto

  • Paul Kalkbrenner live @ Faro di Jesolo - Foto di Franz
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