La tempesta... nella tempesta

Villa Tempesta Live Report

Villa Manin, Codroipo (UD) - 23 Luglio 2011

25 Luglio 2011

Arrivare a Villa Manin (Codroipo, Pordenone) con il sole che picchia sulla schiena e il sudore che lentamente t'accarezza la fronte fa ripensare agli amici che ti dicevano di non partire e al meteo che t'ha obbligato a caricare lo zaino di maglie, maglioni, maglioncini, ombrelli, giacca a vento, un termosifone:  pensi che vorresti essere in costume, ma ti consoli che presto arriverà la sera, forse un pò di fresco e quattordici gruppi pronti a scatenarti con te.
Hard core Tamburo, infatti, Cosmetic, Altro, Uochi Toki, Fine beffare you came (che però stasera saranno assenti), Il Pan del Diavolo, One Dimensional Man, Smart Cops, The Zen Circus, Massimo Volume, Le luci della centrale elettrica, Tre allegri ragazzi morti e Aucan, sono gruppi prodotti dalla medesima etichetta Tempesta, che stasera organizza il suo secondo festival per gli appassionati di musica alternativa e che per l'occasione è stata appunto chiamata: Villa Tempesta.
Durante la serata inoltre, sarà presente Giorgio Canali che suonerà con gli Aucan, per girare il loro primo video live.

Alle sei aprono le danze gli Altro, con il loro punk energetico e arrabbiato: avevano esordito con l'album "Aspetto" e ora ce lo gridano tutto d' un fiato, per farci capire fin da subito che qui non si scherza.
Passano pochi secondi da quando la chitarra di Alessandro Baronciani è muta che dal palco affianco, l'eco di un bidone fa da richiamo alla folla: sono gli Hard core Tamburo, nati dal progetto di percussioni ed elettronica di Gian Maria Accusani, costola dei Sick Tamburo. Sono uno spettacolo solo a guardarli, tutti vestiti di nero, con delle bende sul viso, in perfetta sincronia fra loro: si lasciano definire "piccola orchestra urbana", usano oggetti metallici come i bidoni e le bacchette di legno con cui producono suoni primitivi, industriali dal ritmo tribale. E' difficile non seguire il tempo con i piedi.
Con i Cosmetic, il tono rallenta e si addolcisce: Trob ne ha passate tante ed è da questo che nasce la sua musica e il loro secondo album di inizio anno ("In ogni momento EP"): la vera protagonista del gruppo è la chitarra a cui poi si aggiunge il tono più rigido del basso, il ritmo martellante e frenetico della batteria e la voce ordinata, pacata e distesa che racconta di sbagli, relazioni e lacerazioni di un' età che ancora a trent'anni vive di mancanze.
Intanto sul secondo palco un leggio e un consolle aspettano i Uochi Toki: Napo e Rico hanno registrato in un cd un libro, appunto il loro "Libro Audio", fatto di racconti e personaggi -per l' esattezza 36- che hanno fatto la loro storia. Sono un caso a parte del rap italiano e solo dal live se ne comprende il motivo: non basta saper fare denuncia!

Intanto la Villa va riempiendosi e la gente approfitta alla breve pausa, dovuta all'assenza dei Fine Before You Came, per curiosare tra i banchetti di accessori e quelli degli artisti e per mangiare un panino.
L'aria invece si è fatta più fresca e il cielo pare annuvolarsi più del previsto, ma arrivano i Pan del Diavolo a distrarre ogni preoccupazione.
Sono in due e usano due chitarre e un tamburo, null'altro: da qui nasce il loro folk n' roll siciliano. Ci hanno fatto un cd ("Sono all' osso") e parecchi video. Ora suonano per Villa Tempesta con tutta la loro grinta. "Pertanto" è un tuono per la folla che si agita e inizia a ballare.

Siamo esattamente a metà del festival e finalmente risuoneranno per noi, ad un mese dal loro live allo Sherwood, gli attesissimi One Dimensional Man. Intanto sul palco ora sono tecnici ed organizzatori che rapidamente cercano di coprire strumenti e cavi.
La folla è confusa: alle loro spalle infatti, da dietro le sontuose esedre di Villa Manin, il cielo comincia a coprirsi di nero e le nubi paiono avanzare alla velocità d' una tempesta.
Alcuni cercano di avere informazioni sul concerto, sul da farsi in caso di pioggia, ma nessuno sa rispondere. Altri preferiscono andarsene per evitare il disastro, molti si comportano come se nulla fosse, senza lasciarsi spaventare da un pò di pioggia. Ed ecco che ben presto tutti sono costretti a fuggire e trovare riparo dove possono.
Chi è rimasto, nonostante la delusione ha pazientato, accalcato sotto le esedre, che la pioggia finisse, come se qualcosa ancora dovesse accadere, come se andare a casa sarebbe stato troppo scontato.
Dopo un'ora  infatti, ancora con la pioggia battente sulla testa, un suono di chitarra risveglia la gente: alla nostra sinistra, non troppo lontano, Davide Toffolo, voce e fumettista dei Tre Allegri Ragazzi Morti, intona una canzone. Come un effetto domino, la voce si diffonde per tutte le esedre e la gente accorre per sentirlo suonare. La folla è elettrizzata!
Si inizia a cantare più forte che si può, scaricando tutta la rabbia e la delusione di un' estate tanto dispettosa! Si canta come se si fosse chiusi nella propria stanza, con le cuffiette alle orecchie. Come quando ad occhi chiusi, con la musica a tutto volume, si immaginava di essere al concerto e sentire dal vivo la voce di quelle canzoni che ti avevano emozionata: sei esattamente li, stai cantando, a un metro dai tuoi sogni!
Più tardi, anche Vasco delle Luci della centrale elettrica e gli Zen Circus, con una travolgente versione acustica di "L'egoista", iniziano a cantare e suonare su un palco improvvisato da una panchina: è un' atmosfera stranissima, dove gli artisti sembrano essere diventati tuoi amici e t'invitano a non pensare al brutto tempo, a cantare insieme una bella canzone.

Purtroppo tanta gente avrà pensato di essere stata imbrogliata, di aver speso tempo e denaro inutilmente, che la serata è stata un totale disastro, ma a chi non è rimasto, a chi non c' era dico che si è perso esattamente il concerto che si aspettava: c' è chi ama le regole e chi ama le sorprese, c' è chi fa gli alternativi e chi, umilmente, cerca l' alternativa. E qui, tra il fango e il freddo, l' ha trovata.
E' esattamente qui che il rock può essere una valvola di sfogo alle ingiustizie, uno strumento di denuncia, uno stimolo alla solidarietà, ma prima di tutto vuol essere quel modo di pensare, quella voglia di raccontare quando l'imprevisto ti travolge, quel' istinto che non t'abbatte di fronte a niente, che prima di agire di prepotenza, aspetta di essere appieno vissuto: è stata così una prova per tutti noi, amanti di musica alternativa, qui, a Villa Tempesta!


 
 

Links utili:
www.latempesta.org

 
 
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