Ex-Otago – Marassi

by Aria (Vinylistics)

22 Novembre 2016

Ecco un luogo che ormai riconosco. Ecco Marassi.

Marassi fa parte di Genova, la città che mi ha rubato un pezzo di cuore e ci ha attaccato una striscia di scotch con scritto sopra “casa. Ma se per me questo è solo uno dei tanti pezzi che compongono il quadro, per qualcun altro questo è il posto in cui tutto ha avuto inizio. Il posto dal quale ci si allontana per scoprire il mondo ma in cui prima o poi si torna sempre. Sapete, nessun posto è come casa e Marassi è proprio questo per gli Ex-Otago.

Non è solo il titolo del nuovo disco a testimoniarlo. Il tour che stanno compiendo in giro per lo Stivale li conferma portatori sani di liguritudine attraverso un’energia e una passione pazzesche.

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Insomma, a fare i sold out non ci sono solo i Thegiornalisti. La passione per il synth-pop sembra proprio essere la svolta epocale di tutti. Non a caso, proprio come per la band romana, anche in Liguria è arrivato Matteo Cantaluppi a dirigere la produzione. Questo è un dettaglio abbastanza rilevante se consideriamo che oggi sembra proprio essere la strada che tutti i beniamini della scena indipendente finiscono per intraprendere. Ora il discorso potrebbe esaurirsi in poche battute neanche tanto interessanti. Grazie al cielo abbiamo un MA che salva questo articolo in corner.

Ebbene: MA questi qui sono quattordici anni che fanno musica e riempiono da sempre il loro bagaglio musicale di una certa leggerezza che non ha mai fallito l’obiettivo di far muovere chiappe e allo stesso tempo far riflettere cervelli con i loro testi acuti e pungenti. Nonostante non li sentissi mai a palla durante il tuo programma radiofonico preferito, non hanno mai avuto problemi a tirar fuori melodie orecchiabili. Ha quindi senso parlare di “svolta” nel loro caso? Si e no. Ma più no che sì.

Vero è che gli anni ’80 invadono prepotenti in Cinghiali Incazzati, il primo singolo che ha anticipato l’uscita di Marassi e che ci ha inevitabilmente fatto immaginare (per l’ennesima volta negli ultimi mesi) a quella stessa onda che in troppi stanno cavalcando: il pop patinato, la protesta, la consapevolezza nel lasciarsi andare. Quando Sono Con Te, uscita successivamente, ci ha riso in faccia facendoci intendere che facevamo bene a non aspettarci altro. E più rideva più si insinuava nelle nostre teste “come un frastuono, una musica che non so da dove viene e forse non ha un nome ma mi accarezza e mi invade” .. e ancora una volta è la loro stessa penna a parlare per (ed a) noi e con disarmante dolcezza da una parte strizza l’occhio al mainstream di oggi e dall’altra ci conduce in una Genova che si scopre e riscopre se stessa con gli occhi di chi se la porta sempre dentro.

Il suono in sottofondo delle onde in Mare ci regala una ballad all’insegna del dream-pop, romantica e nostalgica nel suo ritornello da cantare a squarciagola. Ognuno lo farà dove può ma vi assicuro che sotto il cielo di Camogli è tutta un’altra cosa… Il mare, le barche, sono elementi che riemergono più volte nei testi di questi dieci brani che parlano di casa, dell’inquietudine generazionale, osservando tutto e rendendo questo “tutto” suggestivo come in Gli Occhi Della Luna: ritmata, tesa e meno luminosa rispetto al mood generale del disco, proprio come La Nostra Pelle che non può fare a meno di tutti quei suoni caleidoscopici in sottofondo che rafforzano l’idea di caos urbano.

In fondo è proprio questo quello che suscita Marassi: un senso di confusione e meraviglia che si perde in un’esplosione di immagini urbane che descrivono la loro città come una città di contrasti, di passi in avanti da compiere per essere pronta a riconoscere e apprezzare come dovrebbe i suoi giovani talenti del presente e che d’altra parte emana e custodisce un fascino unico che bisogna saper cogliere anche nei posti più difficili, in quegli angoli sottovalutati o addirittura ignorati.

Altro elemento indispensabile di questo disco sono le chitarre che danno quella formidabile dose di grinta che controbilancia bene la “delicatezza” dei testi che sono sicuramente meno pungenti dei precedenti, fatta eccezione per un paio di episodi come I Giovani D’Oggi – che è la figlia di Figli Degli Hamburger – e Stai Tranquillo che si avvicina molto di più a territori folk. Il ritmo incalza sempre più in Sognavo Di Fare L’Indiano e gli altri due pezzi del terzetto finale che chiudono le danze con Ci Vuole Molto Coraggio...continua su Vinylistics

 
 
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