Esordio per il pesarese Davide Pagnini che ci racconta attraverso la musica delle "Maschere"

29 Maggio 2016

Davide Pagnini
"Maschere"
PMS Studio 2015

“Maschere”, uscito alla fine del 2015 per PMS Studio, è l’esordio solista di Davide Pagnini, già attivo con il duo Ebanoh che condivideva con il violoncellista Jacopo Mariotti. Il disco nuovo del cantante, chitarrista e autore pesarese mette insieme le conoscenze sulla forma canzone scambiate con altri musicisti, lo studio e l’esperienza sulla composizione delle canzoni che ha potuto offrire anche ad altri cantanti, oltre che agli Ebanoh.
Le canzoni cantate in italiano sono molto strutturate. Grande attenzione ai testi. Espressioni di sentimenti per la prima metà del disco. “Ballerino di jazz”, che apre il disco, cantata su chitarra acustica e voce diretta cerca nuvole e passi di un ballerino di jazz come immagini poetiche. Frasi come “di un racconto puoi fare a meno ma di chi racconta no.” O “Cosa ci vuoi fare se una nuvola vuole passare, tu sei sotto lei sta sopra è un amore verticale.” Sono motivazioni valide per allargare le braccia e dargli il benvenuto ufficiale nella musica a questo nuovo e interessante cantautore. “Alla follia” con il pianoforte malinconico di Raffaele Montanari per un momento di consapevolezza sferrato fuor dai denti come uomini vissuti, atteggiamenti che si scontrano con l’età dell’autore che da ventottenne conosce già il senso dell’attesa per un risultato più grande in un secondo momento. Ottimo. Quando arriva “L’impalcatura trema” il violino sognante di Angela Babini precede la morbidissima e calda voce di Davide che racconta del suo essere cantante e si trova con il cuore in mano un’altra sua forma d’amore: la musica. “Il mimo” lo porta a cambiare ancora voce, che stavolta è più spigolosa nel raccontare una storia con la chitarra slabbrata e si lascia andare con la voce a sfumature più solari, sudamericane che si aprono alla vita. “Tornerà da se” con i consigli che ti inseguono e tu che cerchi di fare spallucce e mostrarti saggio. “Alibi di vetro” la preghiera di una seconda possibilità per non girare sempre sugli stessi ricordi che diventano più preziosi perché non si rinnovano più. La sua prima esperienza con il rap lo agevola infine con la composizione di “Mio figlio sarà un avatar”, inserita come bonus track per Edizioni Linea Due.

 
 
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