Siranda. Un esordio come una scatola tutta da aprire: la "Scatola del Male"

30 Gennaio 2016

Siranda
La Scatola del Male
Autoproduzione 2016

Dopo due EP, “La Scatola” del 2012 e “Dorma Il Male” del 2014, i Siranda da Siracusa tornano con il primo disco sulla lunga distanza: “La Scatola del Male”. Il quintetto formato dai chitarristi Salvo Zappulla e Davide Calderone, fondatori del gruppo a cui si sono aggiunti Sergio Tarascio al basso, Fabiano Arisco alla batteria e William Voi alla voce, prende la strada del rock progressive cantato in italiano. La voce di William gioca un ruolo importante per protendere l’espressività delle canzoni e il loro significato. Onde magnetiche che combaciano tra il riscatto cercato nell’urlo interiore, presente in tutte le canzoni, e l’incedere delle chitarre e della batteria in evidenza che stracciano l’aria e spolpano la dolcezza della storia vissuta, ormai perduta e tradita, per sputarne l’osso e liberarsi così della tristezza. Chiusi in questa scatola del male, parafrasandoli, ci si immerge nel mondo che i cinque musicisti siciliani ci vogliono raccontare. Un mondo fatto di chiusure mentali che danno poco margine alla creatività e alla tolleranza. Bruciori di appartenenza diversa regnano protagonisti delle canzoni. “La Scatola”, ad esempio, cerimonia l’inspessimento del manuale che mette insieme l’ennesimo personaggio ignorante che va in tv. In “Gli Amanti” invece, nella consapevolezza di essere traditi, si tira fuori tutto per ascoltare il proprio dolore. “Ombre” ha un piglio rock che guarda le sfumature del dark nel cantato e le chitarre iniziano piano come a scavare nella terra, poi la potenza del suono unito alla batteria aumenta e va in fondo, sempre più dentro, fino a riemergere e trovare un equilibrio positivo per bisogno di reagire e stringere forte la vita.

Francesca Ognibene

 
 
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