Non si contiene la gioia compositiva de i Carnival, già al secondo disco in un anno

3 Dicembre 2015

I Carnival
"Se non mi tengo volo"
La Clinica Dischi

“Se non mi tengo volo” è il titolo perfetto per descrivere l’irruenza caratteriale e composita di questo gruppo - insieme da appena due anni - che con da una parte i loro sogni e dall’altra un’energia incontenibile e sana, si espongono ai loro estimatori presenti e prossimi con una manciata di canzoni di psichedelia fatta di arcobaleni moderni. Il disco nuovo arriva a pochi mesi dal loro esordio “Superstellar” (febbraio 201 5La ClinicaDischi) e non sfugge alla regola non scritta di scrivere e comporre il secondo album con più consapevolezza e con canzoni buttate giù di getto, sul momento, diversamente dall’esordio che spesso è antologia degli anni precedenti.

“Furia fuggitiva” è la prima canzone che fa un balzo in avanti dopo il primo ascolto della band di Sarzana (La Spezia). Nelle canzoni emerge una contrapposizione tra la voce filtrata al microfono di Leonardo Lombardi che ricordano atmosfere figlie dei fiori, le corde sghembe della chitarra che banchetta col ritmo vivace del punk, fino all’arrivo della batteria di Leonardo Pierri, del basso di Milo Manera, delle chitarre elettriche suonate dal cantante e da Roberto Benacci che fanno da onda anomala e spazzano via il superfluo. Il disco è stato registrato con tranquillità grazie al loro coinvolgimento e al contributo di altri gruppi della piccola realtà musicale La Clinica Dischi di Sarzana, che è sia etichetta che studio di registrazione.

“Pornovisione cult”, che apre il disco, è anche il primo video estrapolato da “Se non mi tengo volo”. La frase semplice e diretta “ho una gran voglia di porno visione cult, ho una gran voglia di te”, ripetuta in modo quasi martellante, fa girare in senso rotondo il disco e rimane perciò in testa. Delle stesse espressioni e atmosfere fondamentalmente di struttura punk rock è anche “Tutti i vizi che ho”, che contiene il titolo della canzone nel testo e quindi potrebbe essere la title track del caso. Ma il loro è uno spruzzo di vernice, un tocco creativo che ha bisogno della sfrontatezza, del polso capace e dello sguardo finale che sa quando fermarsi per raccogliere la leggerezza compositiva indispensabile per la musica affinché possa essere fruibile.

 Francesca Ognibene

 
 
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