Una storia d'amore!

Mike Patton’s Mondo Cane Live Report

Milano Jazzin’ Festival, 25 luglio 2010

13 Gennaio 2011

Ma cosa c’entra Mike Patton con la canzone italiana? Apparentemente niente, ma poi, scava scava, scopri che era sposato con una italiana, che abitava a Bologna, che nei bis dei concerti che tiene con i suoi svariati gruppi c’è spesso una canzone italiana, magari di Celentano -io stesso ho assistito a 24.000 baci suonata dai Mr Bungle- e parla anche italiano perfettamente.

E poi diciamolo, ma può essere mai che in Italia, paese perennemente in bilico tra l’esterofilia sfrenata ed il campanilismo atavico, sempre con la fretta di seppellire l’altro ieri e con la conseguente memoria non corta ma cortissima… sia mai, dicevo, che qualcuno riesca a valorizzare parte della nostra storia musicale, seppure pop, del novecento? Ed ecco quel qualcuno. Non un italiano ma l’eclettico cantante californiano già dei Faith no more, mr bungle, tomahawk, peeping tom , fantomas e chi più ne ha più ne metta, che armato di megafono e buone intenzioni fa il suo tentativo, mostrando la strada per un possibile futuro fatto di riscoperte. E’ questo il succo del progetto "Mondo cane", rivisitazione più o meno moderna dei classici della canzone d’autore italiana degli anni 50/60/70. Progetto che si materializza in un tour internazionale -che oltre a gran parte dell’Europa toccherà anche Russia ed Israele- che scaturisce come promozione del primo disco del progetto.

In realtà il disco è una registrazione Live delle uniche due serate tenutasi qualche anno fa in suolo italico e che ha fatto parlare veramente tanto. Anche la curiosita è tanta, come può Mike, famoso soprattutto come urlatore ed esploratore dell’uso della voce, approcciarsi ad un genere che da tanto ribrezzo ai metallari di tutta Italia? Beh, lo fa con tanta ironia, con un megafono e con l’intento di dimostrare che forse, a guardar bene, la musica a quei tempi la sapevano scrivere eccome!

Prima nota positiva della serata: le famose zanzare amazzoni dell’arena civica di Milano si sono prese una serata di vacanza: grazie. Seconda nota: viene annunciata dal palco la presenza del sindaco Moratti, il che da modo a tutti noi di sfogarci con un bel boato di fischi ed offese, ottimo preambolo ad un concerto di Mike! Ecco che inizia, la prima canzone è "il cielo in una stanza" di Gino Paoli. Eh si, canta in italiano, lo fa proprio bene, ed è strano rendersi conto che tutti noi conosciamo il testo di questa canzone, e che lui, Patton, quello che ha fatto l’urlatore nel tour dei Sepultura, sta cantando tutto bello posato con un completo nero, un fazzoletto rosso nel taschino ed i capelli super impomatati. Faccio la conta sul palco e cerco di capire se ci sono visi noti. Riconosco Zeno de Rossi alla batteria, Asso Stefana alla chitarra (entrambi musicisti di Capossela), Enrico Gabrielli ai fiati (Mariposa, ex Aftehours, Calibro 35 e lo stesso Capossela) ma soprattutto vedo chi manca: non c’è Roy Paci, presente invece nel disco, pazienza… Il concerto prosegue con grandi classici come "che notte quella notte" -Buscaglione- "pinne fucile ed occhiali"-Vianello- ed è sempre più strano essere li ad ascoltare questi classici della musica italiana. Mi trovo così a ragionare sul fatto di come tanti rocchettari imberbi e ribelli -mi ci metto dentro anch’io- cerchino di mettere più distanza possibile tra loro e questo genere spesso giudicato quantomeno melenso e che era ascoltato dai nostri genitori, quindi bene non può andare e va rifiutato a priori in nome di un buon GAP generazionale. Ma diciamolo, qui stasera c’è Mike Patton, il re mida della musica, se lo fa lui va per forza bene, la presenza è dovuta, ma se lo faceva qualcun altro? Comunque sia, bisogna riconoscere che il progetto funziona! Bisogna ammettere che al tempo la musica era veramente ben scritta, ed affiancata ad una manciata di suoni acidi e voci psicopatiche l’atmosfera diventa veramente interessante. Gli arrangiamenti sono abbastanza fedeli agli originali, ma i colori sono decisamente moderni e questo mi piace, anzi, mi piace molto! Lo spettacolo continua e raggiunge il suo apice con "Storia d’amore" pezzo di Celentano che ci manda assolutamente in delirio, tanto che lo stesso Mike commenta: "ma che cazzo, Celentano era di Milano?".

A mio avviso lo spettacolo va un po’ rodato, qualche imprecisione qua e là c’è, ma poca cosa, lo si può perdonare in nome dell’assoluta originalità dell’accostamento vecchio-posato/nuovo-schizzato. C’è almeno un autore che trovo perfettamente in linea con la sfacciata sbruffonaggine di Patton, ed è Buscaglione.

Ed ecco un sogno ad occhi aperti: noi tre al Pedrocchi che fumiamo sigari e beviamo un whisky facile con Mike che ad un certo punto manda tutti a cagare e se ne va senza pagare il conto. Per fortuna ci sono i bis a risvegliarmi da quello che stava diventando un incubo dalle sfumature drammatiche, dei bis non troppo pestati, anzi. Si tratta di "una sigaretta" del grande Buscaglione e "Sole malato" di Modugno.

Finisce così questa fantastica serata in bilico tra vecchio e nuovo, tra dolci spiagge ed amori mai iniziati ma sempre finiti, e per questo ringraziamo Patton per l’intraprendenza nel correre il rischio. Va detto che sicuramente Mondo cane giocava in casa stasera, ma sono curiosissimo di vedere come andrà a Mosca, cosa ne sanno i comunisti del periodo d’oro della musica italiana? Chi vivrà vedrà…

01. Il cielo in una stanza (Paoli/ Mina)

02. Che notte! (Buscaglione/ Chiosso)

03. Ore d’amore (Bongusto/ Migliacci/ Sigman/ Kaempfert)

04. 20 km al giorno (Arigliano/ Massara/ Mogol)

05. Quello che conta (Salce/ Morricone)

06. Urlo negro (Blackmen)

07. Legata ad un granello di sabbia (Fidenco/ Marchetti)

08. Deep down (Morricone)

09. Pinne, fucile ed occhiali (Rossi, Vianello)

10. Scalinatella (Murolo/ Bonagura/ Cioffi)

11. L’uomo che non sapeva amare (Fidenco/ Pallavicini/ Mogol)

12. Ma l’amore no (D’Anzi/ Galdieri)

13. Canzone (Don Backy)

14. Ti offro da bere (Morandi/ Meccia)

15. Dio come ti amo (Modugno)

16. Storia d’amore (Celentano/ Beretta/ Del Prete)

17. Lontano, lontano (Tenco)

18. O Venezia (Rota)

19. Yeeaaah! (Tenco/ Sawyer/ Burton/ Bardotti)

20. Senza fine (Vanoni/ Gragnaniello)

21. Una sigaretta (Buscaglione/ Chiosso)

22. Sole malato (Modugno)

 
 

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