Delle Configurazioni Musicali dell'Anima

attraverso il flusso costante di suono

21 Settembre 2015

Sto configurando Windows 10 e nell'attesa penso a quante volte io stesso mi sono configurato, quante installazioni di funzionalitá musicale ho eseguito, quanti nuovi programmi ho supportato e, soprattutto, quante volte mi sono spento e riacceso cercando attorno a me altrettanti amici in download costante.

Piú il tempo passa piú la condivisione dei file diventa complicata. Taluni si bloccano in modalitá ricerca accademica. Altri iniziano pedissequamente a numerare e tracciare e schedare e imbustare quanto hanno ascoltato per anni e quanto tutt'ora ascoltano. Altri ancora, i piú, mollano. Abbandonano un tesoro con la sola motivazione della stanchezza nel portarselo appresso, perché l'aria manca e i polmoni servono per i figli, il coniuge, il lavoro, lo strafottuto quotidiano.

Ci ritroviamo quindi in pochi, pochissimi. Non piú giovani e ancora impegnati a copiarci i file a vicenda, a downlodare quel suono perché quel suono ci commuove o ci smuove superba immaginazione, al di là delle catalogazioni, delle playlist o delle dissertazioni accademiche che non hanno senso alcuno.

Musica come patto di sangue, scambiato tra chi sa guardarsi diritto negli occhi mentre l'orecchio vibra con la stessa frequenza istintivamente primaria, quel flusso costante di immaginazione che ancora alberga nelle nostre anime consumate.

 
 

 
 

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