La notte poco prima della foresta

MPX, Padova - 9 Marzo 2011

30 Novembre 1999

Rassegna Arte Inferiori del Multisala Pio X, Padova organizzata da Arteven

Bernard-Marie Koltès militante del PCF ( Partito Comunista Francese ) scrisse il monologo La nuit juste avant les forêts, dramma della solitudine e dell’oppressione del potere, nella Francia del 1977. L’Italia del 2011, per molti aspetti le somiglia, con le sue contraddizioni e scandali, proteste e manifestazioni. Questo testo di Koltès mai come oggi risulta attuale, con le crisi, le fobie e le nevrosi dell’uomo contemporaneo in questa società sterile e xenofoba. A presentarci questo monologo è Claudio Santamaria, una delle giovani leve del cinema italiano, che ci sorprende nelle vesti di attore teatrale per fisicità e padronanza scenica.

Un uomo solo, uno straniero, un disadattato/emarginato dalla società, dai quei «bastardi» ai quali si rivolge spesso, dai quali cerca di fuggire, di distinguersi. Lo straniero solo nella notte, alla ricerca di un riparo dalle intemperie, si rivolge a tutti quelli che incontra chiedendo aiuto, ma subito emerge la diffidenza nei confronti degli individui che lo circondano. Le parole sono pesanti, così come lo è il passo, su una terra devastata, fatta di rifiuti, pietre e reti metalliche, squarciata da una luce fredda e difficile da sostenere. A questo proposito c’è da dire che le scenografie parlano quasi quanto il testo, la desolazione di questa notturna periferia parigina riflette la desolazione interiore del personaggio.

Il monologo di Koltès è accompagnato dalle musiche di Giuliano Sangiorgi, così naturali e perfette nei cambiamenti di stato d’animo del nostro straniero, da sembrare volute dal drammaturgo stesso.

Questo spettacolo si divide in due parti, la prima di stampo sociale e politico, di critica nei confronti di una società che nonostante si professi libera e aperta si rivela razzista. La seconda parte tocca i sentimenti del protagonista, l’assenza di qualcuno con cui condividere, che sia un amico, una madre o una donna. Un dramma che fa riflettere sulle solitudini dell’uomo moderno e su come queste possano portare ad una sorta di follia.

 
 
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