Levante - Abbi Cura Di Te

by Aria (Vinylistics)

26 Maggio 2015

Qui sopra la vediamo ritratta con un cuore in una mano e un coltello nell’altra, affondato nel cervello sul quale è seduta. Una donna con lo sguardo alto e deciso che non lascia la minima ombra di dubbio su quale sia il tema principale di questo disco.

In realtà non c’era la minima ombra di dubbio anche sul fatto che saremmo tornati a parlare di lei. Quello che però non ci aspettavamo era di rifarlo così in fretta, a solo un anno di distanza da quel disco d’esordio che ha consacrato l’imbucata alla festa di Alfonso come vera e propria protagonista della scena musicale indipendente made in Italy. In realtà si può benissimo dire che da un anno e mezzo a questa parte non si è mai smesso di parlare della bella Levante e nel tempo la sua voce e la sua musica non hanno fatto altro che crescere, conquistando sia gli ossessionati “dell’ indie-pendenza” che gli altri comuni mortali amanti della buona musica e basta.

In un solo anno per Levante sono cambiate tante cose. Fra i due tour in Europa e in America e la composizione di questo nuovo disco e la nomination agli European Music Award (Glasgow) come “Best italian act” e quella che l’ha portata a essere finalista del premio Tenco, sono state fatte tante cose. Così, ora che i tempi di Alfonso sembrano ormai lontanissimi, anche la fase malinconica e intensa di Manuale Distruzione, in cui i processi per affrontare il dolore si sprecavano, è terminata lasciando il posto a un nuovo momento più arioso e libero di seguire un percorso artistico in continua e rapida crescita, attraverso una poetica meno cerebrale e quindi più leggera e serena. E visto che squadra vincente non si cambia, il suo team rimane quello della INRI per la produzione di Abbi Cura Di Te, partendo dal tanto caro Alberto Bianco fino ad arrivare all’aggiunta in sala di registrazione di musicisti come i Gnu Quartet che hanno contribuito ad esaltare con la loro sezione di archi la composizione musicale, più ricca ed elaborata del disco precedente.

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Levante è una ragazza giovane, tanto bella quanto profonda e con un vissuto che da sempre è parte fondamentale anche della sua carriera artistica. E’ sicuramente la musica, infatti, il modo a lei più congeniale per esprimere quello che prova e per dare vita a un mondo interiore che nel tempo è stato segnato da tante cose: la perdita del padre, un cambio di vita radicale che dalla Sicilia l’ha portata fino a Torino all’età di quattordici anni. Tutte queste cose non hanno certamente reso facile il cammino di Claudia ma allo stesso tempo, come risvolto della medaglia, le hanno dato una grinta pazzesca che è difficile non sentire nelle sue canzoni. Se in Manuale Distruzione questa grinta si è esaurita in rabbia e una sorta di malinconica durezza, in Abbi Cura Di Te, quasi come se fosse un secondo volume di un’antologia all’insegna della scoperta di se stessa, questa grinta cambia direzione scegliendo di abbandonare tutte le contorte congetture mentali che ostacolano la sua serenità, per lasciarsi andare alla felicità, attraverso piccoli racconti sull’amore, verso gli altri ma anche e soprattutto verso se stessa.

 

 

Fin dal primo singolo lanciato, l’amore è protagonista e in questo caso viene raccontato attraverso la rassegnazione di una storia finita e la capacità di trasformare un addio in un Ciao Per Sempre, appunto, con una dolcezza nella voce in piacevole contrasto con l’energia del ritornello destinato a far diventare questa pezzo un’altra hit da ricordare nel repertorio di Levante. Ma questo disco, di essere soft, non ne ha proprio intenzione e l’inizio brioso di Le Lacrime Non Macchiano lo conferma: un pezzo pop rock in cui la Nostra ci fa la lista delle cose che ha fatto per amore ma che alla fine non sono servite poi a molto e qui la musica accenna a una vena elettronica che prenderà pienamente corpo nel vivo dell’album, soprattutto in pezzi come Lasciami Andare e Caruso Paskoski. Il primo, prodotto e arrangiato dal compagno Simone Cogo (Bloody Beetroots), è un pezzo in cui si trova molta di quella grinta di cui si parlava prima, mista a un pizzico di rabbia che non guasta. Il secondo, invece, un omaggio al film di Francesco Nuti che racconta di una storia d’amore nata tra due ragazzini e che continuerà nel tempo e che in questa canzone si sviluppa su una melodia effervescente e solare.

Ma l’amore in questo disco non è solo quello che nasce o che finisce tra due persone. C’è anche quello verso la madre o un padre. In questo disco li troviamo entrambi con due pezzi dedicati proprio ai suoi genitori: Finché Morte Non Ci Separi, brano dedicato a sua madre e che canta proprio insieme a lei (anche se personalmente trovo che non sia uno dei momenti migliori dell’album) e Biglietto Per Viaggi Illimitati, messa come finale e dedicata a suo padre, una musica sognante che parla di quel ferroviere che le ha sempre fatto credere di poter viaggiare e arrivare ovunque volesse. Comunque, in questo manuale sul come avere cura di se stessi c’è spazio anche per l’ironia e la leggerezza come in Mi Amo, una convinzione molto familiare all’egocentrica sottoscritta, che dovrebbe diventare il mantra di tutti. E viene davvero molto naturale ripeterlo, ascoltando un brano così fresco e ritmato. L’altro pezzo esuberante e pungente è Pose Plastiche che rimarca ancora una volta come ci sia la sua conterranea Carmen Consoli tra le sue influenze musicali.

Claudia Lagona, in arte Levante, ha scelto la felicità. E per quanto questo sia un concetto banale, con questi dodici brani ha saputo mostrarci un percorso tutt’altro che scontato per conquistarla, fatto di decisioni importanti, di prese di posizioni e talvolta anche di rinunce, ma che alla fine l’hanno portata a stare bene con se stessa e ad essere più positiva verso la vita. Se poi considerate che sul piano musicale ci sono tanti elementi variegati e ben mixati tra loro, che altro si può dire?!

Ispirazione, saggezza e buona musica.. prendete questo disco e abbiate cura di voi. Amen.

 
 

Vinylistics

 
 
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