Un irresistibile dittico di Philip Roth dedicato al grande scrittore boemo

"Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno" ovvero, Guardando Kafka - Philip Roth

Einaudi, 2011

30 Giugno 2011

Bisogna essere grati a Einaudi per aver ripescato e tradotto questo «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, Guardando Kafka, un racconto di Philip Roth di quasi quarant’anni fa ancora inedito in Italia. In questo testo breve ma geniale, pubblicato per la prima volta sulla «American Review» nel 1973, l’autore prende spunto da una fulminante apologo dello scrittore praghese (Il digiunatore) e dall’osservazione di una sua famosa foto all’età quarant’anni, pochi mesi prima della morte, per comporre una specie di suite in due parti in cui realtà e finzione operano un felice cortocircuito, e in cui sono due i Kafka che si muovono sotto i nostri occhi.
Nella prima parte Roth, a partire dalla fotografia, si interroga sull’impossibile, estremo sogno di felicità di coppia che Kafka visse a Berlino nel 1924, a solo sei mesi dalla morte, con la diciannovenne Dora Dymant. Perché Kafka, che aveva avuto altre due fidanzate e le aveva entrambe abbandonate prima del matrimonio (perché, come scrive in una lettera, “era già sposato con l’angoscia a Praga”) tronca improvvisamente i legami castranti con la propria famiglia e si decide ad andare a convivere con Dora? È stata quest’ultima o il senso della morte imminente ad indicare la nuova via? Roth, per l’occasione nelle vesti di (lucidissimo) critico letterario, cerca la risposta in uno degli ultimi racconti composti da Kafka a Berlino, La tana, in cui sembra emergere, proprio sulla soglia della fine, una specie di tolleranza verso le proprie ossessioni, tolleranza che non si percepiva nell’ironia masochistica delle Metamorfosi o del Processo, che poteva essere il punto di partenza per qualcosa di troppo bruscamente interrotto.
Nella seconda parte, una spassosa rêverie, Roth immagina che il “dottor Kafka” sia sopravvissuto alla tubercolosi e sia scampato all’olocausto (le tre sorelle minori morirono in un lager) rifugiandosi in America, dove in piena seconda guerra mondiale sopravvive in una stanza in affitto della periferia di Newark insegnando ebraico ai bambini. Fra questi c’è il giovane Philip, che, sognando di salvare il malinconico esule, organizza per lui un appuntamento con l’esuberante zia Rhoda. Ed è davvero straniante immaginarsi un Kafka sessantenne a passeggio per New York con zia Rhoda, o in coda con lei per il cinema… Perfino Kafka, insomma, sembra pronto a convertirsi ad una domestica felicità americana, anche se alla fine il destino non si può davvero cambiare, e l’angoscia, sembra suggerire Roth, rimane sposa troppo fedele.

 
 

TITOLO: «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, Guardando Kafka
AUTORE: Philip Roth
EDIZIONE: Einaudi
COLLANA: L’Arcipelago Einaudi
ANNO: 2011
PAGINE: 49
PREZZO: 8 €

 
 
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