Effetto Domino di Romolo Bugaro

a cura di Luigi Finotto

30 Aprile 2015

Capire e conoscere il proprio territorio e vedere connessioni e sconnessioni col mondo e' una cosa interessante. Qui da noi (Veneto e nord est) l'apporto della letteratura non e' nel complesso all'altezza di ciò che meriterebbe questa nostra complessa realtà: qualche noir e poco altro .

Romolo Bugaro e' uno dei pochi che prova a dare a queste terre e alle loro vicende dignità letteraria . E' una specie di piccolo Balzac del veneto e come il grandissimo romanziere francese cerca di raccontare la sua gente e la sua terra ponendo al centro il denaro e utilizzandolo come chiave di lettura,come punta di vista privilegiato seppur distorto .

Il suo e' un mondo(Veneto) visto dall'economia e di come essa avvolga e travolga e diriga destini. Il denaro e' un grande tema letterario. Oggi si può diventare poveri in 15 minuti e questo e' il segno più tangibile e devastante di questo tempo. Nell'ottocento ci voleva una generazione per perdere il denaro guadagnato da quella precedente, negli anni 50 e in tutto il dopoguerra ci volevano cinque anni,oggi bastano 15 minuti e in quei 15 minuti c'e' tutto il senso cinico e spietato di un modello non solo economico ma anche culturale e valoriale. Dagli anni 80 in avanti si sono create aziende qui da noi,dal nulla, con pochi capitali e tanto lavoro e soprattutto debiti ed esposizioni bancarie, finita la grande bolla il castello si e' accartocciato e l'onda ha cambiato verso, facendo della nostra regione la prima per suicidi e fallimenti.

L'uomo di cui racconta in questo mirabile romanzo il bravo Bugaro e' uno che segue l'onda; felice quando l'onda sale, sgomento quando scende: non e' un uomo che fa la Storia ma ci si trova dentro e fatica. Un soggetto fragile capace di molto ma pur sempre solo, con poche difese e anche pronto a sprofondare.

Bugaro non giudica, non fa la morale a nessuno, ha l'occhio preciso dell'entomologo, insomma ha l'approccio di Balzac. Il suo mondo di riferimento e' la borghesia della provincia veneta che in fondo, come spiega Bugaro non e' mai stata realmente borghesia, con tutto cio che implica questo termine nel bene e nel male, quanto piuttosto una classe di persone provvisoriamente ricche.

 
 
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