Noel Gallagher’s High Flying Birds – Chasing Yesterday

by Aria (Vinylistics)

22 Marzo 2015

Poco tempo fa è uscito il secondo disco da solista di Noel Gallagher.

Dirvi che non ci ho dormito la notte sarebbe una bugia, però, facendo parte dello schieramento Noel, le cose sono già un po’ più semplici. Estremamente più semplici. Non solo perché, per la sottoscritta, il fulcro di una delle band britpop più amate di sempre è stato proprio il maggiore dei fratelli Gallagher ma anche perché questo disco risponde alla domanda più importante di tutte: Chi è adesso Noel?  Dopo lo scioglimento degli Oasis,”E’ il fratello di Liam” non é più una risposta soddisfacente. Scherzi a parte, questa è la sua seconda fatica da solista ed è chiaro che da qui bisognerebbe capire che strada prende il suo futuro. Stando al titolo del disco nuovo, futuro forse è una parola poco adatta eppure, nel corso dell’album, si amalgama perfettamente a tutto quello che fa parte della musica di Noel.

Noel Gallagher

Chasing Yesterday vede il maggiore dei fratelli Gallagher cimentarsi anche nelle vesti di produttore e con i suoi High Flying Birds fa un vero e proprio tuffo nel passato rimarcando ancora una volta l’impronta della sua musica che è stata, e sempre sarà, quella che ha dato vita, corpo e anima agli Oasis. Nell’elaborazione di questa scoperta paragonabile a quella dell’acqua calda nel 2015, ho ascoltato 10 pezzi che senza preoccuparsi minimamente di quelle che potrebbero essere le critiche mosse nei loro confronti, attingono e sguazzano in un variegato repertorio di cose già viste e sentite. Di Oasis e non. Vero è che sotto questo punto di vista Noel non ha mai sentito il bisogno di giustificarsi attribuendo alla libera interpretazione di ognuno la responsabilità di paragonare la sua musica a quella degli altri e trovarci tutte le influenze che vogliamo. Discorso tanto arrogante da un lato e molto furbo dall’altro. Che caro il nostro Noel. Quindi se ascoltando Riverman, canzone che apre il disco, per un attimo vi sembrerà di essere tornati ai tempi di ,Wonderwall non preoccupatevi, non avete sbagliato album. E’ proprio Chasing Yesterday che davvero rincorre il passato e lo ripercorre con una serie di brani talmente piacevoli da far passare in secondo piano, quantomeno durante lo scorrere di tutto il disco, il fatto che ci sia davvero poco e niente a livello innovativo nella sua musica.

In The Heat Of The Moment, primo singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, con i suoi riferimenti blues è uno dei pezzi più orecchiabili e in questo senso riesce molto nell’intento di rievocare lo spirito adolescenziale in ognuno di noi, come se stessimo sempre in procinto di ascoltare pezzi memorabili come Don’t Look Back In Anger. Cosi come il terzo brano The Girl With X-Ray Eyes, potente, con palesissimi riferimenti ai Led Zeppelin, ma pur sempre un brano che funziona alla grande. Poi, l’abbiamo già detto, non dovete preoccuparvi se vi sembra di tornare indietro di vent’anni, vi succederà di nuovo con Lock All The Doors e You Know We Can’t Go Back. Tra quest’ultime due citate però troviamo il meglio di questo disco, il cuore, rappresentato da una tripletta di canzoni davvero interessanti: The Dying Of The Light, il pezzo più bello di tutti, The Right Stuff, quello che più si discosta da tutti gli altri brani con la potenza data dall’intreccio del basso e dalla sessione di fiati, e infine The Mexican dove ci sono ancora i fiati a creare un’atmosfera insolita e accattivante. Sulla carta, tutti i pezzi sono destinati a fare centro e anche l’ascolto non lascia spazio ad eclatanti delusioni. Anche nei testi Noel dimostra di avere sempre la solita capacità di colpire nel segno e sono tante le frasi che si potrebbero estrapolare dai pezzi e farle diventare nuovi stati per facebook-dipendenti. Il tutto si chiude con Ballad Of The Mighty I che con la sua atmosfera un po’ malinconia e un po’ dance, dà il colpo di grazia allo stato emotivo di chi ascolta il disco e ci ha trovato tanto di quello che erano gli Oasis una volta.

Alla fine la domanda iniziale una risposta l’ha trovata. A prescindere dagli Oasis, dalle infinite influenze che la sua musica possa avere e dal fatto che questa sia ormai carta conosciuta, Noel è Noel e quello che non smetterà mai di stupire è scoprire che album dopo album lo ritroveremo sempre cosi: riconoscibile e, proprio come il vintage, sempre sorprendentemente attuale.

 
 

Link utili:

http://vinylistics.altervista.org

 
 
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