Sherwood Festival, Padova - 18 Giugno 2011 - Prima data dello S.C.O.T.C.H. Tour 2011

Daniele Silvestri Live Report

Intervista, Report, Foto.

22 Giugno 2011

Intervista

Report

Io no, io non mi faccio intimorire dalla pioggia che ad essere sincera minaccia più e più volte questa seconda serata. Io no, io non controllo nessun bollettino meteo, un po’ per fare la dura che vuole sfidare le premesse ma soprattutto per esorcizzare le nubi che incombono su tutto il parcheggio nord. E alla fine, è fatta! Non piove nemmeno stasera. Le preghiere dei fans, o forse le mie preghiere, sono state esaudite, può partire in tutto e per tutto la seconda serata di Sherwood.  E’ Iosonouncane, nuovo progetto ideato da Jacopo Incani ad aprire la serata di Sabato  18 Giugno. Dal Secondstage, decisamente poco affollato mi preparo ad ascoltare quello che è un  grande contenitore di suoni, parole, racconti intrecciati fra loro da una musica elettronica nuova e ricercata (non me ne vogliano gli intenditori).

“Che salpino le navi, si levino le ancore e si gonfino le vele, verranno giorni limpidi e dobbiamo approfittare di questi venti gelidi” direttamente dal Mainstage provvisto solo di un pianoforte e della sua voce Daniele Silvestri  apre un concerto che aspettavo dal 29 marzo,data di uscita del suo settimo album S.C.O.T.C.H,con una canzone bella anzi direi “bellissima”  “Le navi”. Erano ormai passati ben tre anni dall’ultimo album “Monetine” ,Daniele ci ha fatto aspettare,ma ne è valsa la pena, un album ricco di collaborazioni:da Servillo, Bollani, Tiromancino, Fabi e Camilleri (già soci nella realizzazione della prefazione e introduzione per un libro dedicato alle opere dell’artista Nino Cordio). Collaborazioni che fanno parte di un album ricco di contraddizioni formali,potente maturo e tenero,come è stato definito da alcuni.

«Ciao Padova, benvenuti, io alla fine mi ci sento italiano, soprattutto da qualche giorno a questa parte... sono sicuro che anche Gaber sarebbe d'accordo – dice Silvestri – questo concerto è la prima data del nuovo tour, ci state per battezzare, dovete un po' fare da cavia, siete liberi di dirci cosa vi piace e che cosa no». E poi si comincia o meglio si continua con nuovi pezzi “Fifty-fifty”, ”Ma che discorsi”; accompagnato sul palco dai suoi “Fratelli” Maurizio Filardo alle chitarre, Gianluca Misiti alle tastiere, Piero Monterisi alla batteria, Gabriele Lazzarotti al basso e Ramon Josè Caraballo alla tromba e alle percussioni, Daniele ci regala quasi due ore di concerto che non è solo musicale, ma anche visivo grazie ai giochi di luce ma soprattutto i visual trasmessi alle sue spalle che accompagnano ogni canzone con immagini che avvolte ci riportano indietro, come quellei di un commosso Antonio Caponetto a chiudere una canzone cosi tanto vitale ma cosi tanto triste come “L’Appello”.

Coinvolgere il pubblico è sinonimo di grande artista e per me Daniele lo è moltissimo, cambiando la scaletta al momento, passando da “Occhi da orientale” a “Testardo” arrivando perfino a suonare quella che per molti non è altro che una canzonetta: “La cacca” accogliendo le diverse richieste della folla.

Come ogni star degna di nota c’è anche un cambio d’abito, per  indossare delle belle felpe colorate e occhiali da sole con rispettivo cartellino ancora attaccato per coinvolgerci ancora di più nelle sue canzoni, forse tra le più famose come “Gino e l’Alfetta”, ”Salirò”, “Manifesto” e farci ballare tutti sotto il palco. Il coprifuoco minaccia la fine del concerto che di certo è delle migliori, con  più di duemila persone che intonano la stessa frase, lo stesso slogan «Venceremos adelante o victoria o muerte».

Foto

 
 

www.danielesilvestri.it

 
 

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