MR. Oizo - The Church

Brainfeeder, 2014

9 Dicembre 2014

Fuck EDM!

Per molti, Mr. Oizo (si pronuncia monsieur wazo) rimane quel produttore più o meno misterioso, papà del pupazzo giallo Flat Eric (divenutone successivamente il feticcio), protagonista di uno spot di una famosa marca di denim e dell'annessa theme song, Flat Beat.

Nei sedici anni trascorsi d'allora, il curriculum del transalpino s'infarcisce di Ep, dischi, remix ( Alex Gopher, Laurent Garnier, AIR, Justice solo per citarne alcuni), contratti con label di primordine e velleità cinematografiche.
Sapevate che Oizo, al secolo Quentin Dupiex si forma nella casa di produzione di Micheal Gondry ed ha al suo attivo una vivida e quantomeno anomala produzione di film e cortometraggi? Rubber del 2010 ad esempio, vede protagonista Gaspard Augè dei Justice.

A tempo perso, dichiarò, amava occuparsi di musica sentendosi però molto più cieneasta e regista che musicante. Comunque dapprima firma con Fcom, la label di Garnier appunto, mentre nel 2007 con quella bottega dei miracoli chiamata Ed Banger già base dei Justice, di Cassius e soci, quelli che negli anni d'oro dell'electro, ad inizio millennio, stavano in cima alla catena alimentare. La casa del french-touch.

Nel 2014, il classe '74, atterra nel pianeta Flying Lotus e firma per Brainfeeder, l'etichetta sotto l'egida proprio del loto volante.
Da questo connubio, “Soul crush” lo definì Oizo parlando della collaborazione con FlyLo, nasce appunto The Church.
Cambia la location, da Parigi a L.A., cambiano i modi ed i metodi, ma non cambia la sostanza.

Oizo rappresenta ancora, per fortuna, quel taglio netto tra il mondo del clubbing in generale e i personaggi che lo adornano. Antidivo per eccellenza, la sua cifra stilistica è difficilmente etichettabile, non si confina facilmente dentro ad un concetto. Velature oscure, quasi psicotiche, tagli netti nelle ritmiche, canzoni destrutturate prive di ricami fini a se stessi ma edificate su sinth martellanti a tratti violenti persino. Il tutto triturato a dovere, seguendo una qualsivoglia (il)logica ragione.
(Per altro, il suo sito è qualcosa di incredibile ed è ricco di free download)

Machyne, primo singolo del nuovo disco, la dice lunga sulla capacità di produrre techno fuori dagli schemi e su quanto i recenti successi di alcuni suoi connazionali (Gesaffelstein e Brodinski su tutti) trovino nel barbuto francese molto di più di un'ispirazione. La cassa dritta subito, insomma.
Ham ha già i connotati della hit club-killer, Dry Run coaudivata da Bart B More solletica i timpani per la palese sconnessione con il resto del disco, ma proprio così afferma la sua genuinità.
Isoap invece, permea furbetta savoire-faire funk e il know-how musicale del transalpino.

Nei 28 minuti e 55 secondi totali di The Church, Oizo regala un lavoro sintetico, ossessivo ed efficace, pregno del timbro di casa. Attenzione però, non volete ascoltare questa roba la mattina a colazione, nemmeno vi consiglio di metterla nella play-list del pranzo di Natale.
Dupiex ha il potere di eviscerare una cosa piuttosto oscura e d'ingabbiarla in maniera totalmente menefreghista all'interno dell'universo dance ed affine. L'esatto opposto per intenderci, di tutta la massiva (ahimè!) produzione EDM degli ultimi tempi. Non fa proprio nulla pur di piacere a chi l'ascolta.

Con Oizo non troverete nulla di scontato e di facile da digerire quindi, men che meno da consigliare ad amici digiuni del genere, ma se come me siete anche solo un po' nostalgici di quell'epoca datata quasi un decennio fa, allora questo disco potrebbe fare per voi.
Che poi oh, quei bei vecchi tempi potrebbero anche tornare. Non si sa mai.

 
 

Links utili:
www.oizo3000.com
Mr. Oizo su Twitter

 
 
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