In visita alla città invisibile di Contemporanea

... dell'eterno conflitto tra "noi'" e chi si occupa di musica contemporanea

23 Settembre 2014

Mi presento, sono un abitante della città invisibile di UltraworldExcursion, un luogo poco affollato abitato esclusivamente da quei pochi che ancora pensano – ne siamo convinti ma così in effetti non è – di essere gli unici ad avere sapienza e bellezza nell'ascolto.

Viviamo di cose frugali, ci nutriamo della “lontananza acustica” che ci divide dalle altre migliaia di città che infestano il basso impero di Musicaglia. Da sempre siamo in guerra con quei popoli, una guerra persa in partenza, un conflitto che potrebbe tranquillamente finire vista la stupidità del contendere, un confronto duro a cui  però non sappiamo o possiamo rinunciare, pena l'appiattimento del nostro stesso essere 'Paladini della Nicchia”.

Siamo nati all'ombra delle decine di sfumature che il grande padre Rock ci ha donato durante il fulgido e lontano periodo della sua nascita e rinascita. Cresciuti sotto la protezione delle aquile che sorvegliavano i confini americani, ci siamo sfamati con i funghi che crescevano nei nostri parchi cittadini, sotto quei palchi da cui Alice guardava i suoi gatti innalzarsi in voli magici stringendo nella mano la sua piccola radio a transistor. Un lungo lasso di tempo trascorso immersi in una gioventù spavaldamente lisergica e battagliera. Una fase che si è protratta fin quasi all'arrivo di Albione con le sue lusinghe; una maga che affascinava grazie ai suoi continui mutamenti . Una creatura vestita di fine organza che nascondeva tra le pieghe della sua veste decine di suoni; ad ogni suo passare scostava la lunga tunica e un nuovo incanto iniziava. Come le Onde, una dietro l'altra senza fine.

Un'esperienza forte che ha segnato le nostre vite.

Da svariati anni la duttilità del silicio e dei suoi processori illumina le nostre giornate. Sono complicati calcoli che prevedono l'utilizzo di purezza elettronica capace di interagire con realtà altre come i fenomeni analogici o addirittura acustici ed elettrici. Siamo appassionati di suoni dilatati dai beats mai troppo elevati. Adoriamo le voci eteree che ci giungono in delay dentro loop che accendono di notte e silenzio un cielo per noi sempre troppo luminoso. Amiamo inoltrarci in territori colmi di noises plasmati dalla calma eloquente dei droni. Fondamentalmente aderiamo alla disciplina Ambient anche se tale religione sta velocemente perdendola sua spinta iniziale...anzi, forse l'ha già perduta.

Giusto ieri sono andato in visita a Contemporanea, altra città invisibile che occupa terreni più fertili rispetto agli agglomerati del basso impero. Con gli abitanti di questa città, da sempre non ci capiamo. I contemporanei sono tipi molto particolari, decisamente più assolutisti di noi...il che è tutto dire.

Entrando a Contemporanea si passa sotto un pesante arco di marmo sul quale è scritto: “Se Pensate Di Conoscere Bene Questa Nostra Città Vi Conviene Tornare Da Dove Siete Venuti”. Come dire: la conoscenza appartiene solo a noi, inutile che ve ne stiate li a chiedere o ascoltare pensando di avere già un bagaglio sufficiente per farlo. No, qui ci vogliono anni e anni di studio e forse riuscirete a venirne a capo. E' per questo che alla fine mi sono simpatici, i contemporanei, perchè abbiamo alcune caratteristiche in comune e la supponenza è una delle principali.

Sono sceso nell'abitato perchè uno dei suoi Saggi vi tiene una lezione. Sono personaggi che abitano da sempre la città, l'hanno praticamente costruita e indubbiamente riescono incredibilmente a dire e fare ancora cose eccezionali. Arrivano ad esprimere i concetti e li'semplificano' in suono sempre prima dei nostri pochi ed effimeri Saggi che, il più delle volte, li copiano usando termini mimetizzanti tipo “remix”, “rework”, “relaod”,“de-contruction”.

Ciò che più amo in questo Saggio è il suo modo di porsi, potrebbe tranquillamente essere un abitante di UltraworldExcursion, tanto è diverso il suo modo di porsi rispetto ai Notabili di questa città.Ciò che più mi spiace è il suo cercare continuamente di abbattere degli schemi dentro i quali, suo malgrado, si ritrova però oramai prigioniero.

Tornando ai Notabili devo dire che l'impatto con tali personaggi, per uno come me abituato alle Piccole Realtà Altre, è notevole. I Notabili detengono il potere e riescono a muoversi in ambienti colmi di luce e macchine moderne, strutture architettoniche di rilievo e traduttrici simultanee (non proprio al top ma sempre traduttrici) e tecnici del suono e diffusori ultimo modello e cuffie e microfoni e impianti hi-fi esoterici e videocamere digitali, e soprattutto Soldi e Media.

Quello che noi di UltraworldExcursion proprio non riusciamo a digerire è la facilità con cui i Notabili usano i Media. C'è una rassegna? Vai di articoli e interviste sui maggiori quotidiani e riviste. Un concerto? Vai di servizio televisivo e radiofonico in diretta mentre noi fatichiamo per avere un trafiletto sulla pagina spettacoli del quotidiano cittadino.

Ah,il Potere!

A dirla tutta a noi non è mai interessato detenere un qualsiasi qualsivoglia potere, a noi interesserebbe usufruire della copertura mediatica di cui dispongono, questo fondamentalmente è il motivo per cui non corre buon sangue tra le due parti anche se non credo lo sappiano... Chi detiene il potere perde la facoltà della percezione ovvero, la usa dentro un circuito che automaticamente si rigenera. Ci si barrica dentro e non percepisce più le istanze esterne. Pensate che per stabilirsi a Contemporanea si devono fare carte false a meno che non si conosca molto bene qualche Notabile, un'eventualità cheti permette di avere una minima chance in più.

Un gradino sotto – ma neanche tanto sotto – dei Notabili ci sono i critici e i musicologi.

Alcuni di questi esemplari ancora mantengono sembianze umane, è possibile parlare e scambiare opinioni ma sono pochi, oserei dire pochissimi. Per la maggior parte si riuniscono in gruppi chiusi iniziando quel loro gioco chiamato “Alziamo La Tensione”. Il gioco consiste nel far sapere all'interlocutore – ma anche a tutti i presenti nel raggio di una decina di metri – su quale testata si scrive (se più d'una meglio, se è la tivù meglio ancora), su cosa si sta lavorando al momento, quali articoli sono appena usciti, quali artisti famosi hanno deciso di farsi intervistare, quali località amene si sono visitate durante le vacanze e via così di insostenibilità in insostenibilità. Praticamente è un gioco al massacro, vince chi parla a voce più alta e scrive su testate più famose. La tensione che si forma attorno a questi capannelli di persone è palpabile, il povero critico che risulta perdente non può far altro che cambiare capannello e iniziare il tiro al bersaglio alle spalle di chi prima ha vinto ed ora non lo sente.

Una guerra!

A ben pensarci anche nella nostra città i critici (mai però chiamarli così, da noi non si usa. Siamo assai meno convenzionali e amiamo usare termini del tipo “editor” o “curator”) si ritrovano riuniti, durante gli eventi, in capannelli. Anche da noi giocano ad“Alziamo La Tensione” essendo convinti che la musica 'diversa' di cui scrivono, renda 'diversi' anche loro.

Nulla di più sbagliato.

Alla fin fine la supponenza è la stessa, magari rivisitata in termini meno urlati e ripulita dalla polvere accumulata nel corso degli anni ma è la stessa odiosa rappresentazione dell'impossibilità di essere umili.

Essere semplicemente gente appassionata, magari oltre il normale, che tenta di spiegare sulle pagine di un giornale, dietro un microfono o davanti ad una telecamera, al pubblico interessato,ciò che ascolta.

Ed ecco quello per cui siamo qui.

Il Saggio ha iniziato a parlare con l'altra sua voce. La musica si leva improvvisa e tutto scompare. Parecchi abitanti della mia città amano snobbare questo tipo di esternazioni musicali. Sono convinti che la loro Cultura da Club - in verità una formazione che si basa su una cultura inesistente – li esoneri dall'ascolto di opere cosiddette classiche o contemporanee. Nulla di più sbagliato, gran parte di ciò che ascoltano deriva da ciò che questi Saggi hanno saputo creare,dalla loro capacità innovativa in tempi nei quali usare questo termine era peccato ma aveva un senso.

Sulla via del ritorno penso a ciò che ho appena visto ed ascoltato, penso agli abitanti di quella città. In fin dei conti una cosa in comune l'abbiamo, siamo abitanti di due città invisibili. Contemporanea e UltraworldExcursion, due realtà da sempre invisibili agli abitanti del basso impero di Musicaglia.

E questo mi consola.

 
 

 
 

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