Giovedì 12 giugno 2014 - Park Nord Stadio Euganeo - Viale Nereo Rocco - Padova

1 € può bastare

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Giovedì 12 giugno 2014

Monaci del Surf

Sherwood Festival 2014
Park Nord Stadio Euganeo
Viale Nereo Rocco - Padova
#sherwood14


1 € può bastare

Per le strade di Torino si aggira un gruppo di personaggi vestiti in kimono nero e mascherati come “luchadores” messicani. Se li guardi bene noti che ognuno di loro ha stampato in oro un simbolo sulla schiena, che le maniche delle loro giacche sono decorate con delle fiamme e che si portano dietro delle custodie nere che parrebbero contenere degli strumenti musicali. Nessuno sa esattamente la loro storia, o meglio, ognuno ne sa una diversa: sono ex sacerdoti in cerca di una nuova spiritualità, sono atei in fuga, sono musicisti disperati, sono mascherati perché non possono farsi riconoscere, sono membri dei servizi segreti; qualunque sia la verità, sono conosciuti come Monaci del Surf. Questo nome comparì per la prima volta sui cartelloni dei concerti torinesi nel 2007, quando due band dai nomi esageratamente californiani, Santabarba e Malibu Stacy, decisero di unirsi per dare vita a una combo energica e a tratti delirante. Si vestivano da monaci birmani per solidarietà con la protesta che accendeva gli animi a quei tempi. Dopo le prime esibizioni all'Hiroshima Mon Amour e al Padiglione 14 il gruppo fece perdere le sue tracce, riapparendo saltuariamente mascherati da scimmioni con lo pseudonimo “Le scimmie del Pianeta delle Scimmie”. Ritroviamo poi i Monaci del Surf nel 2010, come headliner di un festival su una remota spiaggia in Sardegna; questa volta sono solo in tre, e per la prima volta mascherati da “luchadores”, ma ci sono forti sospetti che si tratti ancora degli stessi ragazzi di Torino. Da quella notte, come se lo avessero giurato davanti al Mare, i Monaci del Surf non hanno mai più smesso di suonare. Nel 2012 esce il loro primo disco e - in quanto Monaci di Torino - non potevano che scegliere la INRI come etichetta discografica, sotto l'alta supervisione di Metatron. Le 12 tracce fanno ballare, lasciano grande spazio alla psichedelia e alle sonorità “alla Quentin Tarantino”; riscuotono inevitabile successo tra il pubblico e tra gli addetti ai lavori. Dall'estate 2013, un quarto monaco con un'altra chitarra elettrica, si è aggiunto al trio chitarra – basso - batteria, e come gli altri si presenta mascherato sul palco. Sulla sua vera identità si è detto molto; forse non è nemmeno di Torino, ma probabilmente viene da un paesino sperduto tra le montagne del capoluogo piemontese. Sul suo kimono è ricamato un Toro, mentre l'altro chitarrista porta l'effige di una Tigre, il batterista ha un Panda e il bassista un Cobra. Tutti d'oro. Quando si chiamano tra loro usano questi nomi, e non è sicuro se sotto i costumi si celino sempre le stesse persone. In pratica non si sa chi sono, né quanti sono. A Marzo 2014 è uscito il loro secondo disco, prodotto e realizzato dallo stesso team del primo: i Monaci si sono ritirati al Cavoretto Hills Recording Studio dove hanno convocato gli esperti di surf e di chitarre riverberate e hanno registrato, altre 12 tracce, di cui una della lunghezza record di quasi un'ora confluite in “II”. Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi dai Monaci del Surf? Seguiteli!

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