Recensione di "Sport" degli Altre di B

di Claudia Galal

2 Maggio 2014

Ci siamo quasi, tra poco più di un mese inizieranno finalmente i Mondiali di calcio brasiliani e i sessanta milioni di commissari tecnici che guarderanno le partite degli Azzurri sono già pronti. D'altronde, ci sono le convocazioni da fare.

Lo sport, anzi, gli sport, sono capaci di coinvolgere ed emozionare le persone come poche altre cose al mondo. La fatica, il sudore, la gioia, l'esaltazione, l'adrenalina, la vittoria e la sconfitta... Lo sport è una grande metafora della vita, anche se spesso i soldi e il gossip che ci girano intorno lo fanno dimenticare.

Altre di B, band bolognese che già dal nome dichiara una certa passione sportiva (ed è persino composta da giornalisti sportivi), dedica il nuovo album appunto agli Sport, soprattutto a quelli “minori”, bistrattati e poco seguiti rispetto al grande e sfavillante palcoscenico calcistico. Nove canzoni per raccontare nove storie, nove esperienze di vita che possono essere leggendarie imprese o brucianti sconfitte.

Con il suo indie-rock fresco ed energico, d'ispirazione internazionale, il giovane quintetto composto da Giacomo Gelati (voce, chitarra, synth), Alberto Laffi (chitarra), Vittorio Marchetti (synth), Andrea Ortolani (batteria) e Giovanni Ruggeri (basso) ci regala un nuovo modo di guardare lo sport e gli sportivi. Mischiando chitarre elettriche e sintetizzatori che strizzano l'occhio a Tokyo Police Club e The Presidents of the Usa, iniziano dalla malinconica "1998", l'anno in cui Bologna era la capitale del basket italiano, per continuare con l'epica "Sherpa", omaggio allo sherpa nepalese Tenzig Norgay, primo sull'Everest nel 1953 insieme a Mr. Edmund Hillary ma senza meriti, e con la ritmata "Kasparov", dedicata naturalmente allo scacchista più grande della storia. Poco nota ai più è anche la storia del ciclista svizzero Josef Fuchs, raccontata in "Shimano", mentre tante immagini evoca la romantica "Roland Garros". Poi arrivano il disagio postmoderno di un uomo che non vuole crescere in "Subbuteo" e la difficoltà dei rapporti umani nella potente "Slalom". Quasi in chiusura, forse come buon auspicio per la prossima trasferta brasiliana della nostra Nazionale, la grintosa e serrata "Zoff" narra le gesta del portierone azzurro che alzò la coppa Mundial nel 1982. E dopo queste storie emozionanti di successi e fallimenti, proprio alla fine dell'album, i bravi giornalisti sportivi consapevoli dell'importanza dei tempi giusti piazzano il ritornello più giusto di tutti, un “nananaa” che potrebbe riempire uno stadio: "Bonnaro" libera dalla tensione della gara e scioglie i muscoli.


Tracklist:

1. 1998

2. Sherpa

3. Kasparov

4. Shimano

5. Roland Garros

6. Subbuteo

7. Slalom

8. Zoff

9. Bonnaroo

 
 

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