Una Settimana da... Vegana!

non chiamateli vegani - una piccola indagine su cosa vuol dire essere vegani

30 Aprile 2014
 - Giuzu

Io sono onnivora.

Personalmente non ci ho mai trovato nulla di male e anzi, spezzo una lancia a favore della mia casta:noi onnivori non siamo i mostri che dipingono i blog veg.

Io ho un cane, due gatti, un criceto.
Lavoro per un negozio online che dà una percentuale del ricavato dagli acquisti all'ENPA.
Lavoro per AISM: L'Associazione Italiana Scelori Multipla (per e con le persone affette di SM) che sostiene, promuove e finanzia la Ricerca sulla malattia e fornisce servizi sanitari e sociali per chi ha questa malattia e la sua famiglie.
Non vado al circo, non godo della sofferenza degli animali.
Non indosso pellicce.
Mangio carne.
Non tutti i giorni, non tutte le settimane: ma la mangio.
Soprattutto il sushi.
Io adoro il sushi.

Non mi sono mai fatta particolari quesiti a riguardo.
Ho amici vegetariani e vegani che stimo e rispetto perchè hanno un gran cuore e una volontà ferrea.
La mia amica Laura, per esempio, insegnante dell'asilo e amante degli animali.
Una persona dal cuore grande come una savana.
In prima fila per le attività animaliste e le manifestazione contro circhi e sfruttamenti. Ma anche mamma a distanza di una bimba africana di nome Vongai.
La mia amica Nicole, che gestisce un centro cinofilo, "MANO NELLA ZAMPA" a Cervarese (PD) dove il cane non viene educato come un pupazzo che deve fare i giochi per compiacere il "padrone" ma trattato come essere pensante e il suo "linguaggio" ci viene tradotto.
La mia amica Desirèe che gestisce " AgriPunk" ad Ambra in Toscana,  un progetto di rifugio per animali da reddito salvati e di agricoltura bio vegan con autoproduzione di gastronomia e fitoterapia.

Quando vedo passare i camion che trasportano animali vivi trattati come deportati di Auschwitz, anche io rallento con l'auto e mi soffermo a guardarli e a pensare.
"Abbiamo davvero bisogno di questo?"

Nel web però le pagine dei vegani hanno i caldi e accesi colori della primavera ma sono anche pieni zeppi di ridicolizzazioni, offese e pesanti auguri di morte nei confronti di chi mangia carne.
Ecco, forse questo andrebbe cambiato come approccio.
Perchè il creare una casta chiusa di sicuro non vi aiuta ad avere nuovi discepoli e anzi, alle volte questo atteggiamento spaventa e fa parecchio incazzare.

Non dimentichiamoci che prima di tutto siamo esseri umani.
L'odio, la violenza portano solo degrado, dolore e avversità.
Io almeno la penso così.

Una sera, dopo qualche bicchiere di buon vino e una lauta cena non-veg qualcuno mi lanciò la sfida: "tu da vegana non resisteresti nemmeno un giorno".
E siccome, cari amici, io sarò tutto ma non una donna che non accetta una sfida: ecco la mia settimana da vegana.

                                           

Lunedì

NECESSITO di fare colazione, mi attende una lunga giornata in piedi allo stand.
Bar vegani a Padova non ce ne sono per cui vado di supermercato.
I prezzi sono alti, € 1,68 un litro latte di soya col cacao che cerco in almeno tre supermercati (contro i €0.99 del latte col cacao che trovo nello stesso supermercato in cui acquisto il primo).
Biscotti vegani invece non ne trovo, alcuni solo al cacao fondente ma comunque dentro hanno il burro.
Diventare vegani vuol dire anche questo: essere speleologi del proprio cibo o, quanto meno, farsene a casa preventivamente.

A pranzo ho la fortuna di far ritorno a casa, non sono una grande cuoca per cui mi accontento di un piatto di zucchine e melanzane in padella.
Un piatto, ahimè, un po' povero ma non ho avuto modo di fare la spesa "vegana" e mi pare di capire che sia quasi obbligatorio cucinare ogni volta, snack o piatti veloci vegani in giro non ne trovo...
Anche qui, la cosa nasce e si sviluppa col tempo e con la conoscenza dei "posti giusti".
Nel senso che poi ci saranno sicuramente dei negozi con prodotti vegani ma io non ne conosco e sono spesso in giro per lavoro per cui è dura!
Cena: pizza senza mozzarella ma con piselli, zucchine e funghi.
Un po' insipidina.

Martedì

Oggi sono a Brescia e trovo un bar con alternative veg!
E' la mia occasione!
Latte di soya e biscotti al cacao senza burro.
I biscotti sono buoni ma il latte senza dosi massicce di cacao risulta (almeno per una golosa come me) davvero insulso.

Quando vado a pagare rimango basita: €5,50 di due biscotti (€2 l'uno e €1,50 di un bicchiere di latte do soya) mentre il mio collega (allo stesso bar) spende €2,50 di un latte parzialmente scremato+brioche alla crema (€1,20 il latte e €1,30 la brioches)...
Ok, il bar di suo è "caretto" perchè a Padova spenderesti grossomodo €2 per un latte e una brioches!

Pranzo: provo il vegan taco!
Davvero molto buono, ma purtroppo devo mangiarlo allo stesso bar della colazione perchè non ce ne sono altri in zona e sono stanca e affamata.
€6,50. Mi chiamo fortunata

La sera torno a Padova in treno e nei bar trovo impossibile trovare qualcosa di vegano.
Al bar della stazione dò il meglio di me mentre cerco disperatamente qualcosa da mangiare.
Tramezzini? Pieni di burro e mayonese.
Piadina vegetariana? Ha lo strutto.
Panino? Al latte e gli unici ingredienti sono pomodoro e rucola.

Il barista risponde alle mie domande e sbuffa irritato; sì perchè i vegani non piacciono a tutti (dai,passatemi l'ironia) dal momento che non mangiano la prima cosa che trovano per cui al vecchio  bottegaio con la maglietta intrisa di olio e grasso danno sui nervi.

Grazie signor barista, ma stavolta passo.
1-perchè nel 2014 se non hai un pasto veg ti devi aggiornare
e
2-perchè io vegana (improvvisata) sono pur sempre cliente,non dimenticartelo, e la maleducazione non la tollero, nè da onnivora nè da vegana.


Mercoledì

Questa volta mi organizzo!
Faccio la spesa!
Solo che ecco, ennesima rottura: devo girare più supermercati per non spendere una fortuna nel primo.
Nei discount prendo la verdura, tanta verdura, troppa verdura (vi spiegherò poi perchè).
Carote, zucchine, piselli, patate, fagiolini, zucca, pomodorini, sedano.
Preparo minestrone e bruschette ai pomodorini per pranzo.
Preparo fagiolini al vapore e l' hummus ai ceci per cena (non mangiatelo se poi avete in programma di andare a teatro con gli amici perchè rischiereste di emettere suoni pesanti pdal primo all'ultimo atto della tragedia , consigliato se invece dovete andare a vedere il Quintetto di Ottoni dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ...).



Giovedì

Ancora latte di soya.
Minestrone.
La cosa sta diventando ripetitiva.
Sfoglio ricette vegane: "pasta sfoglia vegana"? Dove la trovo?
E poi: tofu.
Questo sconosciuto.
Decido di farmi la torta con impasto al vino e mi cimento alla ricerca del tofu.
Inizio a cercare il tofu. E cerco. E cerco. E cerco.
Nessun supermercato "normale" lo vende.
Devo andare per forza al biologico.
Finalmente lo trovo, €3,52 per 100g.
Ok, ma va bene, del resto tutti i blog vegani ne parlano benissimo, inoltre "Questi prodotti non hanno un prezzo più alto di formaggi di buona qualità o carni e pesci pregiati" mi dice la cassiera del Bio.

Dunque corro a casa e impasto (nota bene: una cosa questa, che non potrò fare tutti i giorni giacchè sono anche spesso via per lavoro), grattuggio il panetto di tofu, macino i capperi...
Il risultato non è entusiasmante (non sono una grande cuoca) e personalmente...trovo che il tofu prenda il sapore di quello con cui è abbinato.
Non c'è da stupirsi comunque perchè proprio sul dizionario trovo che infatti "Il tōfu (dal cinese 豆腐, pinyin dòufǔ) è insapore e inodore, assume il sapore e il profumo del liquido in cui è immerso".

Devo applicarmi di più comunque.


Venerdì

Colazione: latte di soya al cacao, fette biscottate e "nocciolata", una sorat di nutella vegana comprata al bio (€4,70 scontata).
Pranzo: pasta e pomodorini.
Cena:ho ancora metà torta del giorno prima.
Alcune verdure che ho comprato non le ho utilizzate e non ho potuto surgelarle (convivo con altri due coinquilini e non ho un frigo intero per me), dunque non so che farmene: farò altro minestrone.

Ma mi mancano molto formaggio e mozzarella.
Mi rendo conto che questo stile di vita e di rinuncia non è per tutti e che bisogna avere una forte forza di volontà o forse, semplicemente, credere moltissimo nella causa.
E' dura da dirlo amici, ma presa dalle voglie notturne, mi sono mangiata un cucchiaio di gelato alla cioccolata.
Dovrei smettere di seguire il mio cuore.
Tanto mi porta sempre in cucina, davanti al frigo.


Sabato

L'indomani mattina, colta dai sensi di colpa, sono andata al pc ed ho cercato "fare uno strappo alla dieta vegana".
Inutile dirlo ma il web pullulava di insulti ed improperi vari.

In mezzo a questi però uno mi colpisce in particolare, è un articolo che parla di Grimes una musicista (vegana) di talento.
La scorsa notte, però, ha pubblicato sul suo Tumblr una foto in cui, brandendo un barattolo di gelato, ha dichiarato che si sarebbe presa un giorno di pausa dal veganesimo.
Poco dopo è arrivata la risposta, durissima, di un vegano, che la mandava platealmente a quel paese, dicendo che il suo discorso non aveva assolutamente senso.

Segue la risposta di Grimes, che cerca di smontare uno dei difetti più evidenti nel veganesimo militante, ovvero l’ortodossia assoluta:
«Uno dei motivi per cui ho postato la cosa del gelato è perché mi piace spingere le persone verso un tipo di veganesimo che è invitante e accogliente. Per molto tempo, pur essendo vegana, non lo dicevo, per via della cattiva reputazione di cui gode il veganesimo. La maggior parte dei vegani che conosci sono degli stronzi dogmatici e questo respinge le persone.
Credo che molte persone sarebbero convinte ad avere diete più etiche se non si sentissero aggredite o se avessero la sensazione di entrare in una comunità accogliente.
La mia idea di veganesimo prevede che se i tuoi nonni non capiscono quello che tu stai dicendo loro, preferisci assaggiare il loro stufato di carne invece di farli arrabbiare o confonderli. O se vuoi mangiare una torta con un uovo, durante le vacanze, puoi fartela: meglio questo che non essere vegani perché non puoi permetterti ogni tanto qualcosa che ami.
Questo commento (del vegano che l’ha attaccata) è il motivo per cui nessuno vuole essere vegano. A differenza di questo tizio, io vorrei incoraggiare tutti caldamente a essere vegani, invece di spaventarli e mandarli via. Adoro essere vegana: la mia pelle è più bella, ho più energia, mi sento in salute, mi ammalo molto meno di quando non lo ero e non contribuisco all’agricoltura industrializzata. Detto questo, occasionalmente mi godo cose che mangiavo prima di diventare vegana, perché mi da sentire bene e mi motiva di più a non mangiarle per tutto il resto del tempo»

Personalmente io credo che "o sei vegano o no" (la cosa dello stufato non l'ho ben capita, cara Grimes) nel senso: capisco che non si voglia offendere la nonna quando si è da lei a pranzo, ma bisogna essere anche decisi nella propria scelta...una cosa è il gelato,una cosa lo stufato!
Magari puoi essere vegetariano e non vegano.
Perchè no?
Del resto non è una "gara" e non dobbiamo dimostrare niente a nessuno!
Credo che alla fine dobbiamo fare i conti con la NOSTRA di coscienza, quello che pensano gli altri è un problema degli altri.

Personalmente non capisco chi condivide status su settimane crudiste entusiasmanti o su quanto sia buona l'insalata senza condimento, ma del resto i veg non capiscono quando condivido foto di abbuffate di sushi per cui...
de gustibus non disputandum est!

Solo, per favore: evitiamoci autocelebrazioni e ipocrisie gratuite.
Non ci servono.
Credo si debba essere vegani, vegetariani, onnivori nel rispetto di quello che si sente e che si è, senza insomma scassare troppo il cazzo al resto dell'umanità (scusate ma era da troppo che non scrivevo una bad word, è più forte di me).

Non mi dilungherò su come recuperare la vitamina B12, sul se sia vero o no che il cancro e l'AIDS possano essere curati con veganesimo o sulla storia dei genitori che deciso di far crescere la figlia in fasce vegana, hanno dovuto poi farle ricoverare in ospedale per malnutrizione.

Se ne sono dette tante, forse troppe, a riguardo e ci sono anche tante bufale che girano su questi temi delicati.

Non vi dirò cosa ne penso, perchè non sono qui per questo.
Tirerò semplicemente le mie conclusioni.

Mangiare vegano costa?
Dipende.
Gli alimenti di base dell'alimentazione vegana sono i cereali, i legumi, la frutta e la verdura.
Per questi prodotti, i costi non sono certo elevati, rispetto a carne, pesce e formaggi.
I cibi come tofu, seitan o altri più esotici sono semplicemente un "lusso" da concedersi di tanto in tanto: non possono certo rappresentare la base dell'alimentazione vegana. 
Non è poi assolutamente vero che la scelta vegan per essere valida deve preferire i prodotti bio: la scelta di prodotti biologici è valida per la dieta onnivora o vegana allo stesso modo. Ci si rivolge ad un negozio bio solo per prodotti come tofu, seitan e simili che, come detto, non rappresentano la base della dieta vegana. Per tutto il resto si può continuare a fare spesa al supermercato o dove si preferisce.
Solo che (per quanto mi riguarda) io non mangio SOLO per vivere ma anche per il gusto e per il piacere, quindi sarei "costretta" ad andare ad un bio per trovare qualche chicca culinaria.


È facile trovare cibi vegani in giro o comunque facendo un lavoro che ti obblighi a girare per le città?
No.
Sei obbligato a cucinare a casa i tuoi pasti (e a saperlo fare).

È facile come scelta?
 
No, è anzi davvero dura e se non si è profondamente "credenti" negli ideali è facile cadere in tentazione; forse "umanamente"parlando bisogna passare prima dal "vegetarianesimo"e poi al "veganesimo".

Diventerò vegana?
No.
Semmai potrei valutare di diventare vegetariana.
Ma al momento,onestamente, non sono pronta a rinunciare alla carne, anzi, al sushi soprattutto.
E brutalmente parlando, i tonni non mi muovono a compassione.
Sono un mostro, lo so.

Mangerò meno carne?
Non sono di mio una grande carnivora, ma prometto che ci proverò.
E al mese farò 2 settimane di vegetarianesimo, promesso!
"Non tanto perchè amo gli animali, ma perchè odio le piante" come dice sempre un mio amico vegano.

Concludo dicendo quello che dice sempre la mia amica Laura "facciamolo per amore (verso di noi e verso gli animali), non per moda." perchè la moda passa, i sentimenti mai.

E soprattutto, non prendiamoci mai troppo sul serio.
Del resto, siamo solo degli stupidi esseri umani.

 
 
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