Caliban - Ghost Empire

Recensione del nuovo disco dei 5 metalcorer teutonici

24 Gennaio 2014
 - Hari


E' sempre difficile recensire un disco dei Caliban per il semplice motivo che da loro non si sa mai cosa aspettarsi.

Il gruppo metalcore tedesco nel corso della loro ultradecennale carriera è riuscito grazie ad album di ottima fattura "The Opposite from Within" giusto per citarne uno,insieme ai connazionali Heaven Shall Burn a imporsi come uno dei nomi di punta del metalcore europeo.
Nell'ultimo periodo però i nostri sembrano aver perso quell'estro compositivo che aveva caratterizzato i lavori precedenti portando il gruppo tedesco a campare di rendita. 

In ordine sono usciti "The Awekening" che era tutto sommato un disco più che buono poi il piattissimo "Say Hello To The Tragedy"  e per finire il penultimo "I'am Nemesis" che sembrava avesse portato una ventata di freschezza nel sound dei nostri.

Purtroppo questo ultimo nato non riesce a ripetersi ai livelli del suo predecessore,ma vediamo di andare con ordine,già dalla prima traccia "King" è evidente come i nostri abbiano "sposato" un sound molto più pompato e più "americano" che può ricordare parecchio certe cose fatte dai Bring me the Horizon.
La successiva "Chaos - Creation" caratterizzata da un ritornello anthemico riprende quello che avevavamo già ascoltato nel loro precedente disco,ma è con "Wolves and Rats" che i Caliban iniziano a buttare "carne sul fuoco" la traccia in questione è senza dubbio una delle migliori di questo disco  ed è caratterizzata da alcune armonizzazioni di chitarra alquanto oscure e si dimostra uno dei pezzi più coinvolgenti dell'intero album.

La vera sorpresa arriva con il pezzo successivo "Nebel" dove i nostri per la prima volta nella loro carriera utilizzano la loro lingua il tedesco in una canzone intera, purtroppo dopo queste parentesi in cui i nostri erano riusciuti a cavarsela più che egregiamente arrivano le prime delusioni,le canzoni successive si rivelano innocue e non lasciano alcun segno.

"Devil's Night" singolo con cui la band ha deciso di lanciare il disco è di un piattume che dire imbarazzante è dir poco è dimostra come i nostri di raro siano usciti dall loro zona di comfort puntanto su soluzioni già sentite e strasentite senza mai osare quel qualcosa in più.

L'ultimo colpo di coda da parte dei cinque tedeschi è dato da "Cries and Whispers" dove i nostri ci ricordano cosa sono capaci di fare, la canzone in questione ci riporta ai fasti del già citato  "The Opposite from Within" e ci ricorda che i nostri ormai non sono più dei novellini ma ormai dei veterani della scena ed è forse questa la cosa più triste.

Purtroppo anche l'ultima traccia "Falling Downwards" che vede come special guest Matt Heafy dei Trivium  non aggiunge nulla di nuovo a quello proposto dai Caliban in questo album.

Una frase che potrebbe riassumere questo nuovo capitolo della discografia dei cinque, potrebbe essere la classica frase detta a scuola a chiunque di voi "il ragazzo è intelligenti ma non si applica" ed è un vero peccato perchè i nostri se avessero osato di più avrebbero potuto tirare fuori un disco di ottima fattura.

Rimandati al prossimo album.

TRACKLIST
01 - King
02 - Chaos-Creation
03 - Wolves and Rats
04 - Nebel
05 - I'am Ghost
06 - Devil's Night
07 - Your Song
08 - Cries and Whispers
09 - Good Man
10 - I am Rebellion
11 - Who we are
12 - My Vertigo
13 - Falling Downwards (Bonus Track)

 
 

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