Intervista a Carmelo Pipitone

Voce e Chitarra dei Marta Sui Tubi

15 Gennaio 2014

L’intervista a Carmelo Pipitone, chitarra e seconda voce dei Marta sui Tubi e
inaspettatamente l’unico che prima del concerto a mangiare non ci pensa nemmeno.

L’intervista, come ci si aspettava, prosegue in maniera molto rilassata ed informale, lasciando da parte la rigidità imposta da un “botta e risposta” per dare spazio ad una discussione animata e molto densa di contenuti.

Si parte dagli albori, quando, citando Robert Frost Carmelo ci racconta di come scelse la via più battuta trovatosi al bivio tra punkabbestia universitario e musicista.

Dopo una birra passiamo a parlare dei Marta sui tubi, cercando di seguire un po’ quello che è stato il loro percorso imperniandoci sui loro 5 album: Muscoli e Dei (2003) che racconta in 4/4 dell’arroganza dell’uomo, della suo “sbatterti in faccia” la sua superiorità, mostrare i muscoli per sentirsi un Dio. Con il 2004 arriva anche Ivan Paolini alla batteria e un anno dopo esce il 2°album dei Marta: C'è gente che deve dormire (2005) titolo tanto ambiguo quanto “fortuito”, ambiguo per la possibile ambivalenza di significato derivante dall’uso affermativo o interrogativo (C'è gente che deve dormire! o C'è gente che deve dormire?); fortuito in quanto è letteralmente piombato addosso
durante le prove sotto forma di vecchietta che chiedeva (con poca grazia e molta “Milanesità” ndr.) di staccare tutto.

Carmelo Pipitone

Album ricco di partecipazioni esterne come Bobby Solo e Paolo Benvegnù (voci in Via Dante), Enrico Gabrielli, Moltheni e Sara Piolanti.

Altro album fortemente legato alla “Milano da bere” che ospitava i Marta in quel periodo è Sushi e Coca (2008), disco nel quale la visione “terrona” del mondo viene a cozzare con l’universo milanese e con i suoi abitanti, assuefatti da mode e tendenze (il Sushi e la Coca (Cola)).

Penultimo album, Carne con gli occhi (2011), muove una critica all’uomo ignavo, passivo, che “si lascia percorrere” dagli eventi senza dare cenno di reazione; parafrasando un detto siculo che vede suddetto uomo come un pezzo di carne, senza cervello, ma con i soli occhi per guardare.

Arriviamo così all’ultimo disco: 5, la luna e le spine (2013); titolo che affonda le sue radici tra il pagano ed il religioso, citando una leggenda che vuole Caino esiliato sulla Luna con una fascia di spine sulla schiena, immagine che richiama sentimenti contrastanti di poesia (la Luna) e sofferenza (le spine).

Sofferenza e poesia che ben si armonizzano con il clima che si respirava durante la realizzazione e pubblicazione di quest’album, in quanto la band era impegnata con la kermesse Sanremese che ha impegnato non poco del loro tempo sia sopra che dietro il palco.

Passando poi a parlare delle numerose collaborazioni che hanno arricchito sia gli album che le esibizioni Live, Carmelo ci racconta come nonostante ora la band sia nella posizione di poter cooperare con molti artisti di grosso calibro (senza superbia! ndr.) ognuna delle loro collaborazioni è frutto di una stretta alchimia che si deve andare a formare ancor prima di parlare di “lavoro” (lascia poi spazio ad una possibile collaborazione con Battiato… si vedrà!).

L’ultima domanda è più in linea con l’ambiente di Sherwood, parliamo un po’ di “spazi sociali” nell’accezione più vasta del termine, quindi come luoghi di slancio per la promozione culturale nelle forme più disparate (musica, ovviamente, ma senza perdere di vista le altre forme d’arte e di
dibattito).

Anche il chitarrista del gruppo appoggia tutto quello che è riqualificazione di spazi inutilizzati e comunque la creazione di luoghi di “scambio” condivisi e liberi da preconcetti. 

Dei “microcosmi” (dice lui) dove sei sicuro di venire accettato e dove anche il tuo piccolo contributo può servire ad arricchire altre persone, e dove a tua volta hai la possibilità di captare ed assorbire esperienze diverse ed in qualche modo formanti.

Si chiacchiera poi a microfoni spenti, ma questa è un’altra storia.

 
 

Articolo di Melania Pavan // Photos di Melania Pavan e Daniele Cappelletto

Foto // Marta Sui Tubi @ Teatro Miela

 
 
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