Una vera storia di amicizia, che è per questo anche una vera storia d'amore.

Veri Amici - Bastien Vivès

The Box Edizioni, 2013

14 Novembre 2013

Dobbiamo diventare irresistibili


Sono già sul piede di guerra. Mi capita ogni volta che viene pubblicato qualcosa di Bastien Vivès che tratti tematiche giovanili a sfondo sentimentale.
Già mi immagino l'onda delle riflessioni generazionali che, per effetto di risonanza dovuto ai piagnistei, diventerà anomala. Quello che noi, giovani quasi trentenni, non abbiamo saputo fare e diventare. Perché tutto si può dire sulle “contingenze storiche”, sulle “rivoluzioni antropologiche” che hanno determinato lo stato di cose attuale, ma continuare a negare le colpe che abbiamo è un'operazione da paraculi.

In molti, dopo la lettura di Veri Amici, calcheranno la mano sulla precarietà degli affetti, sulle nuove articolazioni e declinazioni dei sentimenti, forzando una contestualizzazione quantomai inopportuna.
Vivès non ha indagato nulla, ha semplicemente raccontato una storia che non va al di là di quello che è.
Sgombriamo immediatamente il campo, perché a leggere in giro ci si potrebbe confondere: Vivès non è la versione intellettuale di uno Zerocalcare in salsa intimistica. Indubbiamente è uno che sa il fatto suo, che padroneggia con destrezza la macchina narrativa, che sa sintetizzare in pochi centimetri quadri un mondo, che ha la capacità di toccare le corde giuste per smuoverti qualcosa dentro, ma difficilmente lo si può ergere a cantore delle virtù e disgrazie di una generazione (cosa che riesce piuttosto bene, per citare i più conosciuti, con Zerocalcare, Vasco Brondi ecc...).



La storia raccontata in Veri Amici cattura fin dalla prima tavola: una bocca in primissimo piano che formula domande piccanti e personali. Cos'è? Un casting atipico? Sarà una roba tipo X Factor o qualche altro talent show? La normalità di un mondo controverso come quello dello spettacolo?
Entrano subito in scena, con uno scambio telefonico, i due protagonisti: Francesca, una raggazzetta alla moda, frivola, plateale negli atteggiamenti, fugace, veloce, ballerina, facile;
e Bruno: riflessivo, lento, solo, “disadattato” e un po' patetico.
Due mondi apparentemente inconciliabili che però nascondono un'amicizia di lunga data.
Il flusso della narrazione è intervallato da continui flashback che rimandano al periodo del liceo, quello dei compiti da copiare, delle telefonate infinite e dei racconti da “ho fatto serata”. Ricordi lontani che sono fuori fuoco, disegnati con tratti incompleti a sottolineare come riportare il vissuto sia pur sempre un'operazione impossibile.

L'amicizia che lega Francesca e Bruno è fatta di possessione e gelosia. È quella che ti porta a tenere la testa del tuo amico che ad una festa si è fatto come un carciofo, quella delle cuscinate, delle battute, quella delle partenze annunciate e delle mancanze, dei musi duri e delle cose che non vanno mai come si vorrebbe che andassero, delle lettere scritte e mai consegnate o consegnate e mai lette che è meglio non sapere, quella che ti fa litigare solo per fare la pace, quella degli sconforti momentanei che durano solo il tempo di trovare il sorriso che si era nascosto dietro al divano.

Una vera storia di amicizia, che è per questo anche una vera storia d'amore.

 
 

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Dettagli:

Bastien Vivès

Veri amici
The Box Edizioni
16,5 x 24 cm
136 pp., colore
Brossura con bandella larga
ISBN: 978-88-6846-002-0

 
 

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