Abitare la distanza - Anna Poma incontra il filosofo Pieraldo Rovatti

9 Novembre 2013

Sotto qualsiasi forma si presenti e indipendentemente dalla sua causa,
l’esilio, agli inizi, è una scuola di vertigine.

E. Cioran, Vantaggi dell’esilio. In La tentazione di esistere



L’abitare allude a un punto fermo, al campo corto dei transiti di dentro. All’habitus, all’abitudine, al ripetere, a quanto tiene e rassicura. Non mai alla distanza, meno che meno al distanziare. Che invece parlano l’ altrove, la sorpresa di un mondo che non riusciamo a presagire, a tenere tra le mani. “Abitare la distanza” allora  non  usa il senso stretto, pretende sguardi di traverso, come  l’esistenza che si fa spostandoci e che dobbiamo abitare  appunto senza sosta. “Abitare la distanza” è una figura  dell’esilio, lo spazio aperto che ci spiazza, dentro e fuori,  in cui la follia sente aria di famiglia.

 
 

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