“L'intrepido” di Gianni Amelio al Cinema Italia Eden di Montebelluna

La parola allo sceneggiatore Davide Lantieri

18 Ottobre 2013

Folla delle grandi occasioni ieri sera per la doppia proiezione del film “L'intrepido” di Gianni Amelio con la presenza in sala dello sceneggiatore, Davide Lantieri.

La serata si è svolta all'interno del ciclo di film in programma dal Cineforum “V. Gagliardi”, storico cineforum nato a Cornuda nel 1961 da un gruppo di appassionati locali di cinema e che dalla scorsa edizione si svolge al Cinema Italia Eden di Montebelluna.

Lantieri, bergamasco di origini pugliesi, classe 1980, è una vecchia e ormai consolidata conoscenza del Cineforum, giacché nel marzo del 2012 venne a presentare “I primi della lista” (2011) di Roan Johnson, con il quale aveva sceneggiato il film.

Lantieri ha introdotto brevemente il film all'inizio di entrambe le proiezioni (alle ore 19 e alle ore 21), intrattenendosi poi al termine delle stesse per rispondere a curiosità e domande del pubblico. Lo sceneggiatore ha ricordato gli albori della sua carriera cinematografica quando si laureò in Storia a Trieste nel 2006 con una tesi e un filmato su una fabbrica occupata a Bergamo negli anni 70. Il suo talento per la scrittura non passò inosservato, così un'amica sceneggiatrice gli consigliò di insistere su quella strada, e Lantieri, dopo una severa pre-selezione, si iscrisse al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, seguendo il corso per sceneggiatori.

Il resto è storia più recente. Dopo il lavoro di diploma del Centro Sperimentale e un bel po' di gavetta e molta dedizione e studio, Lantieri scrive la sceneggiatura di “Dieci inverni” di Valerio Mieli (2009), assieme allo stesso regista e con Isabella Aguilar, con il quale partecipa alla sezione Controcampo alla 66° Mostra di Venezia, e vince diversi premi in giro per l'Italia e all'estero. Nel 2011 esce “I primi della lista” di Roan Johnson, con il quale scrive la sceneggiatura. Nel 2012 collabora alla sceneggiatura di “Un giorno perfetto” di Francesca Comencini, in concorso a Venezia 69, fino al recente “L'intrepido”, anch'esso in concorso nell'ultima edizione della 70° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Soffermandosi sulla sua ultima fatica cinematografica, Lantieri ha voluto rispondere alle critiche che sono state mosse da alcune riviste specializzate rispetto a una presunta leggerezza con cui il film affronta il tema del lavoro e in particolare sull'atteggiamento molle e da “perdente” di Antonio Pane, il protagonista del film interpretato da un inedito Antonio Albanese. “Il film - spiega Lantieri - non vuole dare soluzioni finali e definitive sui massimi sistemi e sul sistema del lavoro in Italia. Vuole piuttosto descrivere l'atteggiamento positivo e mai arrendevole del protagonista, che fa ogni sorta di lavoro, ma non per questo accetta tutto quello che gli succede intorno. Anzi, quando si accorge che fa qualcosa che non gli piace perché va a ledere qualcuno (il riferimento è alla scena dell'accompagnamento del bambino a un incontro con un pedofilo, n.d.r.) decide di mollare tutto, di lasciare il giro lavorativo che frequenta, anche a costo di rimetterci dei soldi”.

Insomma, Pane non si lascia solo trasportare dalla corrente, ma decide anche cosa fare e come farlo, compatibilmente con la sua situazione. “L'intento del film è quello di indagare l'animo dell'umanità, in particolare quello del protagonista. Ciò che ogni film prova a fare, insomma!”, chiosa Lantieri.

"Se poi lo facciamo con un po' di ironia, che non sempre viene colta dato il contesto drammatico, e con uno sguardo ottimista e fiducioso prendendone il punto di vista di Antonio, non penso sia un gran danno, dati anche i tempi che corrono. Ci piaceva l'atteggiamento di Antonio, il suo approccio alla vita, ed è quello che noi vorremmo vedere più spesso nella gente".

Michele Zanatta

 
 

 
 
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