Inside Apple, schiavitù e capitalismo di stato dentro le fabbriche di Foxconn in Cina

Presentato alla 3° giornata di TTFF il documentario Inside Apple di Anne Poiret

12 Ottobre 2013

Alla terza giornata del Terra di Tutti Film Festival segnaliamo il documentario Inside Apple, della regista Anne Poiret, un'inchiesta sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti della Foxconn, che conosciamo come fornitrice di importanti brand dell'elettronica, primo fra tutti Apple.

Il film ci conduce in un paio di stabilimenti dell'azienda, dove sono impiegati complessivamente 3 milioni e mezzo di lavoratori, nella maggior parte sotto i venti anni. Delle vere e proprie città estese per decine di ettari, sorte dopo l'esproprio coatto di terreni privati, rimossi con le ruspe insieme a tutte le attività commerciali che li sorgevano.

Qui lavorano e vivono senza soluzione di continuità operai e operaie, in una ferrea disciplina di ordini e divieti che proibisce di socializzare e condanna allo sfinimento fisico e psicologico. Una fabbrica di distruzione di massa, dove lavoratori giovanissimi entrano con il sogno di un guadagno per il proprio futuro ed escono invece debilitati, con gravi invalidità permanenti, completamente usurati. Il tasso di auto-licenziamento è altissimo, così come quello dei suicidi degli operai adolescenti che si lanciano dalle finestre dei dormitori perché esauriti ed alienati. La telecamera nascosta dei collaboratori che Anne Poiret è riuscita a infiltrare mostra infatti le nuove reti di protezione che collocate sotto alle finestre dei compound dove a centinaia di migliaia sono alloggiati i dipendenti.

Come sottolinea anche il produttore intervistato ai microfoni di Radio Kairos, iniziano ad aumentare però le storie di familiari che intentano una causa a Foxconn, consapevoli dell'enorme squilibrio di forze e mezzi reciproci. Non è solo una questione di “ricchezza”, spiega il padre di un ragazzo rimasto invalido dopo mesi di coma: lo stesso governo comunista della Repubblica Cinese è complice di Foxconn, non a caso le sentenze dei processi sono sempre a favore dell'azienda. Senza la connivenza del governo cinese sarebbe infatti difficile spiegare un fenomeno di schiavitù di questa portata, che gli autori del film battezzano infatti E-Germinal, viste le similitudini con le condizioni di vita e lavoro dei minatori francesi narrati da Emile Zola.

Ma se è vero che il gigante Foxconn procede indisturbato senza curarsi delle denunce nei tribunali o sui mezzi di informazione, una campagna informativa sul costo umano dei prodotti Apple potrebbe invece costituire il tallone di achille della corporation.

Lo sostengono i familiari delle vittime e le poche ong che clandestinamente conducono una battaglia contro lo sfruttamento lavorativo in Cina: bisogna mostrare cosa contiene la “mela”, affinché Apple si senta costretta a prendere provvedimenti sui suoi appaltatori in Cina.

 
 

Inside Apple
Anne Poiret | Francia | 2013 | 53'

"Inside Apple" ci conduce, per la prima volta, in un viaggio all’interno delle aziende cinesi fornitrici di importanti brand, tra i quali la Apple. Il documentario ci descrive quello che è stato a più riprese definito come “sistema Foxconn”, un mix di suicidio e sfinimento. Nel 2010 la Foxconn attira l’attenzione dei media per un’ondata di suicidi: tredici persone si tolgono la vita perchè incapaci di sostenere i ritmi infernali di produzione degli IPhone.

L’alto tasso di suicidi negli stabilimenti Foxconn è dovuto a condizioni lavorative particolarmente estenuanti: 14 ore no-stop di lavoro al giorno, interi mesi senza giornate di riposo, salari miseri e pressioni costanti. L’azienda è inoltre responsabile dell’inquinamento chimico delle falde acquifere limitrofe e della diffusione di malattie croniche in interi villaggi circostanti.

Anne Poiret, giornalista investigativa e filmmaker francese, nel 2007 è vincitrice del prestigioso Albert Londres Prize per il suo Muttur: a crime against humanitarians, girato in Sri Lanka. Tra le sue opere si ricordano "The state builders" (2011), film selezionato al Good Pitch Europe e in occasione dell’International Documentary Forum di Amsterdam, oltre a "The forgotten genocide" (2011), selezionato al FIGRA International Festival of History Pessac Fespaco e all’International Festival of Human Rights Paris.


Tratto da:
www.globalproject.info

 
 
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