Un film sui cinema scomparsi e dimenticati nella provincia veneziana

"Il Cinema Bevilacqua" documentario veneziano di Filippo Baracchi

Presentato lo scorso 2 settembre al Venice Film Meeting

27 Settembre 2013

Il Cinema Bevilacqua in film

L'Associazione "Settimo binario" sceglie il documentario per raccontare i cinema scomparsi e dimenticati del Comune di Venezia e per recuperare quell'anima "popolare" che caratterizzava il cinema di periferia.

A Berlino le vecchie sale di seconda visione sono luoghi cool, vintage, che attirano pubblico giovane che si ritrova a scoprire capolavori del passato e molto cinema autoriale. Nelle nostre città sempre più spesso, e quasi inesorabilmente, le sale d’essai dei centri città o nei quartieri chiudono e restano spazi vuoti in cui non si fa più nulla o si trasformano in supermercati, negozi d’abbigliamento, bingo.

Ma cosa hanno rappresentato nella nostra storia e nelle nostre memorie le sale d’essai o di seconda visione? Che ruolo svolgevano per la comunità che vi ruotava attorno?

Su questi interrogativi si fonda il film “Il Cinema Bevilacqua”, prodotto dall’associazione culturale veneziana Settimo Binario, per la regia di Filippo Baracchi.

Il documentario è stato presentato lo scorso 2 settembre alla decima edizione della rassegna Venice Film Meeting, la vetrina promossa dal Circuito Cinema Comunale e dalla Venice Film Commission per valorizzare e far conoscere il panorama produttivo del territorio veneziano che si tiene in concomitanza con la Mostra del Cinema, dal 2 al 4 settembre alla Multisala Astra del Lido di Venezia.

Il percorso che il documentario apre è più ampio della singola opera, e vuole essere un progetto di ricerca multimediale teso a riportare alla memoria i cinema scomparsi e dimenticati all’interno del Comune di Venezia, per analizzare quanto quelle sale di seconda visione o sale di periferia – come era il Bevilacqua rappresentassero l’animapopolare del cinema, oggi sparita.

Il cinema Bevilacqua infatti era soltanto una delle numerosissime sale di seconda e terza visione che negli anni Cinquanta e Sessanta costellavano l’entroterra veneziano, rappresentando il principale punto di aggregazione e di socialità della comunità. In particolare la scelta di raccontare le vicende del cinema Bevilacqua è legata a recuperare la storia del suo fondatore e della sua famiglia. Perché quel cinema era la storia di una famiglia e la storia delle persone che lo frequentavano, insomma era la storia di una collettività.

La memoria utilizzata per la narrazione nel film è infatti collettiva, il materiale raccolto è fatto di  testimonianze, documenti, ricordi e impressioni su quella realtà ed è visibile sul blog del progetto settimobinario.it/ilcinemabevilacqua.

Il Cinema Bevilacqua è oggi un piccolo supermercato di paese, ma è stato un cinema a conduzione familiare, gestito da Toni Bevilacqua, ex campione di ciclismo su pista e su strada, compagno e avversario di Coppi e Bartali, per molti anni dimenticato. Assieme al figlio primogenito di Toni, Franco, il regista ricostruisce la storia di questo cinema e la figura di questo ciclista. Attraverso i ricordi e le testimonianze delle persone che hanno conosciuto Toni come uomo e come atleta, si delinea un ritratto dello sportivo, della persona e di un’epoca ormai lontana.

Le ricerche sulla figura di Toni Bevilacqua sono partite dall’unica pubblicazione a lui dedicata: Labròn (2002), un libro a cura del giornalista Claudio Gregori, penna storica della “Gazzetta dello Sport”. Poi gli autori hanno incontrato i figli, la moglie Adriana, gli ex compagni di squadra, il gruppo che gestiva la sala quando divenne centro culturale. Due anni di raccolta di materiale per una storia locale che collega  Mestre e Venezia, a Milano e Roma. Alcune riprese infatti sono state effettuate al famoso velodromo Vigorelli di Milano, altre presso Villa Farsetti, costruzione settecentesca non lontana dallʼaffascinante Riviera del Brenta. L’ambiente attorno alla vicenda è anche quello degli spazi campestri che il giovanissimo Toni Bevilacqua percorreva in bicicletta prima della sua consacrazione a campione delle due ruote, spazi oggi massicciamente urbanizzati. E il Veneto almeno nel ricordo ritorna per un attimo ad essere “bellissimo”.

(Silvia Gorgi)

 
 

Links utili:
www.settimobinario.it
www.settimobinario.it/ilcinemabevilacqua

 
 
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