A dazed and confused night with Tame Impala

Tame Impala - Live Report

9 Luglio 2013 - Rocca Brancaleone - Ravenna

17 Luglio 2013

Concerti come quello tenutosi a Ravenna lo scorso 9 Luglio 2013 alla Rocca Brancaleone sono ciò che ci vuole per combattere il “pessimismo musicale da bar” che circola ormai da tempo, e che nuoce gravemente alla salute dei giovani musicisti. I Tame Impala sono a mio avviso una vera e propria band rivelazione degli ultimi anni. Prima con Innerspreaker (2010) e poi con Lonerism (2012), il gruppo australiano ha portato ventate di aria fresca nel panorama rock internazionale, senza però dimenticare il passato, reinterpretandolo con estrema originalità.

Azzeccatissima la suggestiva location di Rocca Brancaleone,  che sembra piacere pure ai cinque di Perth, molto più a loro agio in una cornice di questo genere che nei calderoni di qualche big festival internazionale. Non appena il sole tramonta e cala l’oscurità, si accende il maxi schermo che fa da sfondo al palco e timidamente eccoli entrare. Kevin Parker alla voce e chitarra, Jay Gumby Watson alle tastiere synth,  Dominic Symper alle chitarre e synth, Cam Avery al basso e Julian Barbagallo alla batteria.

L’atmosfera si fa da subito quasi surreale, rarefatta. Il contesto tende a richiamare il Live in Pompei dei Pink Floyd, vuoi per la location monumentale, vuoi per il sound vintage e il look dei componenti della band che potrebbero tranquillamente essere usciti dalla Summer of '69 Californiana.

Si parte con l’eterea “Why Won’t You Make Up Your Mind” classico da “Innerspeaker”, da cui ripescano anche la sincopata “Solitude Is Bliss” che smuove un po’ gli scettici e “Alter Ego”. 

La scaletta prosegue con i brani del tanto amato e acclamato “Lonerism” intervallati da jam e suite strumentali dove il gruppo da davvero il meglio di sè. Non manca la parte più stoner e granitica grazie a tracks come “Elephant” (forse penalizzata da volumi a tratti troppo contenuti)  e  “Half glass full of wine” eseguita in onore del Bel Paese e del suo buon “succo d’uva” tanto che Parker si scusa in italiano per i loro denti neri “ma il vostro vino è troppo buono” .

Degno di nota il drum solo mescalinico "Oscilly", una vera e propria sinfonia ritmica dove a far da protagonista sul palco rimane solo Julian Barbagallo in compagnia di un Kevin Parker disteso a terra a contemplare la stellata che copre il cielo di Ravenna. Tra i momenti migliori "Feels only like we only go backwords “, "Apocalypse Dreams" e il reprise finale con "Autoprog3" e “Nothing that Has Happened So Far Has Been Anything We Could Control”.

Tutto lo show  viene condito  da curatissime proiezioni video: immagini lisergiche e animazioni digitali degli albori con la quale a ritmo di musica prendono vita opere d’arte fatte di esplosioni di luci e colori.

Un’esperienza sonora e visiva e dalla quale difficilmente si vuole uscire una volta entrati.  La capacità della band  sta nel mandare in escandescenza il pubblico, saltando in modo schizofrenico da momenti e melodie di onirico pop, alla psichedelia inglese '60  mimetizzando moderno e blues acido, servendo tutto con la voce sottile, liquida e senza tempo che spesso e volentieri rimanda allo “Smart One” dei Fab Four, John Lennon.  Il riverbero delle chitarre, l'elettronica sottile, e l'eco volutamente marcato delle voci  ci danno un esempio, di come si possa rimescolare le carte gloriose della storia, vestendole con gusto, sintesi e personalità.

Se siete tra quelli che pensano che il rock psichedelico si sia fermato negli anni ‘70, e che il rock non abbia più niente da dire in quanto originalità e fantasia andate a vedere i Tame Impala, son sicuro cambierete idea.

Setlist

Why Won’t You Make Up Your Mind?
Music To Walk Home
Mind Mischief
Solitude Is Bliss
Half Full Glass Of Wine
Elephant
Auto Prog 2
Be Above It
Endors Toi
Untitled
Feels Like We Only Go Backwards
Oscilly
Alter Ego
Apocalypse Dreams


Filippo Stocco

 
 
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