I Ministri in concerto al Cso Rivolta di Marghera (VE) - Reportage e foto del concerto

I Ministri live report

Articolo di Veronica “The Beast” Drago | Foto di Kaos Art

13 Maggio 2013

È successo ancora, i Ministri hanno spaccato di nuovo con il loro ultimo album “Per Un Passato Migliore” e con il relativo Tour Promozionale 2013! C’è poco da fare, in Italia i ministri che valgono ci sono eccome, solo che non si trovano seduti in Parlamento con le spalle coperte e le pance all’ingrasso, i ministri che valgono, anzi i Ministri con la “M”, si trovano sopra ai migliori palchi italiani più o meno underground, intenti ad investirti l’anima con la loro musica e i loro testi che sono impossibili da far rientrare in un genere preciso; c’è chi li definisce indie, chi punk, chi alternative rock, niente di più sbagliato. I Ministri sono i Ministri e basta, sono Davide “Divi” Autelitano, basso, voce e uno dei migliori front-man che l’Italia possa desiderare di avere oggi, sono Federico Dragogna, penna, chitarra e sosia nostrano di Dave Grohl, e sono Michele “Michelino” Esposito, batteria e cuore pulsante del trio, accompagnati nei loro live spesso e volentieri dall’enigmatico F Punto, o Effe Punto, o magari solo F, che, non c’è che dire, vorremmo tutti vedere un po’ più spesso avvolto dai suoi meravigliosi pantaloncini rosa.

I Ministri sono tornati in zona Venezia lo scorso sabato 4 maggio 2013 al C.S.O. Rivolta, luogo a loro particolarmente caro che ha avuto occasione di ospitarli più volte, luogo in cui assistere a un loro concerto significa partecipare, stranamente dato che si tratta di un centro sociale piuttosto spazioso, ad un’esperienza più intima rispetto a quando li si vede in altri contesti (per quanto mi riguarda mi riferisco ad esempio al New Age Club di Roncade, all’Estragon di Bologna, allo Sherwood Festival di Padova, che li vedrà nuovamente protagonisti questa estate, alla Fnac di Verona), forse perché al Rivolta palco e pubblico sono realmente vicini o forse perché non c’è mai quel senso di sovraffollamento (e credetemi, di gente ce n’era eccome) che generalmente ti comprime facendoti sì godere tutto lo spirito del vivere un live in mezzo alla gente come te, ma lasciandoti un po’ meno possibilità di godere appieno del tuo rapporto con chi sta suonando on stage.

“Per Un Passato Migliore”, l’ultima fatica dei Ministri, è un lavoro che arriva subito diretto, com’è nel loro stile, e che con linee semplici, pulite e graffianti ti spara nelle orecchie testi che diventano subito tuoi non perché essi siano troppo semplici ma piuttosto perché si tratta di liriche “essenziali”, intendendo con questa definizione la capacità di riassumere nelle loro parole tutta l’essenza, appunto, dei sentimenti che l’uomo di oggi sta vivendo, con un sarcasmo a tratti arrabbiato e quasi violento che si adatta a chiunque. Com’è spesso accaduto per i loro pezzi, anche le tracce di “Per Un Passato Migliore” rendono decisamente meglio dal vivo perché è in quel preciso momento che le si può toccare con mano, quando Divi si lancia dal palco per venire a cantarti sopra la testa durante “Il Bel Canto” o quanto celebra con l’ormai rituale crowd surfing la fine del live sulle note di “Abituarsi Alla Fine” andando a salutare ad uno ad uno, o almeno provandoci, tutte le persone che hanno urlato per un’ora e mezza con lui.

Quello di sabato 4 maggio è stato il quinto concerto nel giro di sette giorni per i Ministri, tra i quali nel bel mezzo è d’obbligo sottolineare la loro presenza al Concerto del Primo Maggio a Roma, occasione in cui, come sottolinea Divi durante il live al Rivolta, qualcuno non ha saputo comprendere l’ironia del pezzo “La Pista Anarchica”, apprezzatissimo invece dai fan veneti che l’hanno cantata con tutto il loro fiato in gola così come hanno fatto con il resto delle nuove canzoni che sembrano davvero aver fatto centro a giudicare dal coinvolgimento con cui vengono pogate sotto al palco, come “Spingere”, “Comunque”, “Mammut”, “Stare Dove Sono”, “Mille Settimane”, “Le Nostre Condizioni” e via dicendo. Ovviamente per chi li segue dagli esordi, da “I Soldi Sono Finiti” primo album inciso con il nome di Ministri e non più Ministri del Tempo, il vero tuffo al cuore arriva quando partono “I Nostri Uomini Ti Vedono”, “Non Mi Conviene Puntare In Alto”, “La Mia Giornata Che Tace” oppure “Tempi Bui”, “Diritto Al Tetto” o ancora “Il Sole”, “Gli Alberi”, “Mangio La Terra”, “Noi Fuori”. È sempre così che funziona quando segui da tempo un gruppo che vale davvero, che si mantiene umile e concentrato sulla relazione che intrattiene con il suo pubblico, che ai tuoi ennesimi complimenti ti risponde con un “Sono contento che il disco nuovo ti sia piaciuto, alla fine suoniamo per questo, per la gente che ci segue e per parlargli il più sinceramente possibile” (parole di Michele Esposito a un mio messaggio su Facebook, n.d.r.), ti viene il magone a pensare a quanto li stimi e a quanto sappiano stupirti ogni volta e così, quando arriva la canzone con cui li hai conosciuti o alla quale sei particolarmente legato ormai da tempo, ecco che parte il momento “emozione-malinconia-miagitoesputofuoriilcuore” e non puoi fare altro che tentare di urlare più forte e provare a saltare più in alto.

Ammetto che in un solo articolo è praticamente impossibile riassumere e spiegare che cosa si prova durante un concerto dei Ministri, l’unica cosa che posso fare è quella di consigliare a chi li giudica esclusivamente dall’ascolto dei loro album di provare ad assistere a un loro live, perché solo una volta che avrete visto Federico Dragogna che suda e si agita come un indemoniato sulla sua chitarra e F Punto che dalla parte opposta entra quasi in trance con la sue sei corde, solo quando avrete ascoltato il basso, la voce e le presentazioni taglienti di Divi, magari sostenendolo durante le sue “surfate” sul pubblico, solo dopo che avrete seguito il ritmo di Michele Esposito mentre percuote il rullante della sua batteria senza sosta, solo dopo aver vissuto veramente tutto questo potrete aver capito i Ministri e solo allora potrete formulare un giudizio davvero completo. Secondo me, quando li avrete assaggiati non riuscirete più a farne a meno, perché ogni volta il rito si ripete allo stesso modo ma con un sapore totalmente diverso, perché “io le cose non le voglio solo capire, io le cose le voglio mangiare” (cit. “Mangio La Terra”, Ministri) e con i Ministri è esattamente questo che si deve fare, li si deve “mangiare”, parola di chi li ha visti ormai una decina di volte e vorrebbe potersi gustare un loro concerto ogni sacrosanta sera della settimana!

 
 

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Articolo tratto da Rockon.it

 
 
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