Le inchieste di Carlo Vitelloni

Intervista a Nicola Tanno

Stop bales de goma

25 Maggio 2011

Gli strumenti utilizzati dalle forze di polizia per il controllo di una moltitudine di persone sono sempre stati controversi.
Inghilterra, Irlanda, Olanda ed altri paesi, insegnano che in realtà non c’è bisogno di armi ma solo di buon senso ed intelligenza per garantire sicurezza e incolumità dei cittadini.

In Catalunya, il corpo dei Mossos d’Esquadra usa un fucile, prodotto guarda caso in Italia, che spara proiettili di gomma ad oltre 300m/s, ben 8 volte superiore al limite suggerito da una commissione di studio del Parlamento Europeo, STOA (Science and Technology Options Assessment), in una analisi pubblicata poco più di 10 anni fa.

Meno di 1 anno fa, Nicola Tanno, che a Barcellona giunse per un master in politiche dell’immigrazione, fu colpito da uno di questi proiettili mentre riprendeva con la sua videocamera i festeggiamenti della Spagna campione del mondo di calcio.

Quella sera, Nicola perse l’occhio destro oltre a varie fratture della cassa ossea che lo proteggeva, ricostruita successivamente in titanio dai medici del Hospital Clínic.

Il SAP-UGT, sindicato autonomo di polizia, interrogato spesso sulla pericolosità di queste armi, gioca sulle parole usando il termine “palle di gomma” e rievocando incosciamente qualcosa con cui giocare.

In realtà queste “palle di gomma”, quando toccano il suolo, sempre se sparate verso il basso come da procedura interna, rimbalzano cambiando direzione a causa della inevitabile deformazione della gomma a quella velocità.

Arrivano quindi su persone in modo casuale provocando lesioni permanenti ad organi, fratture ed ematomi al corpo.

Oscar Alpuente, un’altra vittima di queste armi, teneva a dirci che quando si parla di “massa di persone” da controllare, non si fa caso che la moltitudine è sempre un insieme di singoli e, sparare ad una massa, significa sempre colpire una persona singola.

 
 

Links Utili:

Sito Stop Bales de Goma

 
 

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